Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02291
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Atto n. 3-02291
Pubblicato il 24 febbraio 2021, nella seduta n. 299
BINETTI - Al Ministro dell'università e della ricerca. -
Premesso che:
ogni anno si ripropone il tema del numero chiuso degli studenti che possono accedere agli studi di medicina e chirurgia, quantificazione che richiede un'attenta valutazione sulla base delle necessità effettive del nostro SSN proiettate in un arco di tempo di circa 10 anni;
questo numero va fissato con un preciso coordinamento rispetto alle borse di studio per le scuole di specializzazione in medicina e chirurgia, dal momento che un laureato in medicina e chirurgia senza specializzazione non può esercitare la sua professione nelle strutture pubbliche;
l'interrogante è consapevole che in questi ultimi anni è aumentato il numero di nuove facoltà di medicina e chirurgia in Italia attraverso l'inserimento di sedi di università straniere che hanno sedi distaccate in Italia e questo ha permesso a molti aspiranti agli studi medici di avere maggiori opportunità per iscriversi regolarmente;
si impone una seria riflessione rispetto a quegli studenti che facendo ricorso, con il sostegno di alcuni enti e di alcune associazioni esperte in questo tipo di procedure, riescono ad ottenere dal Consiglio di Stato il via libera alla frequenza ai corsi, modificando in maniera più o meno consistente la programmazione che le singole facoltà hanno fatto, soprattutto in merito ai tirocini;
il Consiglio di Stato infatti, su sollecitazione di Consulcesi, è intervenuto con una pronuncia a favore degli aspiranti studenti di medicina che hanno presentato ricorso contro il numero chiuso. Con l'ordinanza n. 590/2021 pubblicata nei giorni scorsi, ha confermato che i ricorrenti dell'anno accademico 2018/2019 possono continuare a frequentare le lezioni e a sostenere gli esami previsti dal loro corso di studi, pur non essendo rientrati nella selezione prevista per l'anno accademico 2018/2019;
tali studenti, avendo fatto ricorso, avevano ottenuto la possibilità di iscriversi con riserva e di seguire i corsi; oggi quella riserva, con l'intervento del Consiglio di Stato, si è trasformata in diritto acquisto, sulla base del fatto che occorra assicurare la prosecuzione del corso e della carriera accademica, affinché i ricorrenti non perdano anni di studio e di frequenza ai corsi;
nel tempo il numero dei ricorrenti è diventato decisamente notevole e rende parzialmente aleatoria la programmazione che il Ministero dell'università e della ricerca fa insieme al Ministero della salute, per cui sembra essenziale in questo anno accademico 2021/2022 definire in modo chiaro ed inequivoco il numero degli studenti, definendo con chiarezza anche le circostanze che potrebbero indurre un ricorso, in modo da evitarle rigorosamente,
si chiede di sapere:
se quanto accaduto non possa apparire come una palese ingiustizia nei confronti di altri studenti che, non avendo superato la prova di selezione iniziale, non hanno fatto ricorso pur trovandosi nelle stesse circostanze dei ricorrenti;
se il Ministro in indirizzo non ritenga che possa esservi il rischio che tutti gli studenti non ammessi possano fare ricorso, nella convinzione che la riserva di iscrizione si possa trasformare automaticamente prima in frequenza dei corsi di studio, e poi in iscrizione formale.