Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01941
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Atto n. 4-01941
Pubblicato il 1° aprile 2025, nella seduta n. 289
MAZZELLA, ALOISIO, LOPREIATO, DAMANTE, LICHERI Sabrina, BEVILACQUA, CATALDI, PIRONDINI, LOREFICE - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e delle imprese e del made in Italy. -
Premesso che:
Leonardo S.p.A. è una società italiana a controllo pubblico attiva nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza. Il suo maggiore azionista è il Ministero dell'economia e delle finanze, che possiede circa il 30 per cento delle azioni. Dal 1948 fino al 2016 fu denominata Finmeccanica S.p.A., e ha successivamente assunto l'attuale denominazione sociale. Al 2024, Leonardo è la quattordicesima impresa di difesa del mondo ed è la seconda nell'Unione europea per grandezza, con entrate dal settore difesa che rappresentano il 75 per cento del proprio fatturato. Inoltre, la società è quotata nell'indice FTSE MIB della borsa italiana;
l'azienda è strutturata in 5 divisioni operative: elicotteri, velivoli, aerostrutture, elettronica e cyber security (ex sistemi per la sicurezza e le informazioni). Leonardo è membro dell'Istituto europeo per le norme di telecomunicazione e membro fondatore della fondazione Ansaldo, uno dei più grandi archivi di impresa italiani. I siti di Leonardo sono distribuiti in 20 Paesi (42 per cento in Italia e 58 per cento all'estero), mentre i Paesi utilizzatori di prodotti, sistemi e servizi forniti dalla società sono circa 150. Le attività produttive e le basi industriali e commerciali principali sono collocate prevalentemente, oltre che in Italia, nel Regno Unito, in Polonia e negli Stati Uniti. Nel tempo la società ha stabilito una solida presenza anche in Francia e Germania ed è partner di riferimento in diverse collaborazioni industriali su scala internazionale;
stando alle dichiarazioni rilasciate a “Il Sole-24 ore” dall’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, si prospetta uno scorporo della divisione aerostrutture, che, come evidenziano gli interroganti, non era previsto nel piano industriale 2024-2028 (presentato nel mese di marzo 2024), da cui si evince persino una crescita di ordini e ricavi. Secondo Cingolani, “L’azienda vuole cambiare passo nelle attività delle Aerostrutture, visto che la situazione di Boeing e le prospettive dell'aviazione civile non consentono di rimanere fermi: per questo, il gruppo sta valutando con i propri advisor un nuovo scenario per queste attività, che va verso un possibile scorporo (carve out) e la creazione di alleanze”;
come riportato da notizie di stampa, il nuovo scenario sarà presentato in occasione dell'aggiornamento del piano industriale a marzo 2025. Secondo quanto si apprende, si è deciso di elaborare una trasformazione industriale che include un riposizionamento della struttura dei costi, una riconfigurazione delle piattaforme, una ristrutturazione della supply chain e la rianalisi delle opportunità di business: tutto questo potrebbe essere implementato con partner finanziari o industriali. In particolare, l’amministratore delegato riferisce che occorre “pensare in modo diverso e preparare alleanze che possono rendere la divisione attrattiva a livello internazionale. La qualità della nostra produzione manifatturiera è eccezionale, ma la situazione richiede una evoluzione verso un carve out e una creazione di una alleanza. Stiamo lavorando a questo”;
considerato che:
i siti della divisione aerostrutture sono localizzati nel Mezzogiorno, precisamente in Campania (Pomigliano d'Arco, Nola) e in Puglia (Foggia, Grottaglie). Si tratta, in generale, di un enorme indotto per il Sud, anche da un punto di vista sociale: l’azienda conta ben 4.000 dipendenti. Inoltre, a seguito dei prepensionamenti, non sostituiti da nuova forza lavoro, Leonardo ha azzerato già 1.000 posti di lavoro;
negli ultimi 10 anni, in Campania, si è già assistito alla chiusura di due stabilimenti dell’azienda;
a seguito alle forti preoccupazioni dei lavoratori che operano presso Leonardo, che temono anche una delocalizzazione della manodopera o dei siti produttivi in altre parti del Paese, i sindacati nazionali FIM, FIOM e UILM hanno indetto uno sciopero di due ore, l’11 novembre 2024, in tutti i complessi di aerostrutture. Successivamente, il 14 novembre, presso la sede di Leonardo a Roma, si è riunito l’osservatorio strategico di cui al vigente contratto integrativo aziendale, alla presenza del vertice aziendale e le segreterie generali e nazionali di FIM, FIOM e UILM. Secondo quanto si apprende dal verbale finale dell’incontro, l’azienda ha escluso ogni ipotesi di scorporo della divisione aerostrutture a fini di cessione, rappresentando alle organizzazioni sindacali l’esigenza di avviare, senza ulteriore esito, un nuovo piano di rilancio della divisione aerostrutture, al fine di individuare nuove opportunità di business funzionali all’integrazione della produzione. Quanto comunicato, riferisce Leonardo, è da realizzare anche attraverso la ricerca di eventuali alleanze strategiche, anche internazionali, con l’obiettivo di rafforzare la valorizzazione delle competenze qualificate, la salvaguardia dei livelli occupazionali nel medio-lungo periodo e la presenza industriale nel Mezzogiorno;
in passato, si è già assistito ad alcuni tentativi di spostare i siti industriali del settore aeronautico dal Sud al Nord, con l’obiettivo di concentrare opportunità di lavoro e investimenti nelle regioni settentrionali. Questa strategia non solo ha portato alla chiusura del sito storico di Casoria (Napoli), ma ha anche minacciato la vitalità economica del Mezzogiorno, privandolo di posti di lavoro e di know how industriale. Inoltre, negli ultimi 10 anni, la decisione di trasferire la produzione di un C-27J a Caselle (Torino) ha ulteriormente evidenziato questa tendenza, favorendo lo sviluppo di un altro polo industriale al Nord a scapito di quello del Sud;
è importante sottolineare che i siti di Pomigliano, Nola, Grottaglie e Foggia non devono sostenere il peso di questa strategia di delocalizzazione in quanto rappresentano non solo un patrimonio industriale, ma anche una fonte di competenze e professionalità che è fondamentale preservare e valorizzare. Si reputa essenziale promuovere politiche che incentivino l'occupazione e gli investimenti nel Mezzogiorno, più che favorire il trasferimento di risorse e lavoro verso il Nord,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei contenuti del piano di rilancio di Leonardo e se ne condividano gli obiettivi strategici;
attraverso quali interventi intendano sostenere e valorizzare i livelli occupazionali di settore nel Mezzogiorno e se condividano la necessità che il piano di rilancio non debba prevedere la delocalizzazione di manodopera o siti produttivi in altre parti del Paese;
quali iniziative di competenza intendano assumere per vigilare affinché la dichiarazione d’intenti di Leonardo venga rispettata e se ritengano che un eventuale scorporo della divisione aerostrutture non debba compromettere il futuro industriale di Leonardo nel Mezzogiorno.