Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01740

Atto n. 3-01740

Pubblicato il 6 marzo 2025, nella seduta n. 282
Trasformato in 4-02380

VALENTE, D'ELIA, SENSI, CAMUSSO, PARRINI, FRANCESCHELLI, MARTELLA, LA MARCA, FURLAN, RANDO, BASSO, MELONI, VERDUCCI - Ai Ministri della giustizia e dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

nelle scorse settimane la cronaca giudiziaria ha riportato all'attenzione il femminicidio di Giulia Galiotto, una giovane donna di 30 anni uccisa nel 2009 a Sassuolo a colpi di pietra dal marito Marco Manzini che, dopo averla adescata in un garage con la scusa di proporle un accordo di separazione, l'aveva colpita nove volte alla testa con una pietra fino ad ucciderla. Successivamente, con freddezza, aveva gettato il corpo nel vicino fiume Secchia per simulare il suicidio della donna e aveva poi chiamato la famiglia fingendo di essere preoccupato. A seguito delle indagini e del conseguente giudizio, l'uomo, riconosciuto colpevole di omicidio, è stato condannato a 19 anni di carcere, nonché a corrispondere alla famiglia della vittima, a titolo di risarcimento del danno, la cifra di un milione e duecentomila euro, che però non aveva versato, poiché si era dichiarato incapiente;

nel 2022 Manzini, ottenuto il regime di semi libertà con affidamento ai servizi sociali, aveva ripreso a lavorare a tempo pieno con un contratto a termine in un'azienda reggiana, con mansioni analoghe a quelle che svolgeva prima dell'arresto. La famiglia della vittima, che aveva rifiutato l'offerta di Manzini di corrispondere 50 euro al mese come mediazione penale per il risarcimento, aveva ottenuto il pignoramento di un quinto dello stipendio che percepiva. Nel luglio 2024, tornato in libertà, Manzini si è licenziato dal posto di lavoro ed ha fatto perdere le proprie tracce, sottraendosi quindi all'obbligo di corrispondere il risarcimento del danno riconosciuto con sentenza passata in giudicato;

la famiglia di Giulia Galiotto ha recentemente ricevuto tre cartelle esattoriali di 6.000 euro ciascuna da parte dell'Agenzia delle entrate, cartelle che ingiungono il pagamento di tasse per la registrazione dell'ordinanza esecutiva del giudice civile, che riconosce il risarcimento spettante alla famiglia; questi importi rivendicati dall'Agenzia delle entrate sono stati calcolati sulla base dell'intera cifra precettata e non su quella effettivamente percepita; di fatto la famiglia non ha percepito alcun tipo di risarcimento a causa delle condizioni di incapienza di Manzini; i familiari di Giulia Galiotto hanno impugnato le cartelle esattoriali e la notizia delle richieste di pagamento ha sollevato grande indignazione, al punto che l'Agenzia delle entrate con un comunicato ufficiale ha manifestato vicinanza e comprensione alla famiglia Galiotto, ribadendo tuttavia la correttezza del proprio operato, motivato dall'applicazione della normativa vigente in materia di imposta di registro;

a parere degli interroganti questa vicenda rappresenta l'ennesima forma di abuso economico da parte dello Stato ai danni dei familiari di vittime di femminicidio, i quali, oltre a dover rinunciare ad un risarcimento morale solo in parte a compensazione della perdita della persona congiunta, vedono rinnovare il proprio dolore dalle pretese del fisco, in una sorta di vittimizzazione secondaria dello Stato verso i familiari della vittima,

si chiede di sapere se sussistano i presupposti per intraprendere iniziative di competenza, volte a riconsiderare l'operato dell'Agenzia delle entrate, e quali misure anche di carattere normativo i Ministri in indirizzo intendano intraprendere al fine di scongiurare il ripetersi di vicende come quella descritta.