Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01785

Atto n. 3-01785

Pubblicato il 1° aprile 2025, nella seduta n. 289

BASSO, NICITA, GIACOBBE, LA MARCA, CAMUSSO, IRTO, RANDO, FINA, ROJC, MANCA, MARTELLA, TAJANI, VERINI, VERDUCCI, GIORGIS, MALPEZZI, VALENTE - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

secondo quanto riportato in un’inchiesta pubblicata da “Wired Italia” il 22 marzo 2024, Andrea Stroppa, imprenditore nel settore della cybersicurezza e consulente legato a diverse realtà istituzionali e private, sarebbe coinvolto in attività che prevedono l’identificazione e il monitoraggio di utenti anonimi sui social media, attraverso metodi non meglio specificati;

la medesima inchiesta riporta che tali attività sarebbero state condotte anche nei confronti di utenti che non risultano aver commesso reati, ma solo espresso opinioni critiche o politicamente rilevanti, sollevando serie preoccupazioni circa il rispetto dei principi costituzionali di libertà di espressione, segretezza delle comunicazioni e tutela della privacy;

l’articolo sottolinea la mancanza di trasparenza sui mandati e sugli strumenti utilizzati da Andrea Stroppa e dalle società a lui riconducibili, e solleva dubbi sull’eventuale utilizzo di queste pratiche da parte di soggetti istituzionali o politici;

il tema assume particolare rilievo in un contesto in cui la profilazione on line, il trattamento di dati personali e le tecnologie di sorveglianza stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nel dibattito sulla democrazia digitale e sulla tutela dei diritti fondamentali dei cittadini;

come confermato dalla stampa internazionale, negli ultimi giorni si è assistito alla chiusura di numerosi account di oppositori politici turchi sulla piattaforma “X” (ex “Twitter”), sollevando interrogativi sulla libertà di espressione e sull’influenza dei governi autoritari sulle piattaforme digitali,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza delle attività descritte nell’inchiesta giornalistica di cui in premessa e se ritenga opportuno verificare l’eventuale utilizzo, da parte di strutture pubbliche o private incaricate da soggetti istituzionali, di strumenti atti all’identificazione di utenti anonimi senza un chiaro fondamento giuridico;

se intenda attivarsi, anche per il tramite del Garante per la protezione dei dati personali, per verificare se le attività riconducibili alla piattaforma “X”, in particolare quelle relative all’identificazione di utenti anonimi, siano conformi alla normativa europea vigente in materia di protezione dei dati personali (Regolamento (UE) n. 2016/679 - GDPR);

se non si ritenga necessario attivarsi per accertare eventuali violazioni o rischi sistemici per la tutela della privacy e della libertà di espressione on line dei cittadini italiani;

se siano previste interlocuzioni con le principali piattaforme digitali per sollecitare maggiore trasparenza sulle decisioni di censura o sospensione di account su scala globale, anche acquisendo elementi da AGCOM, in quanto punto nazionale di contatto per il “Digital Services Act”;

come il Governo intenda promuovere un equilibrio tra contrasto alla disinformazione e la tutela dei diritti fondamentali, in particolare in relazione a Paesi con regimi autoritari.