Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06981

Atto n. 4-06981

Pubblicato il 10 maggio 2022, nella seduta n. 430

SALVINI Matteo - Al Ministro della salute. -

Premesso che:

nella mattina del 5 maggio 2022, 25 medici del Pronto soccorso dell'ospedale "Cardarelli" di Napoli hanno presentato, e protocollato, una lettera di preavviso di dimissioni, un gesto di protesta al fine di denunciare la grave situazione in cui versa il reparto di urgenza dell'ospedale più grande del sud Italia;

nella lettera i medici hanno messo in luce la grave situazione di sovraffollamento, con i pazienti che sono costretti ad aspettare diverse ore prima di poter essere visitati, sistemati su barelle senza il giusto distanziamento e senza il rispetto della privacy, nonché turni intensivi, per sopperire alla carenza del personale, anche di 18 ore continuative;

diverse testate giornalistiche hanno pubblicato le evidenze di quanto sostenuto nelle innumerevoli segnalazioni dei cittadini, dove sono oggettivizzate situazioni estremizzate per carenze assistenziali e gestionali;

tali condizioni sono inaccettabili e non garantiscono la sicurezza, né del personale, né delle persone che si rivolgono alla struttura e, soprattutto, manifestano l'impossibilità per i medici di poter assistere adeguatamente i pazienti;

negli ultimi mesi, i dirigenti della struttura ospedaliera sono stati costretti più volte, sotto la pressione incalzante delle richieste di accesso, a chiudere per qualche ora il reparto;

in una nota la direzione del Cardarelli, in merito alle criticità rilevate, comunica di aver «attivato ogni possibile provvedimento atto a decongestionare il DEA e ripristinare in tempi brevi la normale attività»;

il direttore generale, intervistato sul punto, parla di una situazione di sofferenza oggettiva, di cui l'ospedale soffre dall'inizio dell'emergenza epidemica, e prosegue tuttora, anche perché concausa la grave carenza di personale medico, soprattutto dell'emergenza-urgenza, la riconversione di molti reparti COVID, sommata alla mancata presa in carico sul territorio che alimenta inappropriatamente flussi diretti verso i pronto soccorso della rete ospedaliera;

da tempo i parlamentari del Gruppo Lega Salvini Premier hanno avuto modo di evidenziare come la gestione della pandemia abbia mostrato le carenze del sistema di emergenza-urgenza del Paese, proponendo soluzioni contemplate da ultimo nel disegno di legge AS 2153, oltre in numerosi atti ed interventi di iniziativa e impulso (tra cui, la risoluzione sull'Affare 456, sui profili sanitari della cosiddetta fase due: strategie ante e post COVID-19 e gli interventi in 12ª Commissione permanente (Igiene e sanità) del Senato sull'affare assegnato 569, sul potenziamento e riqualificazione della medicina territoriale nell'epoca post COVID), stante la necessità di un riordino complessivo, coniugando prevenzione e medicina predittiva nell'aggiornamento del sistema di emergenza-urgenza da integrare con la medicina di cure primarie, al fine di assicurare risposte omogenee sul territorio in termini di efficacia, efficienza, tempestività, equità e qualità del servizio offerto;

è urgente un cambio di passo in termini di integrazione e rafforzamento organizzativo funzionale, sia delle attività di emergenza-urgenza extra ospedaliera che ospedaliera per la presa in carico dei bisogni sia nell'ordinarietà che nelle emergenze come quella da COVID-19, nonché superare gli accessi inappropriati ai pronto soccorso, rafforzando la rete territoriale di presa in carico, mettendo in campo soluzioni appropriate che non possono prescindere da correttivi normativi e meccanismi stringenti di monitoraggio, valutazione e controllo, come ripetutamente indicato e suggerito;

ad aggravare tale situazione vi è anche il disagio lavorativo dei professionisti dell'emergenza urgenza, e i problemi connessi al loro trattamento economico,

si chiede di sapere alla luce delle osservazioni esposte in premessa, quali interventi il Ministro in indirizzo intenda adottare in tempi rapidi, anche attraverso l'utilizzo della normativa d'urgenza, per evitare il reiterarsi di gravi episodi come quello descritto in premessa, assolutamente non degni di un Paese civile, individuando idonee soluzioni sulla base delle indicazioni prospettate dal dibattito parlamentare sul tema dell'emergenza-urgenza.