Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-09200

Atto n. 4-09200

Pubblicato il 27 luglio 2005
Seduta n. 855

GENTILE - Al Ministro dell'ambiente e per la tutela del territorio. -

Premesso che:

il mar Tirreno, nella provincia di Cosenza, negli anni passati, nonostante le difficoltà organizzative, ha sempre vantato acque balneabili. A tutt'oggi invece, nonostante i proclami delle istituzioni provinciali, il lembo del mar Tirreno risulta essere fra i più inquinati dei 700 km di costa dell'intera Calabria, provocando innumerevoli disagi a tutti i cittadini turisti;

la Magistratura a causa delle indecenti condizioni in cui si trova il lembo di mar Tirreno è stata costretta giovedì 21 luglio 2005, con le indagini diligentemente condotte dal Sostituto Procuratore Dott. Francesco Greco, a porre i sigilli al depuratore di Cirella e Diamante;

presso gli impianti di depurazione sempre il Dott. Francesco Greco ha posto sotto sequestro sia le due lavatrici industriali della casa circondariale di Paola, che servono per lavare i corredi dei 250 detenuti, sia il depuratore;

sembrerebbe che i motivi del sequestro, avvenuto dopo due anni di indagini, siano riconducibili alle due lavatrici industriali che scaricavano nel depuratore alterando notevolmente l'attività di depurazione;

fanghi, fosfori, sostanze chimiche andavano a finire nel depuratore che scaricava nel torrente Deuda, le cui acque inquinate si riversavano nel sottostante specchio d'acqua;

sembrerebbe, addirittura, che lo scarico del torrente Deuda nel mare non sia mai stato visionato e bonificato;

alle due lavatrici industriali sono stati posti i sigilli senza facoltà d'uso, mentre il depuratore è stato sequestrato con facoltà d'uso, cioè può essere utilizzato a condizione di non immettere rifiuti nel torrente Deuda e di recuperare i fanghi e di smaltirli ai sensi della normativa vigente,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, indipendentemente dalle indagini condotte dalla Procura di Paola, non ritenga di istituire una commissione ad hoc che possa stabilire ritardi, disfunzioni e responsabilità politiche ed amministrative fra i soggetti istituzionali addetti alla manutenzione ed al funzionamento dei depuratori del Tirreno cosentino.