Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01902
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Atto n. 4-01902
Pubblicato il 13 marzo 2025, nella seduta n. 285
ALOISIO, GAUDIANO, CATALDI, LICHERI Sabrina - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
secondo l’ultimo report del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, pubblicato in data 6 marzo 2025, le persone detenute nelle carceri italiane sono 62.130, mentre i posti disponibili ammontano a 46.890, rispetto ad una capienza regolamentare di 51.323. Nel report si sottolinea anche "l'attuale inagibilità di diverse camere di pernottamento e in alcuni casi di intere sezioni detentive";
i condannati con pena residua da 0 a 3 anni sono complessivamente 23.900. Escludendo i 3.980 detenuti per reati specifici previsti dall'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, i possibili fruitori di misure alternative sarebbero 19.920;
vi è un indice di sovraffollamento pari al 132,5 per cento. In particolare: 150 istituti (75,75 per cento) hanno un indice di affollamento superiore al consentito. In 53 istituti (28 per cento) l'indice risulta pari o superiore al 150 per cento. Il più alto indice di sovraffollamento si registra a Milano San Vittore (218,09 per cento), a seguire la casa circondariale di Foggia (208,36 per cento), la casa circondariale di Brescia Canton Mombello (202,75 per cento) e la casa circondariale di Taranto (198,55 per cento);
secondo il Garante dei detenuti del Comune di Milano, Giuseppe Maisto, il quadro della situazione è più che sconfortante: 90 i suicidi nel 2024, mai così tanti negli ultimi trent'anni (e sono già 16 dall'inizio del 2025), 1.892 i tentati suicidi, 11.723 gli atti di autolesionismo;
nella sola Lombardia ci sono 8.733 detenuti su 6.148 posti, con un sovraffollamento del 142,86 per cento, di questi il 45,31 per cento sono stranieri (3.980). A Milano il sovraffollamento è al 128,78 per cento (3.777 detenuti per 2.933 posti) con percentuali diverse fra i tre istituti penali: 144,92 per cento a San Vittore (1.084 “ospiti” per 748 posti, una percentuale di stranieri del 64 per cento e di tossicodipendenti del 50,55 per cento), 142,48 per cento a Opera (1.308 per 918 previsti) e Bollate al 109,3 per cento con 1.385 detenuti a fronte di una disponibilità di 1.267;
tale sovraffollamento cronico si abbina ad una altrettanto cronica mancanza di agenti di polizia penitenziaria: ne mancano 807 in Lombardia. Anche al carcere minorile Beccaria il sovraffollamento è al 143,75 per cento, con 69 detenuti su 48 posti;
la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva già condannato l'Italia con la sentenza “Torreggiani” dell'8 gennaio 2013, quando l'indice di affollamento era del 139,67 per cento. Dopo gli interventi normativi, nel 2013 la popolazione detenuta si era ridotta, ma i dati attuali indicano un nuovo aumento preoccupante;
il quadro descritto comporta un aumento dei suicidi e tentativi di suicidio nelle carceri. Secondo quanto riportato nell’ultimo dossier pubblicato dall’associazione “Antigone”, che si pone l’obiettivo di tutelare i diritti e le garanzie dei detenuti, nel 2024 si sono registrati 88 suicidi. Crescono anche gli episodi di autolesionismo, tentati suicidi e aggressioni. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’OMS in riferimento all’Italia, in carcere ci si toglie la vita ben 18 volte in più rispetto alla società esterna;
il numero di suicidi nelle carceri italiane preoccupa molto anche il Consiglio d’Europa, che in data 15 giugno 2024 ha richiamato il nostro Paese a “intervenire subito” sulla vicenda. Inoltre, secondo quanto si legge dal documento di Strasburgo, si sollecitano “misure in grado di fermare le morti”;
considerato che:
il decreto-legge n. 92 del 2024, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 112 del 2024, reca “Misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della giustizia” (cosiddetto “decreto carcere”);
gli interroganti ritengono che il decreto non sia adeguatamente strutturato per risolvere i problemi del sistema carcerario, trattandosi di provvedimenti minimalisti sul tema. Si ritiene, inoltre, che le politiche repressive, come il cosiddetto “decreto sicurezza” e il cosiddetto “decreto Caivano”, rischino di aggravare ulteriormente la situazione. Dunque sarebbe auspicabile investire nelle carceri italiane per migliorarne le condizioni, garantendo anche percorsi rieducativi efficaci e rispettosi dei diritti umani,
si chiede di sapere:
quali siano le modalità attraverso le quali il Ministro in indirizzo intende risolvere le citate criticità, al fine di migliorare la qualità della vita dei detenuti in carcere;
come e in quali termini intenda potenziare i servizi di salute mentale, attuare programmi di prevenzione del suicidio e riformare il sistema penitenziario;
quali misure imminenti intenda adottare per affrontare il fenomeno preoccupante del sovraffollamento carceri.