Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-09171
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Atto n. 4-09171
Pubblicato il 26 luglio 2005
Seduta n. 853
COMPAGNA , TONINI - Ai Ministri dell'interno, degli affari esteri e dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -
Premesso che:
il 15 giugno scorso al Cairo sarebbe stato siglato, si legge in un articolo di Magdi Allam sul "Corriere della Sera" del 25 luglio, un accordo per la creazione di un Comitato accademico italo-egiziano di "studi comparati per il progresso delle scienze umane nel Mediterraneo" tra l'università islamica di Al Azhar e un cartello di università italiane;
l'accordo sarebbe stato firmato dal Rettore di Al Azhar, Ahmed al-Tayeb, dal quale il 7 settembre 2004, in un convegno promosso a Milano dalla Comunità di Sant'Egidio, il terrorismo palestinese veniva definito "resistenza nei confronti di forze di occupazione", sicchè "la soluzione al problema israeliano si basa sulla proliferazione degli attacchi di martirio";
all'accordo del 15 giugno avrebbe contribuito soprattutto lo "sheikh" di Al Azhar, Mohamed Sayed Tantawi, ritenuto la massima autorità teologica dell'Islam sunnita, il quale il 4 aprile del 2002, ricevendo al Cairo un deputato arabo-israeliano, emise una "fatwa", in cui si affermava che "le operazioni di martirio contro qualsiasi israeliano, inclusi i bambini, le donne e i giovani, sono legittime dal punto di vista della legge islamica";
le affermazioni e le biografie dei due intellettuali arabi, interlocutori principali delle università italiane, possono a pieno titolo considerarsi segnate da quell'antisemitismo islamico, solo apparentemente riconducibile a mero antisionismo, ben ricostruito in un recente saggio di Carlo Panella (“L'antisemitismo islamico da Maometto a Bin Laden”, maggio 2005, Lindau, Torino);
alla luce di tali realtà, si è letto nei giorni scorsi in un articolo di Carlo Termignoni su "Avvenire", è stato giudicato da molti osservatori imprudente l'accordo di collaborazione culturale e di cooperazione scientifica tra l'università di Al Azhar e i nostri atenei,
gli interroganti chiedono di sapere:
se l'accordo sia soltanto momento di autonomia universitaria degli atenei che lo hanno sottoscritto;
se comunque esso non contraddica, anzi ribalti, la linea di comportamento fatta valere dal nostro paese il 9 giugno scorso alla Conferenza di Cordoba dell'OSCE sull'antisemitismo e su ogni altra forma di discriminazione;
se tale cooperazione culturale non sia un modo, trasversale e indiretto, di far venir meno quella cooperazione, discreta e fattiva, tra i servizi di sicurezza egiziano e israeliano contro il terrorismo islamico, intensificatasi dopo gli attentati del 22 luglio.