Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01624
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Atto n. 3-01624
Pubblicato il 23 gennaio 2025, nella seduta n. 266
BEVILACQUA, FLORIDIA Barbara, PIRRO, MARTON, PIRONDINI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e delle imprese e del made in Italy. -
Premesso che:
la società RAI Way S.p.A., controllata da RAI S.p.A., gestisce le torri e le infrastrutture di trasmissione televisiva e radiofonica, configurandosi come un asset strategico per il sistema delle comunicazioni italiane, con rilevanti implicazioni per la sicurezza nazionale e per il servizio pubblico radiotelevisivo;
RAI Way è attualmente partecipata per circa il 65 per cento dalla RAI S.p.A., con il restante capitale in mano a investitori privati, ed è soggetta a obblighi di servizio pubblico che ne definiscono il ruolo centrale nel garantire la trasmissione dei contenuti della televisione di Stato;
nel dicembre 2024, RAI Way S.p.A., EI Towers S.p.A. (società proprietaria dell'infrastruttura di rete necessaria alla trasmissione del segnale del gruppo Mediaset del quale faceva parte) e il fondo infrastrutturale F2i hanno annunciato la sottoscrizione di un memorandum di intesa volto a esplorare una fusione tra RAI Way ed EI Towers, con l’obiettivo di creare un unico grande operatore nazionale nel settore delle infrastrutture di trasmissione televisiva e radiofonica, in grado di ottimizzare le risorse e le competenze tecniche esistenti;
il Governo, sfruttando quanto stabilito dal Governo pro tempore Draghi per mezzo del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 febbraio 2022, ha indicato la volontà di ridurre la quota di partecipazione pubblica in RAI Way dal 65 fino al 30 per cento. Tale riduzione della partecipazione pubblica rischia di compromettere il controllo diretto su un’infrastruttura strategica, aprendo la strada a potenziali interferenze da parte di soggetti privati o stranieri, con ricadute sulla tutela dell’interesse nazionale;
nello stesso contesto si inserisce la vicenda di Sparkle, società strategica del gruppo TIM, che possiede e gestisce una rete globale di oltre 600.000 chilometri di fibra ottica, comprendente dorsali terrestri e sottomarine in Europa, Nord America e Sud America. Nonostante Sparkle possa rappresentare un asset fondamentale per la sovranità digitale del Paese, il Governo ha deciso di non acquistare, come inizialmente previsto e annunciato, il 100 per cento di Sparkle, ma di presentare un'offerta assieme a un fondo spagnolo (Asterion), che andrebbe ad acquisire il 30 per cento dell'azienda, lasciandone il 70 per cento in mano pubblica;
l'acquisto solo parziale di Sparkle, insieme alla riduzione della partecipazione pubblica in RAI Way e alle implicazioni della fusione con EI Towers, sembra delineare una progressiva perdita di controllo pubblico su infrastrutture cruciali per le comunicazioni e la sicurezza nazionale;
a destare ulteriori preoccupazioni sono le dichiarazioni pubbliche di alcuni dirigenti di RAI Way, che hanno espresso interesse verso il modello Starlink, sviluppato da “SpaceX” di Elon Musk, in riferimento a possibili collaborazioni per superare il divario digitale in Italia;
il modello Starlink, basato su una rete globale di satelliti in orbita bassa (LEO), è considerato rivoluzionario per la connettività in aree remote, ma presenta criticità legate alla sicurezza dei dati, al controllo pubblico delle infrastrutture e alla possibilità di una dipendenza tecnologica da un attore privato straniero, noto per le sue decisioni imprevedibili, come dimostrato in contesti geopolitici complessi;
la questione delle comunicazioni strategiche si inserisce in un contesto di crescente competizione globale tra attori statunitensi, europei e cinesi, in cui l’Italia, pur essendo parte dell’Unione europea, appare sempre più subordinata alle dinamiche decise da attori esteri, come nel caso della recente acquisizione della rete unica di telecomunicazioni da parte del fondo KKR, in cui il ruolo dello Stato italiano è stato limitato a una partecipazione minoritaria al 20 per cento;
sul piano europeo, il progetto "Iris2", promosso dall’Unione europea per la realizzazione di una costellazione satellitare in orbita bassa con finalità civili e militari, rappresenta un’opportunità strategica per rafforzare l’autonomia tecnologica del continente e ridurre la dipendenza da operatori come Starlink, ma non sarà operativo prima del 2030;
la crescente complessità del settore e l’interesse di attori internazionali richiedono una visione chiara e condivisa delle strategie di sviluppo delle infrastrutture digitali italiane, con particolare attenzione alla sicurezza nazionale, al rispetto degli obblighi di servizio pubblico e alla tutela del pluralismo e della concorrenza,
si chiede di sapere:
quali siano le effettive motivazioni alla base della decisione di ridurre la quota statale in RAI Way fino al 30 per cento e come tale scelta si concili con la necessità di preservare il controllo pubblico su infrastrutture strategiche;
quali siano i contenuti specifici del memorandum di fusione tra RAI Way, EI Towers e F2i, e in che modo si intenda vigilare affinché l’operazione rispetti i principi di trasparenza, tutela della concorrenza e protezione dell’interesse nazionale;
se si intenda fornire chiarimenti circa la coerenza strategica delle dichiarazioni pubbliche dei dirigenti di RAI Way sul modello Starlink e sugli eventuali progetti di collaborazione con la società di Elon Musk, alla luce delle implicazioni economiche, industriali e di sicurezza per il Paese;
quali siano le ragioni che hanno portato il Governo a rinunciare alla completa acquisizione di Sparkle e ad accettare il coinvolgimento di un fondo spagnolo nella gestione di un asset così rilevante per la sicurezza delle comunicazioni e per la sovranità tecnologica del Paese;
quali azioni siano state previste per garantire che eventuali modifiche nella governance e nella struttura proprietaria di RAI Way non compromettano la capacità della società di adempiere al suo ruolo di servizio pubblico, né pregiudichino la sicurezza e l’integrità delle infrastrutture;
in che modo si intenda rafforzare la trasparenza nelle strategie di gestione delle infrastrutture strategiche di telecomunicazione, inclusa RAI Way, e garantire il pieno coinvolgimento del Parlamento in tutte le decisioni rilevanti per la sicurezza e il futuro digitale del Paese.