Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-00935
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Atto n. 4-00935
Pubblicato il 9 gennaio 2024, nella seduta n. 142
CANTALAMESSA, PUCCIARELLI - Ai Ministri della difesa e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che:
il mar Rosso è, dal punto di vista delle comunicazioni marittime, una international waterway fondamentale per il commercio mondiale;
è interamente coperto dalle zone economiche esclusive di Egitto, Arabia Saudita, Sudan, Eritrea, Gibuti, Yemen;
il tratto di mare compreso fra lo Yemen e la Somalia, dicono le Nazioni Unite, è zona di traffici di armi di piccolo calibro di fabbricazione iraniana dirottate dagli houthi fino al Puntland, nel Corno d'Africa, e usate dalle milizie islamiste di al Shabaab;
gli attacchi sferrati dagli houthi filoiraniani alle navi cargo nel mar Rosso hanno costretto la compagnia di navigazione israeliana “Zim” a modificare la rotta delle sue navi porta container, che ora saranno costrette a circumnavigare l'Africa e a doppiare capo Horn;
l'escalation militare nel mar Rosso in queste settimane non ha fatto che peggiorare e l'Occidente sembra non sapere come reagire;
i ribelli houthi dello Yemen, una milizia sostenuta dall'Iran, hanno anche attaccato una dozzina di navi porta container e petroliere in transito nei punti di strozzatura della regione;
cinque "giganti" del trasporto marittimo hanno così ordinato a quasi 70 navi di deviare attorno al capo di Buona Speranza: la deviazione per il Sudafrica aggiunge circa 3.000 miglia nautiche, 10-14 giorni di navigazione, ai viaggi tra Asia ed Europa;
il commercio, anche italiano, è messo a dura prova dai pirati;
le deviazioni hanno un impatto enorme sia sui tempi di navigazione, sia sui costi del trasporto delle merci che, a partire dall’inizio della guerra a Gaza, sono già appesantiti da costi assicurativi maggiorati per l'elevato rischio di attacchi;
considerato che:
dall'inizio del conflitto tra Israele e Hamas, gli houthi hanno attaccato 10 navi catturandone una, e hanno lanciato circa 36 droni contro navi militari degli Stati Uniti e del Regno Unito operanti nella zona. I droni sono stati abbattuti, ma la minaccia continua ha portato molte società a considerare pericoloso il passaggio attraverso il canale di Suez. Gli assalti sono stati rivendicati come un gesto di sostegno ad Hamas e, poiché nessuna delle navi attaccate dagli houthi era diretta in Israele o apparteneva a società israeliane, è chiaro che gli attacchi vogliono aumentare la pressione sul commercio locale ed internazionale;
il nostro Paese, con 2.000 transiti di mercantili di bandiera o gestiti da operatori marittimi italiani, è tra i primi ad utilizzare la via d'acqua che congiunge, attraverso il canale di Suez e lo stretto di Bab el Mandeb, il Mediterraneo con il Corno d'Africa, il golfo di Aden ed i quadranti del golfo Persico e dell’oceano Indiano: parte di quel “Mediterraneo allargato” che costituisce a tutti gli effetti la principale area geopolitica di interesse italiano,
si chiede di sapere quali iniziative di competenza i Ministri in indirizzo intendano assumere per dare sicurezza all'area e, soprattutto, per contenere l'effetto più indesiderato del blocco, cioè l'aumento dei costi delle assicurazioni e dei trasporti marittimi e quindi conseguenze gravi sull’inflazione.