Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00247

Atto n. 3-00247

Pubblicato il 23 febbraio 2023, nella seduta n. 42

LOSACCO - Al Ministro delle imprese e del made in Italy. -

Premesso che:

in data 14 febbraio 2023, il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva i nuovi obiettivi vincolanti per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica da parte di autovetture e veicoli commerciali leggeri di nuova produzione, prevedendo l'obbligo per tali veicoli di non produrre alcuna emissione di anidride carbonica dal 2035;

questa nuova legislazione, in linea con gli ambiziosi obiettivi climatici della UE per il 2030 e il 2050, ha ingenerato una profonda preoccupazione nel settore automobilistico italiano, sia per le tempistiche, sia per il fatto che, così facendo, l'intero mercato potrebbe essere orientato verso l'elettrico, su cui oggi la filiera produttiva italiana ed europea sconta un ritardo competitivo rispetto alla Cina, che gode anche di un miglior approvvigionamento delle materie prime per lo sviluppo e la produzione delle nuove autovetture;

tuttavia, nonostante nel dibattito pubblico venga rappresentato in questo modo, nella nuova legislazione europea non si parla della sostituzione di una tecnologia (motori a benzina e diesel) a vantaggio di un'altra (l'elettrico), per quanto è evidente che quest'ultima sia quella su cui, in questo momento, ci sono i maggiori investimenti in termini di ricerca e sviluppo;

in particolare, nella nuova legislazione europea, i veicoli a idrogeno (hydrogen full cell vehicle) continueranno ad essere inclusi nelle tecnologie a zero emissioni. Il regolamento, quindi, mantiene un approccio tecnologicamente neutro con riferimento alle tecnologie a zero e basse emissioni (zero and low emissions vehicle);

considerato che:

nel 2019, un report della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo ha segnalato che nella filiera dell'idrogeno sono attive circa 120 imprese italiane, per un totale di 7 miliardi di euro di fatturato e 19.000 occupati, caratterizzate da una certa vivacità e un forte orientamento all'innovazione, per quanto si tratti principalmente di aziende di piccole e medie dimensioni;

appare quindi evidente come questo settore meriti una particolare attenzione, con politiche volte a favorirne la crescita e ad assumere nel tempo una funzione strategica per lo sviluppo industriale e del settore;

a riprova di ciò, vi è il fatto che alcuni dei più importanti player mondiali dell'automobile guardano all'idrogeno come al principale ambito su cui concentrare i propri investimenti nei prossimi anni;

rilevato che la Commissione europea, il 13 febbraio, ha adottato gli atti delegati richiesti dalla direttiva (UE) 2018/2001 dell'11 dicembre 2018 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, che stabiliscono le condizioni per definire l'idrogeno prodotto da fonti rinnovabili, passaggio cruciale per mettere l'idrogeno al pieno servizio della transizione ecologica,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario puntare sull'idrogeno per la trasformazione del comparto italiano dell'automobile, al fine di eludere il ritardo competitivo e la carenza di materie prime per lo sviluppo dei motori elettrici;

in caso contrario, quali strategie intenda adottare per contemperare gli improrogabili obiettivi di riduzione delle emissioni con la tutela del nostro tessuto produttivo e dei livelli occupazionali.