Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-02007

Atto n. 4-02007

Pubblicato il 10 aprile 2025, nella seduta n. 294

MAIORINO, PIRRO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e delle imprese e del made in Italy. -

Premesso che, nei nuovi codici ATECO, in vigore dal 1° gennaio 2025, è stato inserito il codice 96.99.92, che, tra le varie attività, include l’organizzazione di servizi sessuali, l’accompagnamento e persino la gestione di locali legati alla prostituzione;

considerato che:

è vero che la prostituzione in sé, se esercitata autonomamente e volontariamente da persone adulte, non è reato nel nostro Paese, ma lo sono tutte le forme di favoreggiamento, sfruttamento e induzione previste dalla “legge Merlin” (legge n. 75 del 1958);

risulta pertanto grave e inspiegabile che si arrivi a “regolarizzare” fiscalmente attività che, nella sostanza, coincidono con comportamenti penalmente rilevanti, creando una “zona grigia” che rischia di spalancare le porte allo sfruttamento della prostituzione e alla tratta di persone;

un tale orientamento, proveniente dall’Agenzia delle entrate e dal Ministero delle imprese e del made in Italy, appare palesemente in conflitto con l’attuale impianto normativo, e genera non solo confusione interpretativa, ma anche un potenziale danno a chi ogni giorno combatte fenomeni di criminalità legati alla prostituzione forzata,

si chiede di sapere:

quali siano le motivazioni che hanno portato all’introduzione di un codice ATECO che arriva di fatto a fiscalizzare attività vietate dalla normativa italiana;

quali verifiche siano state fatte per evitare che lo Stato, attraverso il fisco, legittimi condotte riconducibili a reati come lo sfruttamento o il favoreggiamento della prostituzione;

chi abbia deciso e su quale base sia stato autorizzato un codice che appare in così evidente contrasto con la “legge Merlin” e con le norme penali vigenti;

se il Governo non ritenga urgente intervenire per chiarire e rettificare immediatamente detta classificazione, a tutela della legalità e delle vittime dei circuiti di sfruttamento.