Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01499
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Atto n. 3-01499 (con carattere d'urgenza)
Pubblicato il 21 aprile 2020, nella seduta n. 208
DE PETRIS , CIRINNA' , RUSSO , UNTERBERGER , STABILE , SBRANA , MASINI , GALLONE , RIZZOTTI - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -
Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:
in data 15 aprile 2020 è stato avviato un piano di contenimento della presenza di cinghiali nella riserva dell'Insugherata, a Roma, con modalità che suscitano diverse perplessità e preoccupazioni tra le associazioni che si occupano della tutela dell'ambiente e degli animali;
tali modalità hanno infatti previsto una sorta di "blitz" da parte della Polizia locale, della Polizia provinciale, dei Carabinieri forestali e della ASL, i quali, attraverso una vera e propria battuta di caccia, hanno provveduto alla cattura per telenarcosi dei cinghiali, in modo da consentirne il successivo abbattimento;
l'operazione è diretta conseguenza del protocollo d'intesa tra Regione Lazio, Roma capitale e Città metropolitana di Roma capitale per la gestione del cinghiale (Sus scrofa L.) nel territorio di Roma capitale, il cui testo era allegato alla delibera n. 190 approvata dalla Giunta capitolina il 27 settembre 2019 e che è stato approvato dalla Regione con deliberazione 15 gennaio 2019, n. 9;
se, indubbiamente, la presenza di cinghiali in alcune zone della capitale può costituire un rischio sia per le persone che per il mantenimento dell'equilibrio ecologico e della biodiversità, è altrettanto evidente, come riconosciuto dallo stesso protocollo, che "tale criticità è legata all'innaturale incremento numerico e distributivo della specie da imputare in buona parte all'azione dell'uomo e, in particolare, al crescente interesse venatorio che la specie ha destato negli ultimi decenni, unitamente alle non sufficienti misure di controllo attuate all'interno delle aree interdette all'attività venatoria". Appare dunque poco etico che a pagare tale spregiudicatezza siano proprio gli animali;
nello stesso protocollo si leggono inoltre affermazioni contraddittorie. Roma capitale intende infatti "promuovere metodi di contenimento delle popolazioni animali etici e rispettosi del loro benessere", operando "nel rispetto degli animali quali essere senzienti, riducendo al minimo lo stress e la sofferenza nelle operazioni di cattura e abbattimento" (art. 2, comma 1, lettera d)): non è chiaro dunque perché si sia scelto di operare primariamente con la modalità della telenarcosi, quando il protocollo tecnico per il controllo del cinghiale nel territorio di Roma capitale predisposto da ISPRA la inserisce solo dopo la cattura tramite recinti o gabbie trappola: una metodologia, quest'ultima, fortemente richiesta da Legambiente, Coldiretti, Federparchi e RomaNatura, che la utilizzano già da un anno nelle proprie riserve;
il ricorso alla telenarcosi sembrerebbe legato non ai piani di contenimento che ciascun parco dovrebbe elaborare, ma a questioni di ordine pubblico, direttamente collegate alla cattiva gestione operata sinora;
si ricorda, in tal senso, come il protocollo tecnico di ISPRA indichi una serie di interventi, sia di prevenzione e mitigazione degli incidenti stradali che di gestione e riduzione delle risorse trofiche, da attuare prima o insieme al controllo diretto degli animali: pulizia dei margini stradali dalla vegetazione spontanea erbacea o arbustiva e obbligo di mantenere puliti e sgomberi i terreni e le aree di proprietà privata da vegetazione infestante; eliminazione delle microdiscariche lungo le scarpate, i margini della strada e le piazzole di sosta; installazione di apposita cartellonistica "animali selvatici vaganti", di catarifrangenti, di sistemi di illuminazione stradale, di autovelox, recinzioni e dossi, nonché fissazione di precisi limiti di velocità; intensificazione della pulizia di cassonetti e cestini; rimozione delle fonti trofiche; sensibilizzazione e informazione dei cittadini; obbligo di introdurre recinzioni per orti, giardini e parchi; verifiche periodiche e inasprimento delle sanzioni;
viene da chiedersi se tali modalità siano state attivate o se si sia preferito ricorrere alla via più cruenta e veloce, ossia la cattura e l'abbattimento dei cinghiali. In tal senso l'ENPA (Ente nazionale di protezione degli animali) ha segnalato come a Roma manchino "un'efficace raccolta dei rifiuti, l'apposizione di recinzioni meccaniche ed elettriche nelle zone attigue ai parchi, l'utilizzo di dissuasori acustici o luminosi tutte misure obbligatorie e prioritarie previste dalla legge nazionale 157 del 1992 sulla protezione della fauna selvatica";
quanto il nostro Paese sta vivendo in questi drammatici mesi dovrebbe avere insegnato la necessità di approcciare con maggiore rispetto all'ambiente e alla biodiversità, danneggiando i quali si è tutti esposti a pericoli imprevedibili,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto riportato e se non intendano intervenire, per quanto di propria competenza, per verificare se siano state approntante le giuste modalità di contenimento della presenza di cinghiali nella capitale, monitorando altresì il rispetto dell'utilizzo di metodi incruenti per il loro controllo diretto.