Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-01333

Atto n. 4-01333

Pubblicato il 16 luglio 2024, nella seduta n. 207

BARCAIUOLO - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. -

Premesso che:

il lago Santo è adagiato fra le montagne dell’Appennino modenese, dove è possibile cercare funghi, passeggiare e rilassarsi in un ambiente naturale lontano dai ritmi frenetici della civiltà. Con il perimetro di 1,3 chilometri e la profondità di circa 10 metri, il lago presenta attrattive capaci di stupire ed affascinare qualsiasi escursionista. Posto ad una quota di 1.501 metri, facilmente raggiungibile sia in automobile, sia a piedi seguendo i numerosi sentieri esistenti, questo luogo risulta essere uno dei più frequentati del territorio appenninico;

ad aprile 2024 sono stati resi noti i risultati delle ultime ricerche sul problema delle piante acquatiche infestanti il lago Santo modenese, sorte conseguentemente al deposito di feci o contaminazioni portate da volatili lungo le rotte migratorie;

dopo l’allarme lanciato dalla SVA (la società che gestisce la pesca nel lago), nonché dai gestori dei rifugi e da escursionisti, l’ente di gestione parchi dell’Emilia centrale ha avviato una nuova indagine sul fenomeno, e dallo studio dell’università di Parma emerge infatti che la compagine floristica del lago risulta profondamente mutata rispetto al passato per la massiccia presenza di M. Spicatum (detto millefoglio). Nell’anno 2023 la specie ha visto una forte espansione arrivando a coprire circa il 43 per cento dell’intera superficie del bacino;

considerato che:

il costo per l’intervento di contrasto alla diffusione del Myriophyllum si aggirerebbe intorno ai 90.000 euro, come comunicato all’ente dalla bonifica parmigiana Moglia che è già intervenuta in analoghi contesti nel territorio reggiano (lago Calamone);

nonostante le sollecitazioni dei privati e del mondo politico, l’ente di gestione parchi non avrebbe finora stanziato alcun contributo proprio o regionale per la risoluzione del problema, né si sarebbe attivato in tal senso a causa della presunta onerosità dell’operazione;

risulta tuttavia che con delibera di Giunta regionale n. 369/2924 (bando per il rafforzamento della rete ecologica regionale) la Regione Emilia-Romagna abbia stanziato 10,5 milioni di euro a favore di alcuni soggetti, tra cui gli enti di gestione per i parchi e la biodiversità (Emilia occidentale, Emilia centrale, Emilia orientale, Romagna e delta del Po),

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda agire di concerto con la Regione Emilia-Romagna affinché l’ente di gestione parchi dell’Emilia centrale avvii un processo di eradicazione di questa pianta acquatica nociva che provoca notevoli danni all’ambiente e all’indotto economico di una zona importante per l’afflusso turistico nell’Appennino modenese.