Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02304
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Atto n. 3-02304
Pubblicato il 2 marzo 2021, nella seduta n. 301
BINETTI - Ai Ministri della giustizia e del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
tutti i minori coinvolti nella vicenda processuale legata alla "questione Bibbiano" sono rientrati a casa, presso le loro famiglie di origine, ma ognuno di loro, genitori e figli, porta su di sé le conseguenze di un totale stravolgimento delle valutazioni sui genitori effettuate negli anni dai servizi sociali della val d'Enza, come conferma la relazione depositata dal sostituto procuratore di Reggio Emilia, Valentina Salvi, titolare dell'inchiesta "Angeli e demoni";
l'ultimo sviluppo del caso Bibbiano è una buona notizia: 4 bambini che erano stati tolti al padre sono tornati a casa; lo ha deciso la prima sezione del tribunale ordinario di Parma, nell'ambito dell'inchiesta "Angeli e demoni", indagine che, come è noto, riguardava il presunto sistema illecito di gestione dei minori in affido nel Comune, basato sulla manipolazione delle testimonianze dei bambini da parte di assistenti sociali e psicologi;
i 4 bambini sono i primi a tornare a casa su oltre 70 minori allontanati dalle loro famiglie. Due dei 4 bambini erano stati affidati proprio alla direttrice dei servizi sociali, lei stessa indagata nell'inchiesta, Federica Anghinolfi. Da oltre un anno i servizi sociali della val d'Enza avevano allontanato i due ragazzi dal padre, che aveva perso anche la potestà genitoriale;
le situazioni dei bambini, nell'arco degli ultimi mesi dalle esecuzioni delle misure cautelari, sono state valutate da altri servizi sociali e psicologi che hanno auspicato quanto prima il loro ritorno in famiglia;
le indagini, a quanto si apprende, erano iniziate circa un anno prima, dopo che la procura aveva notato un "aumento esponenziale anomalo delle segnalazioni di abusi sessuali su minori" provenienti dal servizio sociale dell'Unione dei Comuni della val D'Enza e dei conseguenti provvedimenti di allontanamento dalle famiglie. Gli investigatori avevano autorizzato le intercettazioni delle sedute con i minori, dalle quali, secondo il giudice per le indagini preliminari, emerge "un copione quasi sempre uguale a sé stesso". Ed è proprio sulle intercettazioni che si è basata l'accusa;
la dinamica poteva essere questa: ad esempio, si poteva partire dal racconto di un bambino o di una bambina agli insegnanti, da cui si potevano dedurre elementi indicativi, anche se spesso fin troppo labili, di abusi sessuali. Potevano anche essere semplici disegni dei bambini che venivano falsificati, attraverso l'aggiunta di dettagli a carattere sessuale, che venivano puntualmente interpretati dagli assistenti sociali e dagli psicologi coinvolti nell'indagine come forme di erotizzazione precoce;
una visita dei servizi sociali nelle case in cui vivevano i bambini culminava nella descrizione forzata delle loro abitazioni, descritte falsamente come fatiscenti e i loro genitori venivano descritti come inadeguati a prendersi cura dei figli. A seguito di ciò, venivano emanati provvedimenti di allontanamento in via d'urgenza, segnalazioni e relazioni all'autorità giudiziaria minorile e alla Procura della Repubblica del tribunale di Reggio Emilia, e una serie di relazioni che oggi finalmente vengono riconosciute come descrizioni false, in quanto rappresentavano i fatti in modo "tendenzioso";
l'obiettivo era quello di "dipingere il nucleo familiare originario come inadeguato o peggio ancora come connivente (se non complice o peggio) con il presunto adulto abusante"; i bambini venivano quindi condotti presso "La Cura", una struttura pubblica di Bibbiano nata come un centro di sostegno per i minori vittime di violenza e abuso sessuale. Qui venivano sottoposti a sedute da parte di psicoterapeuti privati, che venivano pagati circa 135 euro a seduta, "a fronte della media di 60-70 euro e nonostante il fatto che l'ASL potesse farsi carico gratuitamente del servizio";
lo scandalo Bibbiano è scoppiato il 27 giugno 2019, quando il giudice per le indagini preliminari Luca Ramponi ha emanato un'ordinanza che disponeva una serie di misure cautelari eseguite dai carabinieri di Reggio Emilia; ma sulla gestione dei servizi sociali della zona si erano già andate accumulando molte voci critiche, che circolavano nell'ambiente, anche perché le famiglie a cui venivano sottratti i minori apparivano oggettivamente troppe;
chi lavora in ambito socio-educativo sa che il sistema degli interventi dei servizi sociali è costruito in modo da contare sul controllo dei controllori: un assistente sociale non può, infatti, agire da solo, nell'allontanare un bambino dalla famiglia. E questo sistema di controlli tra diversi livelli dovrebbe di per sé impedire che avvengano casi come quello emerso. Se le indagini dimostreranno che questo sistema di monitoraggio ha presentato delle crepe sarà necessario richiedere a gran voce che venga ripensato e reso più efficiente, a garanzia delle persone coinvolte e in particolare dei bambini;
negli ultimi anni casi come quello di Bibbiano sono stati spesso denunciati, sotto forma di interrogazioni parlamentari, anche nelle aule parlamentari, senza aver mai trovato risposta, in un rimbalzo di responsabilità che lascia sempre più perplessi,
si chiede di sapere se e quali misure i Ministri in indirizzo intendano adottare affinché: a) i casi sottoposti all'attenzione abbiano finalmente risposta; b) la rete dei servizi sociali venga rivista individuando nuovi e più forti forme di garanzia per i minori; c) le famiglie, anche quelle in difficoltà, ricevano tutto l'aiuto possibile dai servizi sociali, senza dover essere sottoposte a misure drastiche come la brusca separazione dei figli.