Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01720
Azioni disponibili
Atto n. 3-01720
Pubblicato il 26 febbraio 2025, nella seduta n. 278
MISIANI, IRTO, RANDO, TAJANI, CAMUSSO, ROJC, ALFIERI, MANCA, VALENTE - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
FiberCop è una società italiana fornitrice di servizi di connettività end-to-end su tutto il territorio nazionale e, a luglio 2024, a seguito di una maxi operazione da 22 miliardi di euro, è controllata per circa il 37,8 per cento dal fondo statunitense Kohlberg Kravis Roberts & Co. LP (KKR), dal Ministero dell'economia e delle finanze del Governo italiano con il 16 per cento, dal fondo pensione canadese Canada Cpp col 17,5, dal fondo sovrano di Abu Dhabi Adia col 17,5 per cento e dal fondo infrastrutturale italiano F2i con l’11,2 per cento. In FiberCop sono confluite la rete secondaria di TIM e la rete in fibra ottica sviluppata da FlashFiber;
in data 19 febbraio 2025 è emersa nei quotidiani nazionali una preoccupante notizia, pubblicata anche sul “Financial Times”, secondo la quale il fondo di private equity americano KKR si sarebbe scontrato con il management di FiberCop in ragione di una forte caduta dei ricavi rispetto a quelli previsti pari a circa 449 milioni di euro per il 2025, e avrebbe minacciato di far fallire i piani per la società di telecomunicazioni italiana acquistata nel più grande accordo di private equity mai realizzato in Europa;
a gennaio 2025, il management della FiberCop aveva presentato previsioni sugli utili che mettono a repentaglio miliardi di euro nella prospettiva di futuri dividendi. Nella riunione svoltasi in data 16 gennaio, il CFO di FiberCop avrebbe riferito agli investitori che il management prevedeva un EBITDA inferiore di 449 milioni di euro nel 2025 rispetto a quanto KKR avesse stimato in un precedente piano aziendale concordato con gli azionisti della società e che "il deficit di EBITDA cumulativo su cinque anni sia pari a 2 miliardi di euro rispetto al piano aziendale originale di KKR";
nell’ambito di tale incontro, la dirigenza di FiberCop avrebbe reso noto che “il previsto deficit di utili si sarebbe tradotto in un taglio dei miliardi di euro di dividendi previsti dall’accordo tra azionisti da pagare nei prossimi cinque anni, altrimenti la società avrebbe dovuto aumentare ulteriormente il debito pubblico e rischiare un declassamento del rating”;
sempre il Financial Times ha riferito anche di alcune delle reazioni degli investitori presenti all’incontro come quella del responsabile delle infrastrutture digitali di Adia, Mamoun Jamai, che sarebbe rimasto incredulo che “dopo solo pochi mesi da una solida due diligence i numeri siano scesi del 20%”. Altri investitori hanno riferito al quotidiano britannico che la presentazione era semplicemente una “bozza” e che tali discussioni costituivano una parte standard del “ciclo di pianificazione”;
a fine gennaio l’amministratore delegato di FiberCop, Luigi Ferraris, si è dimesso e ora, secondo una nota interna visionata dal quotidiano finanziario britannico, “tutte le decisioni significative del suo successore richiedono la previa approvazione da parte di uno dei due dirigenti scelti da KKR”;
considerato che FiberCop, in una nota diffusa nel pomeriggio del 19 febbraio, ha riferito che “in merito alle ricostruzioni riportate dalla stampa odierna sulle proiezioni finanziarie della società, FiberCop informa che i dati previsionali relativi all’esercizio 2024 ed i dati relativi al budget 2025, che verranno presentati al Cda convocato per il prossimo 25 febbraio 2025, sono in linea con il piano pluriennale redatto ed approvato da tutti gli azionisti al momento del closing dell’operazione di scorporo della rete di Tim” e che “sono destituite di fondamento le notizie relative a presunti contrasti tra i soci, incluse le dichiarazioni attribuite ad alcuni consiglieri”;
tenuto conto che:
ad ottobre 2024 l’allora CEO Luigi Ferraris aveva dichiarato che FiberCop stava “lavorando a un piano quinquennale che include investimenti per circa 12 miliardi di euro” da approvare a dicembre 2024; proprio lo scorso dicembre FiberCop ha pubblicato per la prima volta i risultati pro forma stand-alone al 30 settembre 2024, con ricavi per 2,9 miliardi di euro, mentre l’EBITDA normalizzato e l’EBITDA normalizzato dopo il leasing (“EBITDAaL”) si attestano rispettivamente a 1,6 e 1,4 miliardi di euro; a gennaio 2025 il CEO Ferraris ha presentato le proprie dimissioni;
il mercato della telefonia fissa italiano è e resta in sofferenza. Secondo gli analisti, nel 2024, Telecom Italia, che è il principale cliente della sua ex rete, ha perso 330.000 linee fisse passando dai 7,49 milioni a fine 2023 a 7,16 lo scorso 31 dicembre, e quest’anno rischia di scendere ancora a quota 6,86 milioni;
per FiberCop investire nella conversione del rame in fibra, con ricavi in calo, è un problema che andrà gestito tagliando i costi perché gli investimenti non sono procrastinabili;
il Governo Meloni ha più volte sottolineato la volontà di creare un unico operatore di rete nazionale unificato tra FiberCop e Open Fiber;
a quanto risulta a “Il Sole-24 ore”, FiberCop starebbe anche ragionando su un piano di uscite che potrebbero arrivare a 6.000 in un triennio rispetto ai poco meno di 20.000 dipendenti attuali. Nei mesi scorsi, FiberCop ha già raggiunto un accordo con i sindacati fino a 1.800 uscite volontarie,
si chiede di sapere:
quali iniziative il Ministro in indirizzo abbia già adottato o intenda adottare affinché FiberCop mantenga l’impegno ad investire risorse nella manutenzione e nell’ammodernamento dell’infrastruttura di rete, rendendola quanto più efficiente in tutto il territorio nazionale e capace di produrre ricavi e solidità economica e finanziaria all’azienda;
quali siano le valutazioni del Governo in merito alle dichiarazioni del socio KKR rilasciate a seguito della recente caduta dei ricavi di FiberCop e con le quali si minaccia di far fallire i piani per la società di telecomunicazioni italiana e per tale via di mettere a repentaglio la funzionalità della nostra infrastruttura di rete;
quali iniziative intenda assumere nei confronti di FiberCop affinché sia garantito nei prossimi anni il mantenimento dei livelli occupazionali e affinché sia evitato il licenziamento di migliaia di dipendenti;
quali misure intenda adottare affinché il costo degli investimenti per l’ammodernamento dell’infrastruttura di rete non ricada, oltre che sui lavoratori, su operatori e cittadini in termini di incremento dei prezzi per l’utilizzo dei servizi di rete e telefonia;
quale sia la posizione del Governo in merito al progetto di fusione tra FiberCop e Open Fiber e se ritenga opportuno che tale fusione sia effettivamente realizzata ed in che tempi e modalità.