Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05344

Atto n. 4-05344

Pubblicato il 22 aprile 2021, nella seduta n. 319

LANNUTTI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che:

il sindacato dei dipendenti bancari FABI (Federazione autonoma bancari italiani) ha siglato un accordo con l'Associazione banche italiane (ABI) che prevede fino alla fine della pandemia un ampio utilizzo dello smart working, andando in deroga rispetto al contratto nazionale;

da quanto fa sapere la FABI, le banche vorrebbero approfittare dell'abitudine dei dipendenti allo smart working per istituzionalizzarlo e renderlo più diffuso e stabile possibile, e questo permetterà agli istituti di credito di abbattere i costi: buoni pasto, trasferte e diarie. Per i bancari una decisione del genere comporterebbe, di contro, la distruzione dei loro profili di carriera. E per i clienti un ulteriore allontanamento dal rapporto di fiducia personale che dovrebbe intercorrere con la banca;

se ciò avvenisse, secondo la FABI, le banche diventerebbero ostaggio, più ancora di quanto lo sono adesso, delle società di consulenza, che arriverebbero a guadagnare cifre mai viste fino ad ora. Ne guadagnerebbero anche gli azionisti, che vedrebbero i loro dividendi aumentare considerevolmente;

anche a causa della pandemia, tutti gli istituti di credito hanno ricevuto aiuti da parte dello Stato. Cosa che implica responsabilità innanzitutto nei confronti della comunità, ancor prima che verso i loro azionisti;

considerato che secondo la FABI, le banche sono sempre più indirizzate verso la vendita di prodotti commerciali a scapito della loro naturale propensione al credito. Dunque, secondo la Federazione dei bancari, molti istituti di credito obbligano i propri dipendenti a occuparsi principalmente della vendita dei prodotti commerciali, legando questo aspetto del loro lavoro (che dovrebbe essere secondario) agli stipendi e ai premi erogati ai dirigenti, i quali, a loro volta, obbligano i propri sottoposti a orari massacranti e a svolgere lavori che non competono loro;

considerato, inoltre, che:

in base a uno studio realizzato dalla UILCA e dal Centro Studi "Orietta Guerra", l'amministratore delegato di una banca italiana guadagna in media 44 volte lo stipendio di un suo dipendente, stimato in 28.000 euro. Mentre secondo uno studio del sindacato FIRST CISL, gli amministratori delegati arriverebbero a prendere fino a 122 volte in più;

secondo FIRST CISL, infatti, Jean Pierre Mustier, amministratore delegato di UniCredit fino all'arrivo di Andrea Orcel, incassava 6.200 euro al giorno con la parte azionaria, totale 2,3 milioni di euro che, raffrontati ai salari medi del gruppo, sono pari a 53 volte quello medio di un suo dipendente. Mentre ora il nuovo amministratore delegato Orcel guadagnerà in Unicredit fino a 7,5 milioni l'anno: 2,5 milioni di euro fissi e 5 milioni variabili (ma nel primo anno sono "garantiti"). Il CEO di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, nel 2020 ha guadagnato 5,36 milioni di euro: 2,6 milioni di stipendio fisso, 1,4 milioni di remunerazione variabile nel breve periodo e 1,3 milioni di variabile di lungo periodo (dati 2020). Per raggiungere questa cifra in Intesa Sanpaolo ci vorrebbero 122 dipendenti. Carlo Cimbri, numero uno di Unipol, riceve ben 5,6 milioni di euro all'anno, grazie anche al fatto che in quattro anni si è raddoppiato lo stipendio fino a raggiungere appunto la cifra record che gli ha permesso di aggiudicarsi la palma per il banchiere più pagato d'Italia. Incassi imponenti anche per Marco Morelli, amministratore delegato del Monte dei Paschi fino a maggio 2020, con 1,1 milione di euro all'anno, ovvero la paga di 22 dipendenti dell'istituto di credito più antico d'Italia. Mentre L'ex amministratore delegato di MPS (dal 18 maggio al 31 dicembre 2020), Guido Bastianini, avrebbe percepito 295.697 euro. L'amministratore delegato di Banco BPM, Giuseppe Castagna, nel 2020 ha guadagnato 1,49 milioni di euro. Nel 2021 il suo compenso è salito a 1,688 milioni di euro all'anno,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto riportato in premessa;

quale sia la valutazione del Governo in merito ad un uso massiccio di smart working nelle banche, anche dopo la fine della pandemia, in quanto il suo uso peggiora oggettivamente il rapporto banca-cliente, nonché le condizioni di lavoro dei bancari, arricchendo invece a dismisura i dirigenti bancari;

se intenda fissare un limite massimo nel rapporto tra i guadagni dei dirigenti bancari e quello dei loro dipendenti, o quantomeno valutare un tetto massimo, considerando anche le grandi difficoltà economiche che vivono gli italiani a causa della pandemia;

se intenda fissare dei limiti alle esternalizzazioni del lavoro bancario nei confronti delle società di consulenza e dei consulenti in generale;

se intenda fissare dei limiti alla commercializzazione di prodotti finanziari all'interno delle banche.