Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01839

Atto n. 3-01839

Pubblicato il 23 aprile 2025, nella seduta n. 297

ZAMPA, ALFIERI, BASSO, CAMUSSO, D'ELIA, FRANCESCHELLI, GIACOBBE, IRTO, LA MARCA, MALPEZZI, MANCA, MARTELLA, MISIANI, NICITA, RANDO, ROJC, SENSI, VERDUCCI, VERINI, ZAMBITO - Ai Ministri per le disabilità, del lavoro e delle politiche sociali e della salute. -

Premesso che:

l’articolo 19-quater del decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 202, introdotto dalla legge di conversione 21 febbraio 2025, n. 15, ha differito al 1° gennaio 2027 l’applicabilità di numerose disposizioni del decreto legislativo 3 maggio 2024, n. 62, recante “Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l'elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato”, adottato in attuazione della delega di cui alla legge 22 dicembre 2021, n. 227; contestualmente, la disposizione ha prorogato di un ulteriore anno il periodo di sperimentazione disciplinato dall’articolo 33 del richiamato decreto legislativo n. 62 del 2024 estendendola, a partire dal 30 settembre 2025, a ulteriori 11 province;

il differimento dell’entrata a regime dell’intervento di riforma è stato accolto con preoccupazione dagli operatori, dalle associazioni, dalle stesse persone con disabilità e dalle loro famiglie, anzitutto per la mancata condivisione, da parte del Governo, della scelta di differimento e, soprattutto, per il timore che il differimento nasconda strutturali difficoltà applicative, tali da pregiudicare la completa attuazione della riforma nel lungo periodo;

particolare preoccupazione desta la sorte dei fondi già accantonati per il bilancio 2026 e destinati al finanziamento dell’entrata a regime dell’intervento di riforma, e l’assenza di garanzie in merito a un ulteriore accantonamento di risorse per il 2027 in conseguenza del differimento;

allo stesso modo, incerta è la sorte dell’attuazione del nucleo caratterizzante la riforma, e cioè il definitivo passaggio verso politiche per la disabilità incentrate sul riconoscimento, la promozione e la tutela dell’autonomia della persona con disabilità, mediante l’avvio di un progetto di vita personalizzato, cui venga associato un budget di progetto verso il quale possano essere dirette le risorse attualmente impiegate nel pagamento delle rette per gli inserimenti in struttura e che, invece, verrebbero destinate al sostegno della vita libera delle persone con disabilità; un cambio di paradigma che richiede risorse, anche in termini di personale e formazione, e che, in assenza di uno strutturale intervento sul sistema di welfare e sull’offerta di servizi, rischia di essere difficilmente attuabile (e addirittura di indebolire le tutele già in essere);

le preoccupazioni evocate sembrano confermate dall’andamento della sperimentazione, avviata il 1° gennaio 2025, nell’ambito della quale sono emerse serissime criticità; come evidenziato, tra gli altri, dalla CGIL, le principali riguardano il trasferimento delle competenze dalle ASL all’INPS e la variazione della procedura per il riconoscimento dell’invalidità che, nell’ambito della sperimentazione, dovrebbe ora avvenire mediante l’invio telematico del certificato medico introduttivo all’INPS e la successiva valutazione di base, consistente in un’unica visita medica effettuata da una commissione dell’INPS che, tuttavia, non è ancora dotato di risorse di personale idonee, specie in relazione al profilo medico-legale; allo stesso tempo, la preparazione del certificato medico introduttivo grava sulla rete dei medici di base, già come noto estremamente sovraccarica;

l’andamento insoddisfacente della sperimentazione emerge peraltro dalla registrazione di una drastica riduzione delle domande; in particolare, secondo uno studio della CGIL, nei primi due mesi di sperimentazione si è assistito a una drastica riduzione delle richieste di accertamento sanitario rispetto all'anno precedente, passando da circa 26.000 certificati introduttivi al 28 febbraio 2024 a 12.404 certificati al 28 febbraio 2025; mentre, secondo dati forniti da CISL Lombardia, si sarebbe passati da una media di 2.500 richieste al mese nel 2024 a sole 400 nel gennaio 2025;

sembra quindi di poter affermare che il sostanziale fallimento della sperimentazione rappresenti paradossalmente la migliore spiegazione delle ragioni del differimento dell’entrata a regime della riforma rispetto alla quale evidentemente il Governo non ha ancora approntato le condizioni funzionali all’applicazione della riforma, a partire dalla mancata adozione, da parte del Ministro della salute, dei decreti relativi ai processi valutativi di base,

si chiede di sapere:

quali iniziative intendano assumere i Ministri in indirizzo al fine di assicurare, ciascuno nel proprio ambito di competenza, il superamento delle criticità rilevate nella fase di sperimentazione dell’applicazione del decreto legislativo n. 62 del 2024;

in particolare, come intendano assicurare che la rete dei servizi sociosanitari e l’INPS siano messi nelle condizioni, sia nella fase sperimentale che, a maggior ragione, in vista dell’entrata a regime della riforma, di dare sollecita attuazione ai procedimenti di valutazione di base;

se non intendano, in particolare, prevedere un incremento delle risorse destinate all’attuazione della riforma, sperimentale e a regime.