Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08436

Atto n. 4-08436

Pubblicato il 5 aprile 2005
Seduta n. 772

FRANCO VITTORIA , ACCIARINI , MODICA , TESSITORE - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -

Premesso che:

il CNR ha deciso di dismettere la sede dell’area Roma 3, sita in viale Marx, e di trasferire entro e non oltre il 14 maggio 2005 i numerosi istituti ivi residenti in altre sedi, delle quali alcune a tutt’oggi non ancora definite;

tale decisione è stata comunicata per iscritto ai diretti interessati lo scorso 15 marzo;

in particolare non è stata ancora indicata la nuova sede dove si dovrà trasferire l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (ISTC), attualmente costituito da 50 persone in tale sede;

i sindacati hanno chiesto di conoscere un piano completo delle nuove localizzazioni dei laboratori, pur non dichiarandosi contrari al trasferimento;

negli incontri con i sindacati i dirigenti del CNR hanno dichiarato di non avere alcuna soluzione per la nuova sede dell’ISTC;

secondo fonti sindacali, negli incontri informali alcuni dirigenti del CNR avrebbero addirittura chiesto ai ricercatori di cercare qualcuno che li ospiti, non essendo in grado l’ente di risolvere il problema;

secondo altre notizie informali, l’ente starebbe cercando una soluzione di emergenza per guadagnare tempo fino alla individuazione definitiva della sede; in questo modo, però, si renderebbe necessario un doppio trasloco nell’arco di breve tempo, con un aggravio di costi e un forte disturbo all’attività di ricerca;

a poche settimane dal trasferimento i ricercatori dell’ISTC non sono in grado di sapere quale sarà la nuova sede; tutto ciò crea gravi danni e ostacoli nell’organizzazione e realizzazione della ricerca, nella programmazione delle attività e nelle relazioni nazionali ed internazionali dell’Istituto;

l’incertezza della sede costituisce anche segnale negativo per l’immagine internazionale dei laboratori interessati;

risulta incredibile agli interroganti che un grande ente come il CNR affronti con tale superficialità il trasferimento di un proprio Istituto, segnalando in tal modo non solo improvvisazione nella gestione organizzativa, ma soprattutto il disprezzo in cui tiene la ricerca e i suoi operatori, in evidente contrasto con le necessità di innovazione del Paese tante volte enfatizzate dall’attuale Governo;

tale clamorosa disorganizzazione rende anche poco credibili i propositi manifestati dal Ministro sulla managerialità che deve improntare la gestione del CNR;

la volontà di razionalizzare le sedi e la gestione del patrimonio è sicuramente positiva, ma andrebbe attuata con adeguata programmazione e precisa definizione degli obiettivi; la dismissione irrazionale delle sedi, come nel caso in oggetto, dichiara una volontà di destrutturazione dell’Ente piuttosto che il suo rilancio,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza delle suddette vicissitudini nel trasferimento delle sedi del CNR;

se ritenga una buona prova di gestione manageriale decidere il trasferimento di un istituto di ricerca senza avere a disposizione una sede alternativa;

se rientri tra i suoi intendimenti valutare i danni economici, di immagine, di produttività nonché di perdita di professionalità e competitività che comporta un doppio trasloco, prima in una sede provvisoria e poi forse in quella definitiva;

se ritenga compatibile tale improvvisazione con le delicate attività, la complessità organizzativa e le intense relazioni internazionali di un istituto di ricerca;

se rientri tra i suoi intendimenti chiederne spiegazioni al Presidente del CNR.