Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02306
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Atto n. 3-02306
Pubblicato il 2 marzo 2021, nella seduta n. 301
CANGINI - Al Ministro della salute. -
Premesso che:
con riferimento alla tutela della salute pubblica e del paziente, a parere dell'interrogante è necessario che ogni scelta organizzativa di una struttura sanitaria sia assunta con i principi di ottimizzazione delle risorse tecnico-scientifiche e del personale che vi lavora, perché l'erogazione dei servizi e delle prestazioni siano di livello e che avvengano con continuità, senza nocumento alcuno per il paziente, in particolar modo per il paziente anziano, più vulnerabile per l'età e che necessita di cure ed assistenza più articolate;
da circa due anni si è assistito ad un progressivo impoverimento delle potenzialità specialistiche del polo ospedaliero INRCA-IRCCS di Ancona, un ospedale completo ed in grado di garantire una risposta al paziente anziano e fragile offrendogli sicurezza e professionalità. La struttura, che ha sempre avuto una riconosciuta valenza a livello nazionale, ha subito, inspiegabilmente, un "declassamento" a favore dell'ospedale di Osimo, un ospedale minore, già sotto l'azienda sanitaria unica regionale, e che è stato rilevato dall'istituto INRCA proprio per evitarne la chiusura (come si è verificato per altri ospedali, quali quelli di Recanati, Loreto, Chiaravalle, Montegranaro eccetera);
sulla base della documentazione ricevuta e dagli articoli sulla stampa locale, le decisioni assunte negli anni 2020 e 2021 dal direttore generale dell'istituto a favore dell'ospedale di Osimo parrebbero aver determinato un completo e non funzionale stravolgimento del polo ospedaliero, con spostamento dei malati e del personale medico ed infermieristico, oltre alla chiusura del reparto di chirurgia generale e vascolare, con conseguente arresto degli interventi chirurgici;
in particolare ha fatto discutere il trasferimento del reparto di chirurgia e del piede diabetico ad Osimo e la sua sostituzione con un'area per il trattamento di malati COVID-19: sulla scelta l'associazione tutela diabetici ha espresso apprensione in quanto le persone affette da diabete presentano spesso anche delle comorbilità, quali malattie cardiovascolari e la necessità di dialisi in strutture organizzate per offrire questo tipo di assistenza. Tali strutture nell'ospedale di Osimo, essendo un nosocomio a bassa intensità di cura, sono assenti. Anche medici e personale ospedaliero di Ancona hanno valutato con perplessità questo spostamento che riguarda essenzialmente pazienti anziani, alcuni dei quali affetti da COVID-19;
i chirurghi del polo ospedaliero hanno più volte manifestato, in forma scritta, la loro assoluta contrarietà a svolgere interventi ad Osimo per la mancanza sia dei requisiti necessari come struttura che dello strumentario adeguato per far fronte ad eventuali problemi chirurgici vascolari. Il direttore generale ha risposto a queste contrarietà solo verbalmente, non riconoscendo l'esistenza di reali ed oggettivi problemi tecnici,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda verificare i fatti esposti;
se le scelte del direttore generale del polo ospedaliero INRCA-IRCCS di Ancona abbiano determinato delle criticità per un'ottimale assistenza dei pazienti, in particolar modo per quelli anziani;
se, come sostenuto da numerosi medici del polo ospedaliero, la scelta di trasferire da Ancona ed Osimo il reparto di chirurgia e del piede diabetico abbia comportato disagi per i pazienti ed interruzione di interventi chirurgici per la non idoneità della struttura di Osimo, ovvero per la mancanza di strumentazioni adeguate;
se la scelta di trasferire malati COVID-19 ad Ancona invece di adibire l'ospedale di Osimo, che ha letti disponibili e non è attrezzato al trattamento di interventi complessi come quelli chirurgici, sia stata attentamente valutata dal direttore generale con relazioni tecnico-scientifiche che provino la correttezza della decisione assunta;
considerati gli articoli nella stampa locale e i contenuti di un atto depositato presso la Procura della Repubblica di Ancona, se la decisione di 20 professionisti di indiscussa competenza medica e chirurgica di lasciare il polo ospedaliero e di proseguire la loro attività in altre strutture pubbliche o private, o anticipando il pensionamento, possa essere stata dettata dalla preoccupazione che la riorganizzazione dei raparti e delle unità ospedaliere nel non soddisfare pienamente le necessità dei pazienti avrebbero potuto avere ricadute negative anche sulla loro attività professionale e reputazione;
se corrisponda al vero che il pronto soccorso dell'ospedale di Osimo, che è qualificato regionale, non ha il necessario supporto di cardiologia, neurologia, nefrologia e dialisi.