Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03660

Atto n. 4-03660

Pubblicato il 16 giugno 2020, nella seduta n. 229

LAFORGIA , DE PETRIS - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, dell'interno e del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che:

a partire dal 3 giugno 2020, Trenord ha introdotto il "divieto generalizzato di trasporto delle biciclette su tutti i treni del servizio regionale", come si legge in una comunicazione da parte dell'azienda che ha chiarito, inoltre, che "Rimane consentito solo il trasporto di biciclette pieghevoli e monopattini";

l'azienda in una nota ha spiegato che "durante il periodo dell'emergenza sanitaria, in particolare negli ultimi giorni dopo il lockdown, il fenomeno dei riders metropolitani ha raggiunto livelli numerici insostenibili a ogni ora del giorno. Si verificano veri e propri 'assalti ai treni' con centinaia di biciclette, che pregiudicano la sicurezza dell'esercizio ferroviario e rendono impossibile il mantenimento delle distanze imposte per il post-Covid19 fra i posti disponibili (il 50% di quelli a sedere, il 15% di quelli in piedi) durante la corsa, la salita e la discesa dai convogli e gli spostamenti in carrozza";

da qui la decisione di vietare il trasporto delle bici, perché "la mancanza di rispetto delle regole (non più di cinque bici a carrozza nel periodo pre emergenza) non può essere contrastata dal solo personale ferroviario. Il fenomeno è in espansione e non può essere scaricato sull'ultimo segmento di mobilità che collega la periferia al centro". L'azienda garantisce inoltre che "nei prossimi giorni saranno comunicati i treni su cui sarà possibile portare biciclette a bordo";

appare del tutto evidente che questa decisione di Trenord danneggia i rider che, dopo aver lavorato coi propri mezzi di locomozione, le biciclette, hanno la necessità di utilizzare un mezzo pubblico per il rientro a casa;

si segnala come nei giorni scorsi i rider abbiano organizzato delle proteste nelle stazioni di Lambrate e Porta Genova, dove è intervenuta la Polizia;

nella notte fra il 13 ed il 14 giugno, come riportato da svariati organi di informazione, alla stazione di Greco Pirelli, un giovane rider di 28 anni, nigeriano con regolare permesso di soggiorno, a causa delle proteste perché non poteva prendere il treno con la sua bicicletta, è stato fermato dalle forze dell'ordine presenti in stazione;

l'episodio è stato raccontato dettagliatamente nella pagina "Facebook" di "Deliverance Milano", l'associazione che tutela i fattorini su due ruote, che denuncia: "un rider pendolare con permesso di soggiorno e che paga regolarmente l'abbonamento, che ha protestato perché voleva salire sull'ultimo treno con la bicicletta per tornare a casa invece di essere costretto ad abbandonarla in stazione o a dormire su una panchina. Tutto questo è semplicemente assurdo. La mobilità è un diritto, la risposta di Trenord e di Regione Lombardia non può essere la repressione poliziesca";

"Emma, insieme ad altri ragazzi, trovandosi in stazione, dopo aver passato tutto il giorno in strada e aver consegnato per molte ore, voleva solo tornare a casa. È stata questa la sua unica colpa. Ha protestato con il capotreno, detto che si trattava di un'ingiustizia e che non voleva lasciare la bici in stazione incustodita rischiando di subire un furto, perché non poteva permetterselo";

il racconto continua, così sostenendo: "Di fronte ad un ragazzo di 28 anni nigeriano, titolare di un regolare permesso di soggiorno (ma non è questo il punto per noi) la polizia cosa ha fatto? Per sedare la discussione che si faceva animata e spaventare gli altri (che avrebbero dormito in strada) ha deciso di portare via Emma in Questura, dove è stato trattenuto per più di 6 ore, interrogato, intimidito e picchiato con calci e pugni lungo tutto il corpo. Calci nelle parti intime, botte sulla schiena, sulle gambe (un rider ci lavora con le gambe), sulle braccia!";

si segnala che la denuncia dell'associazione è accompagnata da un video che ha catturato i momenti del fermo del giovane e il video sta facendo il giro del web;

il post dell'associazione continua: "La Polizia ha dichiarato all'Ansa che gli hanno trovato addosso 43 g di hashish, facendolo passare per uno spacciatore, in modo tale che l'equazione fosse perfetta, rider nero, drogato e spacciatore che protesta perché è pericoloso socialmente. Non è così. (…) Aveva con sé (abbiamo il verbale della questura) 0,43 grammi di hashish per uso personale, meno di una sigaretta";

continua: "Diffamazione, violenze. Gli hanno rotto il telefono, altro strumento di lavoro per un rider";

ancora: "Emma si è dovuto trascinare su una gamba all'ospedale più vicino. Lo hanno dimesso dal Pronto Soccorso, dopo qualche esame, ancora dolorante". Sarebbe stato ricoverato, "ancora sotto shock per le violenze subite";

la Questura smentisce ogni ipotesi di violenza fisica o sugli effetti personali del 28enne,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti riportati;

se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ed il Ministro del lavoro e delle politiche sociali siano a conoscenza dei devastanti effetti che possono avere le decisioni assunte da Trenord su dei lavoratori già abbastanza provati dalle scarse tutele occupazionali ed in quale modo intendano intervenire, per quanto di rispettiva competenza;

se il Ministro dell'interno non intenda procedere con delle verifiche per meglio comprendere che cosa sia realmente accaduto nella notte fra il 13 ed il 14 giugno, poiché le versioni dei fatti non coincidono.