Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06902

Atto n. 4-06902

Pubblicato il 7 aprile 2022, nella seduta n. 424

GRANATO - Al Ministro della giustizia. -

Premesso che a quanto risulta all'interrogante:

il giudice monocratico del Tribunale di Napoli nord, ha emesso, in data 11 marzo 2022, un'ordinanza nei confronti di V. M. contenente la misura cautelare del divieto di avvicinamento, per una distanza pari ad almeno 300 metri, alla signora L. D. R.;

da quanto appreso dall'interrogante, il pubblico ministero, a seguito delle querele della persona offesa, aveva richiesto al giudice l'applicazione delle misure cautelari del divieto di dimora nel comune di Giugliano in Campania e del divieto di avvicinamento a D. R., imputando a M. la commissione del reato di stalking, di cui all'articolo 612-bis del codice penale (rubricato "atti persecutori"); ai sensi del comma 1 del suddetto articolo, la configurazione di tale reato è prevista con condotte reiterate di minaccia o molestia, tali da cagionare "un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita";

nell'ordinanza citata, in cui si enucleano i particolari della condotta tenuta da M., il giudice ha ritenuto che la misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Giugliano in Campania fosse sproporzionata, non essendo ancora definito il quadro indiziario di riferimento; dall'altra parte, ritendendola invero proporzionata, è stata disposta la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa;

valutato che:

sovente, fatti di cronaca riportano una stretta correlazione tra lo stalking e il femminicidio; molte donne vittime di violenza privata e atti persecutori, infatti, avevano in precedenza denunciato gli abusi e le angherie subite, non riuscendo tuttavia ad ottenere provvedimenti limitativi della libertà del perseguitante risultati, in seguito, efficaci;

a parere dell'interrogante, dunque, occorre agire al più presto per incrementare il grado di incisività delle misure cautelari che possono essere disposte dall'autorità giudiziaria in via preventiva, onde evitare l'aggravamento, spesse volte preludio di esiti fatali, della situazione;

secondo recenti dati diffusi dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale riportati da "Rainews" in relazione ai reati contro le donne in Italia, "i reati spia nel 2021 hanno fatto registrare una diminuzione rispetto al 2019 (da 41.799 a 39.166). Ma, allargando lo sguardo invece negli ultimi 4 anni, rispetto al 2018, i dati dello scorso anno indicano invece un aumento dei reati di stalking (+18%), maltrattamenti contro familiari e conviventi (+30%) e violenza sessuale (2%)"; secondo la Direzione, dunque, "i numeri confermano la necessità di riservare alla violenza di genere la massima attenzione, non solo nella prevenzione e nel contrasto, ma anche nel supporto alle vittime e nelle campagne informative mirate a rimuovere quegli ostacoli socio-culturali che, prevedibilmente, faranno sì che il fenomeno persista anche nel prossimo futuro";

considerato, inoltre, che una recente sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione (15 luglio 2021), che ha suscitato un ampio dibattito al livello dell'opinione pubblica, ha stabilito che il reato di stalking non possa ritenersi un'aggravante nel caso di omicidio commesso dopo l'esecuzione di condotte persecutorie poste in essere dall'agente nei confronti della persona offesa, in quanto quest'ultimo si configurerebbe quale reato complesso,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, nell'ambito delle proprie competenze, non reputi opportuno intervenire al fine di incrementare il livello di tutela personale delle persone offese, in primo luogo delle donne, nell'ambito delle misure cautelari che possono essere disposte in relazione alle imputazioni per il reato di stalking (art. 612-bis del Codice penale), considerato il principale "reato-spia" nei casi di femminicidio.