Legislatura 18ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-07399
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Atto n. 4-07399
Pubblicato il 6 settembre 2022, nella seduta n. 462
TURCO, PIRRO Elisa, ROMANO, L'ABBATE Patty, PAVANELLI Emma, GALLICCHIO Agnese, LANZI, GAUDIANO Felicia - Ai Ministri della transizione ecologica, della salute, dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
con il decreto-legge 20 luglio 2021 n. 103, recante "Misure urgenti per la tutela delle vie d'acqua di interesse culturale e per la salvaguardia di Venezia, nonché disposizioni urgenti per la tutela del lavoro", lo stabilimento ex ILVA di Taranto era stato oggetto di un finanziamento pubblico di 700 milioni di euro;
il nuovo "decreto aiuti bis " consente a Invitalia di "sottoscrivere aumenti di capitali o strumenti idonei al rafforzamento patrimoniale fino a un miliardo" in Acciaierie d’Italia;
questo nuovo finanziamento pubblico rappresenta un ulteriore tentativo di salvare un’azienda che dopo questi ultimi, lunghi, dieci anni non garantisce ancora ambiente, salute, sicurezza e sostenibilità. A fronte dell’ingente stanziamento governativo, pari a complessivi 1.850 mld di euro, si constata la scarsa chiarezza in merito alle modalità con le quali potranno essere utilizzati e destinati tali ulteriori risorse pubbliche, con elevato rischio di spreco e senza garantire una prospettiva futura sostenibile;
in precedenza, con l’articolo 21 del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, cosiddetto “decreto milleproroghe”, il Governo Draghi aveva tentato di spostare 575 milioni di euro dei fondi sequestrati ai Riva, costituenti il patrimonio di ILVA in amministrazione straordinaria, dalle bonifiche delle aree esterne al siderurgico per destinarla all’attività produttiva di Acciaierie Italia. Tale norma è stata soppressa grazie al veto del gruppo Movimento 5 Stelle espresso nelle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera;
successivamente, il comma 2 dell’art. 10 del decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21, cosiddetto “decreto energia”, nonostante il voto contrario del Movimento 5 Stelle, ha trasferito 150 milioni di euro, parte dei suddetti 575 milioni di cui all’art. 21 del decreto Milleproroghe, dalle bonifiche all’attività produttiva, decretando lo spostamento di tali risorse in favore di Acciaierie Italia, ovvero una società privata sotto il controllo del Gruppo ArcelorMittal;
nel corso della XVIII Legislatura, i senatori del Gruppo Movimento 5 Stelle hanno proposto, a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, oltre che a supporto dei lavoratori dell’Amministrazione straordinaria ex ILVA S.p.A., il disegno di legge n. 1011, recante "Introduzione dell'obbligo della valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario nell'ambito della procedura di autorizzazione integrata ambientale", avente ad oggetto la revisione delle soglie degli inquinanti, così come raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS);
con le stesse finalità i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno presentato, con riferimento alla tematica dell’inquinamento, della salute pubblica e dei lavoratori ex ILVA, numerose interrogazioni parlamentari, ordini del giorno e mozioni. In particolare, solo per citare gli ultimi, il primo firmatario ha presentato l'interrogazione 3-02973, volta a conoscere i tempi di adeguamento dei valori limite degli inquinanti previsti dal decreto legislativo n. 155 del 2010 alle nuove linee guida sulla qualità dell'aria, recentemente pubblicate dall'OMS, e la mozione 1-00444 per impegnare il Governo: ad indicare la tempistica di adeguamento dei valori limite degli inquinanti previsti dal decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155, alle nuove linee guida globali sulla qualità dell'aria (AQG 2021); a valutare l'introduzione di strumenti di valutazione preventiva e integrata dell'impatto ambientale e sulla salute pubblica; ad evitare che venga ulteriormente prolungato l'utilizzo dei combustibili fossili nelle produzioni siderurgiche a forte impatto ambientale e sanitario; a tutelare il reddito degli operai ex ILVA attraverso il loro reimpiego nelle opere di bonifica; a proporre l'istituzione di un fondo dedicato ai cittadini residenti in quartieri limitrofi alle zone industriali, affinché possano fruire di un sostegno economico per gli esami diagnostici per prevenire l'insorgere di patologie legate all'inquinamento;
considerato che:
il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza mira a realizzare la transizione ecologica. Come indicato, peraltro dall’Agenda 2030 dell’ONU e dai nuovi obiettivi europei per il 2030, per migliorare la qualità della vita e la sicurezza ambientale, oltre che per lasciare un Paese più verde e un'economia più sostenibile alle generazioni future, è necessario intervenire per ridurre le emissioni inquinanti, prevenire e contrastare il dissesto del territorio, minimizzando così l’impatto delle attività produttive sull’ambiente e sulla salute pubblica;
ad oggi non risulta redatto da Acciaierie Italia alcun piano industriale di investimenti eco-sostenibile, che contempli, l’introduzione della valutazione preventiva di impatto ambientale e sanitario, come la VIIAS, più volte sollecitata con interventi emendativi e interrogazioni parlamentari a prima firma del primo interrogante, nonché la riduzione delle soglie di inquinamento previste dal decreto legislativo 13 agosto 2010. n. 155, che sono ritenute dall’OMS elevate rispetto a quelle sopportabili normalmente dall’essere umano,
si chiede di sapere:
se sia stato realizzato un programma di investimento a cui sono destinate le ingenti risorse stanziate nel decreto “aiuti-bis” e nei precedenti provvedimenti o se si tratti di stanziamenti genericamente volti a sostenere l’aumento dell’attività produttiva;
se l’erogazione dello stanziamento sia subordinato alla presentazione di un piano industriale ecocompatibile ed economicamente sostenibile;
se sia stato previsto un vincolo di destinazione di parte delle risorse stanziate alla tutela dell’ambiente e alla salute dei cittadini di Taranto;
se si intendano sostenere pratiche di reinserimento dei lavoratori di ex ILVA S.p.A. in amministrazione straordinaria in attesa di ricollocazione da oltre 10 anni.