Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01220

Atto n. 3-01220

Pubblicato il 26 giugno 2024, nella seduta n. 202
Svolto question time il 27 giugno 2024 nella seduta n. 203 dell'Assemblea

CAMUSSO, BOCCIA, FURLAN, FRANCESCHELLI, MARTELLA, GIACOBBE - Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. -

Premesso che:

con la legge 29 ottobre 2016, n. 199, recante "Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo", sono state introdotte norme per garantire una maggiore efficacia all'azione di prevenzione e contrasto del caporalato, prevedendo la repressione penale del fenomeno e la tutela delle vittime e dei lavoratori agricoli;

nonostante la legge e le diverse iniziative che in alcuni contesti le istituzioni hanno svolto per chiudere i “ghetti” e i campi per lo più controllati dalla criminalità organizzata, il lavoro irregolare in agricoltura continua a crescere esponenzialmente. Sono infatti numerosi i tragici episodi di caporalato e di sfruttamento del lavoro nero in agricoltura che vengono riscontrati periodicamente nel nostro Paese;

il più recente di questi episodi, che si è tragicamente concluso con la morte del lavoratore coinvolto, si è verificato ancora una volta nel territorio di Latina, che ha visto nel corso degli anni numerosi episodi di sfruttamento dei lavoratori del settore agricolo, in gran parte di nazionalità indiana; in questo ennesimo e terribile incidente verificatosi nei campi di un’azienda agricola di Borgo Santa Maria, un lavoratore agricolo di 31 anni, Satnam Singh, è stato mutilato da un macchinario, che gli ha staccato un braccio, e anziché essere soccorso è stato caricato dal datore di lavoro su un furgone ed abbandonato in strada; non è un canonico incidente sul lavoro, che già di per sé richiede maggiori strumenti di contrasto: si è di fronte ad un evento in cui la spietatezza dello sfruttamento sul lavoro ha raggiunto un livello che calpesta ogni regola di civiltà e rispetto della dignità umana; tanto più grave è che si sia verificato laddove la situazione di illegalità diffusa è nota;

considerato che:

nell’ambito delle indagini in corso da parte degli organi competenti e della Procura che ha avviato un’inchiesta per omissione di soccorso e violazioni in materia di lavoro, è già trapelata la notizia secondo la quale il bracciante vittima di questa orrenda vicenda non fosse regolatamente assunto;

come si legge nell’ultimo (VI) rapporto agromafie e caporalato dell’osservatorio “Placido Rizzotto” della FLAI CGIL, il caporalato continua ad essere un fenomeno diffuso in tutta Italia, con tassi di irregolarità degli occupati che superano il 40 per cento in Puglia, Sicilia, Campania, Calabria e Lazio, ma che sono comunque compresi tra il 20 e il 30 per cento al Centro-Nord;

dunque, se pure è vero, come affermato proprio dal Ministro in indirizzo, che non si devono criminalizzare tutte le imprese agricole per la colpa di una persona, tentare di ridurre il fenomeno dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e i gravissimi episodi correlati a una vicenda isolata dovuta al singolo individuo criminale è fuorviante, ed insufficiente soprattutto laddove si vogliano approntare più idonei strumenti di prevenzione e contrasto del fenomeno;

le norme di legge vigenti in materia, che vengono applicate quasi esclusivamente per la parte repressiva, non sono comunque di per sé sufficienti a prevenire un fenomeno tanto diffuso quanto grave, e a tutelare i braccianti costretti a lavorare in nero. Si tratta di una piaga del nostro sistema, alimentata dalla criminalità organizzata, che necessita di uno sforzo straordinario, anche da parte dell’Esecutivo, affinché si intervenga a tutela di questi lavoratori e a sostegno delle filiere legali; senza dimenticare che l’agricoltura è un settore strategico per l’economia del nostro Paese e che i braccianti agricoli, in gran parte extracomunitari e costretti all’irregolarità, rappresentano una forza lavoro indispensabile;

considerato altresì che la normativa ha in materia di caporalato ha previsto la costituzione di un tavolo per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura, presieduto dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali e composto da membri designati dai Ministeri dell’agricoltura, dell'interno, della giustizia, delle infrastrutture e dei trasporti, dall’ANPAL, dall’Ispettorato nazionale del lavoro, dall’INPS, da Carabinieri per la tutela del lavoro e Guardia di finanza, da Regioni e Province autonome e da ANCI, la cui funzione principale è la definizione e l'attuazione della strategia nazionale di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura contenuta nel piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso, che è stato aggiornato da ultimo nel 2023,

si chiede di sapere:

quali iniziative urgenti di propria competenza il Ministro in indirizzo intenda assumere, d’intesa con il Ministro del lavoro, al fine di garantire che siano intensificate, nei rapporti con le aziende della filiera, le azioni di prevenzione e contrasto al caporalato in agricoltura e di salvaguardia della salute e della sicurezza dei braccianti agricoli;

quali azioni specifiche intenda rappresentare al tavolo per il caporalato, di cui è componente, in considerazione della perdurante gravità del fenomeno del lavoro sommerso in agricoltura, quali risultati il piano aggiornato per la lotta al lavoro sommerso abbia ottenuto, e se e in quali tempi intenda riferire in merito;

quali urgenti iniziative intenda intraprendere per far crescere l’adesione delle imprese alla rete del lavoro agricolo di qualità, che di per sé obbliga al rispetto delle regole contrattuali e di sicurezza;

quali iniziative intenda porre in essere al fine di rafforzare il coordinamento tra le istituzioni interessate e favorire un aumento significativo dei controlli sul territorio, al fine non solo di scongiurare il verificarsi di ulteriori gravissimi episodi ma soprattutto di apportare un deciso cambio di passo nella lotta allo sfruttamento del lavoro in agricoltura.