Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01818
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Atto n. 4-01818
(già n. 3-00548)
Pubblicato l'11 febbraio 2025, nella seduta n. 271
MARTELLA - Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. -
Premesso che:
l’articolo 5 del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, recante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province”, dispone l'adozione di un “piano strategico nazionale contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica” e, al comma 2, lettera d), stabilisce il potenziamento delle forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli attraverso modalità omogenee di rafforzamento della rete dei servizi territoriali, dei centri antiviolenza e dei servizi di assistenza alle donne vittime di violenza;
l’articolo 5-bis dispone che il Ministro delegato per le pari opportunità, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, provveda annualmente a ripartire tra le Regioni le risorse finalizzate al rafforzamento della rete dei servizi territoriali, dei centri antiviolenza e dei servizi di assistenza alle donne vittime di violenza
in data 14 settembre 2022, in sede di intesa, ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, tra il Governo, le Regioni, le Province autonome e gli enti locali è stato deciso di modificare l’intesa n. 146/CU del 27 novembre 2014, relativamente ai requisiti minimi dei centri antiviolenza e delle case rifugio;
l’articolo 2 dell’intesa dispone che il centro antiviolenza debba garantire un numero di telefono dedicato, attivo tutti i giorni, compresi i festivi, 24 su 24 e collegato al 1522, nonché ai servizi essenziali della rete (Polizia di Stato, forze dell’ordine);
la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, nella relazione finale sull’attività della commissione approvata nella seduta del 6 settembre 2022, ha evidenziato la necessità di individuare un procedimento unico e snello per l’assegnazione dei fondi, al fine di evitare disparità di tutela del settore tra i vari territori regionali;
i centri antiviolenza vivono da sempre una condizione di difficoltà economica dovuta alla carenza di fondi ed alla mancanza della loro strutturalità. Molti di questi centri si basano sul lavoro volontario delle operatrici: secondo i dati ISTAT, infatti, su 4.393 operatrici impiegate presso i centri antiviolenza il contributo delle volontarie è pari al 49,3 per cento del totale del personale;
in tal senso basti pensare alla realtà del territorio regionale del Veneto, dove si registra una marcata differenza tra le diverse realtà che gestiscono i centri antiviolenza e dove, solo negli ultimi due anni, i centri antiviolenza hanno ricevuto dei fondi dedicati per sostenere le rette di accoglienza in emergenza di donne costrette ad allontanarsi dalla casa familiare per situazioni giudicate ad alto rischio: finanziamenti che coprono esclusivamente le rette di accoglienza senza alcun sostegno al lavoro in emergenza che si vorrebbe richiedere alle operatrici;
in diversi incontri preparatori le rappresentanti dei centri antiviolenza hanno evidenziato le criticità legate ad una reperibilità telefonica così concepita vista la mancanza di disponibilità finanziarie adeguate, che ad oggi comporta l’impossibilità per le associazioni e le organizzazioni registrate nell’apposito registro unico nazionale del terzo settore di sostenere il costo della reperibilità 24 ore su 24,
si chiede di sapere se in Ministro in indirizzo non intenda adoperarsi perché già in occasione del primo provvedimento utile siano stanziati ulteriori fondi al fine di garantire la possibilità per i centri antiviolenza di garantire l’assistenza richiesta ai sensi dell’articolo 2, comma 2, dell’intesa del 14 settembre 2022 raggiunta in sede di Conferenza unificata.