Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08513

Atto n. 4-08513

Pubblicato il 14 aprile 2005
Seduta n. 782

FILIPPELLI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'ambiente e per la tutela del territorio. -

Premesso che:

il decreto-legge n. 14 del 2005, approvato dal Parlamento, prevede una particolare procedura volta ad estinguere i debiti vantati dai concessionari degli impianti per la produzione di combustibile derivato dai rifiuti nei confronti dei comuni campani;

il Governo alla Camera ha soppresso l’articolo 4-bis – introdotto al Senato – che prevedeva l’estensione della procedura prevista per la regione Campania anche alla regione Calabria;

tale iniziativa del Governo viene considerata dall'interrogante, e da tutta la popolazione calabrese, come un atto gravissimo;

con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 dicembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 305 del 23 dicembre 2004, è stato dichiarato lo stato di emergenza ambientale nella regione Calabria;

tutte le società che operano nel settore dello stoccaggio dei rifiuti e della depurazione dell'acqua sono al dissesto finanziario, hanno già iniziato a licenziare lavoratori e, perdurando questa situazione, saranno costrette alla chiusura, con gravissimi danni sia sul piano occupazionale che su quello ambientale; c'è il rischio concreto, infatti, di un blocco dei depuratori, che avrebbe come conseguenza un'emergenza sanitaria e l'inquinamento delle coste, che sono una delle maggiori risorse economiche per la Calabria grazie al turismo;

la situazione debitoria dei Comuni calabresi è inoltre molto preoccupante, e sono pertanto impossibilitati a fronteggiare una tale emergenza;

l'attivare un meccanismo perverso che baratta lo sviluppo della Calabria con quello della Campania innesca una esecrabile guerra tra poveri, che va a solo danno di tutto il Mezzogiorno,

l'interrogante chiede di sapere:

se rientri tra gli intendimenti del Governo l’individuazione, per la regione Calabria, dei rapporti ai quali si riferiscono le attività solutorie in questione e l’approntamento di tutte le misure necessarie allo svolgimento delle attività stesse, ivi compresa la eventuale nomina di commissari straordinari;

se il Presidente del Consiglio ed il Ministro in indirizzo non ritengano giusto e corretto che il Governo debba cercare soluzioni alternative che siano esclusivamente frutto di valutazioni in favore dei cittadini, senza che questo vada però a danneggiare l'ambiente, il territorio e le risorse economiche della Calabria, e che questa scelta non sia invece frutto di cinici calcoli politici all'indomani della sconfitta elettorale del centro-destra nel Governo regionale della Calabria;

come il Governo intenda agire per difendere e tutelare, con tenacia e tempestività, il Sud ed in particolare una Regione, come la Calabria, che sconta di per sé gravi ritardi e già penalizzata da questo Esecutivo nell'ultima legge finanziaria - una scatola vuota ed uno schiaffo per il Sud - e in cui una ennesima offesa rappresenterebbe una ulteriore aggravante in un contesto già negativo dal punto di vista economico e sociale e potrebbe anche provocare problemi di turbamento dell'ordine pubblico;

se il Presidente del Consiglio e il Ministro in indirizzo non ritengano che tutto ciò viene fatto sulla pelle dei cittadini calabresi, esasperati e danneggiati nelle loro possibilità di sviluppo e che oramai non ne possono più di promesse e chiacchiere, ma vogliono fatti e chiarezza;

se il Presidente del Consiglio e il Ministro in indirizzo non ritengano che il Governo debba dare una parola definitiva sulla sua volontà di dotare finalmente la Calabria di infrastrutture adeguate a fare da volano per uno sviluppo duraturo e strutturale, invece di proporla a pattumiera italiana;

se non si ritenga che il Governo, per l'ennesima volta, dimostri con questi atteggiamenti la scarsissima attenzione nei confronti del Sud e della Calabria in particolare, visto che non sembra una sua priorità rendere degne di un paese civile le strade calabresi, incentivare il suo sviluppo economico e difenderne l'occupazione.