Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02995
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Atto n. 3-02995
Pubblicato il 21 dicembre 2021, nella seduta n. 389
CORRADO , ANGRISANI , GRANATO , LANNUTTI - Al Ministro della cultura. -
Premesso che risulta agli interroganti che, con l'uscita di scena di Carlo Fuortes, amministratore delegato della RAI dal 16 luglio 2021, la Fondazione Teatro dell'Opera di Roma capitale sia rimasta priva del sovrintendente, unico suo organo di gestione;
considerato che:
in un articolo di Valerio Cappelli sul "Corriere della Sera" del 13 dicembre 2021, che riprende un'anticipazione del 24 ottobre della stessa prestigiosa testata milanese ("Teatro dell'Opera, dopo Carlo Fuortes arriva Francesco Giambrone" sull'edizione romana), si dà per certa la nomina, in sostituzione di Fuortes, di Francesco Giambrone, oggi sovrintendente del teatro Massimo di Palermo e presidente dell'Associazione delle fondazioni lirico-sinfoniche (ANFOLS) ("Francesco Giambrone sarà il nuovo sovrintendente dell'Opera di Roma" su "roma.corriere");
la conferma di Giambrone a Palermo, nell'estate 2019, era stata contestata dal Ministro pro tempore Bonisoli con una lettera al consiglio d'indirizzo della fondazione, trattandosi del fratello del vicesindaco ed ex senatore Fabio ("Bonisoli, inopportuna nomina Giambrone" su "ansa"), ma era stata poi ratificata ugualmente dopo le violente accuse di un'ingerenza illecita del vertice del Ministero non consentita dalla "legge Bray" ("Il Ministro Bonisoli contro Giambrone, uomo chiave del Teatro Massimo di Palermo" su "artribune"). In realtà, lo statuto della fondazione palermitana, approvato con decreto ministeriale 24 gennaio 2014, all'art. 10, comma 1 riserva la nomina del sovrintendente alla "Autorità statale competente in materia di spettacolo" proprio ai sensi della legge n. 112 del 2013;
quanto a Roma, Cappelli scrive anche che Francesco Giambrone: "era il candidato del potente Salvo Nastasi, segretario generale al Ministero dei beni culturali, e dunque del titolare del dicastero di Dario Franceschini, che deve ratificare la nomina su proposta del Sindaco". Due righe più sopra, però, aveva snocciolato i nomi delle candidate in pectore di Roberto Gualtieri, presidente della fondazione e membro di quel consiglio d'indirizzo presieduto appunto dal sindaco al quale spetta la proposta di nomina del sovrintendente che il Ministro è chiamato a ratificare (si veda lo statuto del 2015), candidature sacrificate preventivamente ai desiderata del "potente Salvo Nastasi";
valutato che:
ex art. 13, comma 2, del decreto legislativo n. 367 del 1996, il sovrintendente "è scelto tra persone dotate di specifica e comprovata esperienza nel settore dell'organizzazione musicale e della gestione di enti consimili"; le nomine dei sovrintendenti, già spettanti ai rispettivi consigli di amministrazione ex art. 4, comma 1, della legge n. 6 del 2001, sono oggi proposte dai consigli d'indirizzo e ratificate dal Ministro della cultura;
all'interno di ciascun consiglio di indirizzo, un componente è designato dal Ministero, che ha compiti di sorveglianza nei confronti delle fondazioni, in capo alla Direzione generale spettacolo; su quest'ultima, il segretario generale esercita funzioni di coordinamento in attuazione degli indirizzi del Ministro (ex decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 169 del 2019);
nominato ai sensi dell'art. 19, comma 3, del decreto legislativo n. 165 del 2001 e operante alle dirette dipendenze del ministro Franceschini ex art. 6 del decreto legislativo n. 300 del 1999, segretario generale del Ministero della cultura è oggi l'avvocato Salvatore Nastasi, assunto dal Ministero quale funzionario amministrativo nel 2000;
Salvatore Nastasi ha ricoperto ruoli apicali in diverse amministrazioni pubbliche, compresa quella che si occupa (anche) di spettacolo dal vivo, suo ambito d'interesse privilegiato, affiancando più ministri: capo di gabinetto con Bondi, Galan e Ornaghi, è tornato al Collegio Romano, come segretario generale, con il ministro Franceschini, entrambi poi confermati nell'Esecutivo Draghi. Le "piroette" di Nastasi sono state richiamate in un memorabile articolo su "il Fatto Quotidiano" del 7 settembre 2019, che riporta numerose imbarazzanti intercettazioni telefoniche e firmato da un improbabile Romano Collegi ("Il ritorno dei dinosauri. Garofoli e Nastasi verso Mef e Mibact" su "ilfattoquotidiano");
con Franceschini per la seconda volta ai beni culturali, Nastasi ha in effetti ricevuto un primo incarico dirigenziale di livello generale affidatogli il 13 settembre 2019 ai sensi del comma 6 dell'art. 19 del decreto legislativo n. 165 del 2001, compensato con 182.018,45 euro annui, poi rinnovato il 23 febbraio 2021; negli atti di nomina, peraltro, non si fa cenno alcuno al soddisfacimento delle condizioni necessarie per il conferimento di quel comma 6. Oggi, sul portale del Ministero, alla voce "Incarichi amministrativi di vertice - Dirigenti" della sezione "Trasparenza", aggiornata il 17 dicembre 2021, non c'è ancora traccia del documento attestante il conferimento del nuovo incarico di segretario generale accordatogli nella terza stagione di Franceschini al Collegio Romano,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia al corrente del fatto che il citato articolo di Valerio Cappelli ha identificato "il titolare del dicastero" nel segretario generale anziché nel Ministro, lasciando dunque intendere che lo stesso non svolga il ruolo di vertice politico a lui istituzionalmente spettante;
se la presunta ingerenza nella scelta del sovrintendente del teatro dell'Opera di Roma sia già stata smentita ufficialmente dallo stesso Ministro o se questi intenda avallare l'opinione, diffusa dalla stampa, di un ribaltamento di ruoli per cui il titolare del dicastero subirebbe le decisioni del vertice amministrativo del Ministero;
se, inoltre, non ravveda la necessità di smentire la circostanza che il vertice politico-amministrativo del Ministero abbia imposto al primo cittadino di Roma il proprio candidato a sovrintendente, invece di limitarsi a ratificare la proposta del consiglio d'indirizzo della fondazione, violando le prerogative di quello e del sindaco-presidente;
se sappia riferire per quale ragione Francesco Giambrone sia riuscito a superare prima l'ostilità del ministro Bonisoli, dettata da oggettive ragioni di opportunità, al suo rinnovo a Palermo, poi ad imporsi con il successore, Franceschini, se i fatti daranno ragione a Cappelli, sulle presunte candidate del sindaco Gualtieri, senza che questa volta alcuno gridasse allo scandalo per l'ingerenza del Ministero in una scelta riservata al consiglio d'indirizzo della fondazione.