Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01676

Atto n. 4-01676

Pubblicato il 12 dicembre 2024, nella seduta n. 253

LIRIS, MALAN, ZAFFINI, ZULLO, BERRINO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della salute. -

Premesso che:

l’articolo 122 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, ha previsto la nomina del Commissario straordinario per l’attuazione del coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19 mediante decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;

con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 18 marzo 2020 veniva individuato il Commissario nella persona del dottor Domenico Arcuri;

sempre l’articolo 122 del decreto citato attribuiva al Commissario straordinario, fra gli altri, il compito di attuare e sovrintendere ad ogni intervento utile a fronteggiare l'emergenza sanitaria, organizzando, acquisendo e sostenendo la produzione di ogni genere di bene strumentale utile a contenere e contrastare l'emergenza stessa, o comunque necessario in relazione alle misure adottate per contrastarla, nonché programmando e organizzando ogni attività connessa, individuando e indirizzando il reperimento delle risorse umane e strumentali necessarie, individuando i fabbisogni, e procedendo all'acquisizione e alla distribuzione di farmaci, delle apparecchiature e dei dispositivi medici e di protezione individuale;

durante i 26 mesi di durata della pandemia sono state impiegate ingenti risorse asseritamente spese per il contrasto del COVID-19; il Governo Conte II è ricorso per cinque volte allo scostamento di bilancio per fronteggiare l’emergenza COVID: quattro volte nel 2020 per un aumento complessivo del deficit di quell’anno di 108 miliardi e una volta nel gennaio del 2021, per altri 32 miliardi;

nel medesimo periodo sono stati indetti bandi a procedure semplificate per l’acquisto di beni e servizi volti al contrasto del COVID per circa 25 miliardi di euro, a ciò si aggiungono gli accordi quadro, ossia le procedure che prevedono un affidamento diretto all’impresa in seguito alla conclusione di una convenzione con una serie di aziende fornitrici; fino alla fine del 2020 l’80 per cento circa degli importi banditi erano dedicati all’acquisto di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale;

a distanza di anni, residuano molteplici dubbi, criticità e zone d’ombra sulla gestione della pandemia, in particolare sull’utilizzo delle ingenti risorse stanziate, così come confermato anche dalla recente sentenza n. 17025/2024 emessa dal Tribunale di Roma e pubblicata in data 7 novembre 2024, con cui la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero della salute sono stati condannati al pagamento, in favore della società JC Elettronics Italia S.r.l., della somma di 203.012.065,34 euro, oltre interessi di mora, rivalutazione monetaria, spese legali e spese di CTU per l’illegittima risoluzione di contratti di fornitura stipulati nel 2020 ad opera della struttura commissariale di Arcuri in danno alla predetta società;

oltre al danno economico, dalle informazioni apprese e pubblicate anche su noti quotidiani, emerge un quadro molto più ampio e preoccupante, poiché la stessa Autorità giudiziaria ha ipotizzato che l’illegittima risoluzione potrebbe essere stata attuata per favorire un circuito esclusivo, quello di Vincenzo Tommasi e Mario Benotti (oggi scomparso) ovvero i due mediatori della maxicommessa da 800 milioni di mascherine (non esenti da critiche tecniche) pagate 1,2 miliardi di euro, nei cui confronti la struttura commissariale non avrebbe esercitato lo stesso pressante controllo effettuato invece sulla JC Elettronics Italia S.r.l.; su tali fatti sarebbero stati aperti procedimenti a carico di Arcuri presso la Corte dei conti di cui non si conosce il definitivo esito; i fatti venuti alla ribalta delle cronache a seguito della sentenza evidenziano e denotano un modus operandi che ben potrebbe essere stato ripetuto in altri acquisti di beni e servizi in tempo di pandemia con ulteriore danno erariale e responsabilità che vanno chiarite e fatte emergere nell’interesse dell’intera comunità,

si chiede di sapere:

considerati gli ingenti danni procurati allo Stato da quanto esposto in premessa, quali iniziative anche di carattere ispettivo si intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di verificare le procedure adottate negli acquisti di beni e servizi effettuati durante la gestione della pandemia;

se si intenda agire in rivalsa nei confronti del responsabile del danno per il recupero delle somme che vengono corrisposte in forza della sentenza richiamata in premessa;

quali eventuali procedimenti giudiziari penali e civili siano pendenti o già definiti a carico di Domenico Arcuri, nella qualità di Commissario straordinario o comunque riguardanti la struttura commissariale;

quali giudizi siano aperti presso la Corte dei conti per questioni inerenti alla gestione delle risorse in tempo di pandemia.