Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01903

Atto n. 4-01903

Pubblicato il 13 marzo 2025, nella seduta n. 285

LOREFICE, PIRRO, LICHERI Sabrina, FLORIDIA Barbara - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, delle infrastrutture e dei trasporti e dell'ambiente e della sicurezza energetica. -

Premesso che:

“Greenpeace Italia”, il 3 marzo 2025, ha pubblicato nel proprio sito on line un’inchiesta, in cui viene analizzata e documentata compiutamente l’intensa attività di alcune navi presenti nelle acque del Mar Mediterraneo e più precisamente al largo della Sicilia orientale, tra il Golfo di Augusta, nelle acque antistanti Siracusa e lungo la costa fino a Catania. Questa rete di vetuste petroliere, verrebbe presumibilmente utilizzata per aggirare l’embargo comunitario sul petrolio russo, introdotto dall’Unione europea a seguito dell’invasione dell’Ucraina;

il documento riporta il monitoraggio effettuato su 52 navi che tra gennaio e novembre 2024 avrebbero intrapreso 33 operazioni di trasferimento di carichi di petrolio in mare aperto da una nave all’altra, i cosiddetti ship-to-ship transfer (StS), di cui 11 riconducibili alla cosiddetta flotta russa fantasma o shadow fleet. Tali operazioni, si svolgerebbero al limite delle acque territoriali italiane ovvero a poche miglia nautiche dal golfo di Augusta e dalla costa siracusana, sfruttando quindi la zona economica esclusiva (ZEE) per nascondere l’origine del carico ed eludere l’embargo;

considerato che:

sebbene gli ship-to-ship transfer sarebbero stati effettuati in acque internazionali, la vicinanza dalle coste italiane non è un dettaglio trascurabile. Greenpeace ha infatti documentato che l’operazione di ship-to-ship transfer effettuata tra le navi Rock (IMO 9288356) identificata come parte della shadow fleet russa e la nave Flamenco (IMO 9411991) del 4 novembre 2024, si sarebbe svolta a soli 300 metri di distanza dal limite delle 12 miglia nautiche dalla costa italiana, mentre uno StS transfer sarebbe addirittura avvenuto all’interno delle acque territoriali italiane l’8 febbraio 2024, tra le navi Ding Heng 45 (IMO 9330795) e Eva Gold (IMO 9888132);

fino alla metà del 2024, una parte dei trasferimenti di greggio della flotta ombra russa si sarebbe concentrata nel Mediterraneo meridionale, nel golfo di Lakonikos, ai confini con le acque territoriali greche. La marina militare greca, allertatasi per la potenziale minaccia ambientale determinata da tali attività, trasmetteva nel maggio 2024 un messaggio “Navtex” (Navigational Text) segnalando proprie esercitazioni militari nell’area che avrebbero comportato come effetto il repentino allontanamento della flotta marina fantasma russa;

secondo quanto riportato da Greenpeace Italia, al largo delle coste di Augusta le operazioni di scambio di petrolio e suoi derivati sarebbero pari a circa 5,24 milioni di tonnellate, di cui il 24 per cento (26 milioni di tonnellate) avrebbe coinvolto almeno una nave identificata come parte della shadow fleet russa e il 36 per cento (1,9 milioni di tonnellate) almeno una nave non adeguatamente assicurata;

oltre al potenziale rischio ecologico, la paventata presenza della shadow fleet al largo del golfo di Augusta, necessiterebbe di adeguate indagini, giacché proprio in quello spazio costiero siciliano insistono l’arsenale militare marittimo di Augusta, ovvero uno dei tre arsenali attivi della Marina militare italiana, nonché sei cavi delle telecomunicazioni sottomarini;

considerato infine che:

dal momento che al ventiduesimo anno di attività una petroliera viene solitamente rottamata, rileva evidenziare, che oltre il 60 per cento delle navi che hanno operato trasferimenti di greggio al largo delle coste siciliane avrebbero un’età media stimata tra i 15 ed i 20 anni, sarebbero prive di assicurazioni adeguate contro i danni da sversamento di petrolio, in condizioni strutturali pessime e con assetti proprietari a dir poco opachi;

Greenpeace ha evidenziato che la società italiana di classificazione navale Rina S.p.A. non svolgerebbe adeguate attività di controllo sulle navi sospettate di appartenenza alla flotta marina fantasma russa, al contrario di altri enti di classificazione e certificazione navali, quali Det Norske Veritas, American Bureau of Shipping e Lloyd’s Register che, in alcuni casi, hanno ritirato alle navi sospette la certificazione di classe navale;

vista l’allocazione marittima, è presumibile ipotizzare che alcune imbarcazioni della flotta fantasma russa potrebbero essere coinvolte anche in attività di spionaggio e sabotaggio, peraltro già sospettate in altri Paesi UE, minacciando dunque la sicurezza nazionale e le infrastrutture strategiche italiane situate lungo la costa siciliana,

si chiede di sapere:

quali azioni siano state intraprese dai Ministri in indirizzo per contrastare l’attività posta in essere dalla cosiddetta flotta fantasma russa nel golfo di Augusta;

quali misure di controllo e monitoraggio siano state adottate per garantire che nessuna nave coinvolta in trasferimenti di petrolio con la flotta fantasma russa abbia attraccato nel corso del 2024 nei porti italiani in spregio alle norme comunitarie;

quali misure di monitoraggio e prevenzione siano previste per evitare sversamenti di petrolio e disastri ambientali legati all’uso di navi obsolete e prive di assicurazione nel Mediterraneo, in particolare nell’area del golfo di Augusta.