Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01835

Atto n. 4-01835

(già n. 3-01613)

Pubblicato il 13 febbraio 2025, nella seduta n. 273
Risposta pubblicata il 27 febbraio 2025 nel fascicolo n. 90

ALOISIO, MAZZELLA, LOPREIATO, BILOTTI, GAUDIANO, CATALDI, DI GIROLAMO, CROATTI, PIRONDINI, MARTON, SIRONI, BASSO, NAVE - Ai Ministri per la famiglia, la natalità e le pari opportunità e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -

Premesso che:

negli ultimi dieci anni, le adozioni internazionali hanno registrato un significativo calo, un fenomeno che merita attenzione e analisi approfondita, non solo per le sue cause, ma anche per le ripercussioni sociali e umane che comporta. Secondo i dati dell'UNICEF e di altre organizzazioni internazionali, il numero di adozioni ha mostrato una flessione costante dal 2010, con un impatto diretto sul destino di molti minorenni senza famiglia;

tradizionalmente, le adozioni internazionali rappresentavano una via percorribile per molte famiglie italiane desiderose di offrire una vita migliore a bambini provenienti da contesti difficili. Recentemente, però, l'impianto normativo è diventato più restrittivo, per una serie di norme più stringenti in materia di protezione dei dati personali e sensibili, che impediscono l'attuazione delle adozioni. Il Report 2023 della Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI) evidenzia che nel 2022 solo 698 minorenni stranieri sono stati adottati in Italia, segnando una riduzione drammatica del 77 per cento rispetto al 2012;

il processo di adozione internazionale si presenta oggi come un percorso complesso, lungo e costoso, che scoraggia molte famiglie dall'intraprendere questa strada. Inoltre, la crescente enfasi su politiche di adozione nazionale nei Paesi di origine ha ridotto la disponibilità di bambini adottabili a livello internazionale;

detto cambiamento ha radici profonde, legate probabilmente anche ad una maggiore sensibilizzazione riguardo all'importanza di mantenere i minori all'interno del proprio contesto culturale e sociale, però questo comporta anche il rischio di lasciare molti bambini in situazioni di vulnerabilità;

le conseguenze della tendenza descritta sono allarmanti: molti bambini, soprattutto in Africa, rimangono privi di famiglie e di opportunità di vita dignitosa. È fondamentale considerare che ogni bambino ha diritto a una famiglia e a un ambiente stabile e confortevole in cui crescere. La mancanza di tali opportunità non solo compromette il futuro di questi minori, ma riflette anche un fallimento collettivo nella tutela dei diritti umani;

gli interroganti sottolineano l'importanza di un'analisi approfondita e di un dibattito costruttivo su come garantire il benessere dei minori in difficoltà e su come sostenere le famiglie intenzionate ad adottare a livello internazionale. Pertanto, è necessario un approccio integrato che consideri le esigenze dei minori, le aspirazioni delle famiglie e le realtà normative dei Paesi coinvolti;

urge la creazione di accordi bilaterali con i Paesi di origine dei minori adottati, in particolare quelli non firmatari della Convenzione de L’Aja del 1993, passo cruciale per garantire che le adozioni avvengano nel rispetto dei diritti dei minori e delle famiglie. Tali accordi non solo stabilirebbero linee guida chiare, ma potrebbero anche facilitare la creazione di un sistema di monitoraggio e valutazione delle adozioni, garantendo così che ogni caso venga trattato con la dovuta attenzione e responsabilità;

considerato che:

la Repubblica Democratica del Congo (RDC), Stato vasto e culturalmente ricco, affronta gravi problemi acutizzati da disordini interni. Nonostante le criticità della problematica in questione, la promulgazione della riforma del Codice della famiglia nel 2016 ha aperto la strada alla creazione di accordi specifici per regolare le adozioni internazionali. La Commissione per le adozioni internazionali (CAI) ha avviato trattative per un accordo bilaterale con la RDC, attualmente in fase di valutazione;

secondo il report "Dati e prospettive nelle adozioni internazionali", pubblicato il 31 dicembre 2022 dalla CAI, l'Europa si conferma il continente con il maggior numero di adozioni, ma il calo dei numeri provenienti dall'Africa solleva interrogativi inquietanti sul futuro di molti bambini. La riduzione delle adozioni dalla RDC è un indicatore di una crisi più ampia che richiede un intervento urgente;

da ultimo, gli interroganti, a seguito di interlocuzioni con l'ambasciatore della Repubblica Democratica del Congo, Dino Sorrentino, ha appreso che la diplomazia italiana in Congo si sta attivando per superare alcune criticità di carattere normativo, soprattutto in materia di tutela della privacy,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione esposta e delle problematiche connesse al calo delle adozioni internazionali, in particolare dalla Repubblica Democratica del Congo;

quale sia l'attuale stato di avanzamento dell'accordo bilaterale riguardante le adozioni internazionali con la Repubblica Democratica del Congo e quali azioni intenda intraprendere per accelerare le procedure di adozione internazionale in Italia, assicurando il rispetto dei diritti dei minori e delle famiglie coinvolte;

se stia considerando iniziative diplomatiche o collaborazioni con le autorità congolesi per promuovere un contesto normativo più favorevole alle adozioni internazionali, contribuendo così al benessere dei minori in difficoltà e supportando le famiglie italiane disposte ad adottare;

quali strategie intenda implementare per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni riguardo all'importanza delle adozioni internazionali, affinché si possa creare un clima di maggiore apertura e sostegno verso le famiglie che decidono di intraprendere questo percorso.