Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06980

Atto n. 4-06980

Pubblicato il 30 giugno 2004
Seduta n. 623

MALABARBA. - Al Ministro della difesa. -

Premesso che:

sulla liberazione degli ostaggi in Iraq il Governo e i servizi segreti italiani hanno sempre avvalorato la tesi del blitz militare compiuto dalle forze armate statunitensi, in merito al quale non sarebbero in possesso di alcun elemento, escludendo risolutamente il pagamento di qualsivoglia riscatto;

il titolare della Croce Rossa Italiana, dott. Scelli, che avrebbe avuto un ruolo nei contatti con autorità religiose irachene al fine di ottenere la liberazione dei tre italiani rapiti, ha sempre negato pagamenti di riscatti, tesi invece sostenuta da rappresentanti di associazioni umanitarie presenti sul terreno, come testimoniato dal dott. Gino Strada di Emergency;

in una intervista della giornalista del “Sunday Times”, Hala Jaber, a un esponente della guerriglia irachena che avrebbe fatto parte del gruppo dei rapitori, riportata in larga parte dal “Corriere della Sera” del 27 giugno 2004, si presenta una versione dei fatti ritenuta "attendibile" dai magistrati inquirenti della Procura della Repubblica di Roma che indagano sul sequestro;

in tale intervista ad Abu Yussuf, pseudonimo del presunto guerrigliero, appare evidente la natura politica del rapimento degli italiani e dell'uccisione di Fabrizio Quattrocchi (la sua vita in cambio del ritiro delle truppe italiane dall'Iraq), ipotesi che secondo il Governo si sarebbe invece affacciata solo in successivi passaggi di mano dei prigionieri, e che soprattutto sarebbero stati sborsati 200.000 dollari per la restituzione della salma di Quattrocchi e 4 milioni di dollari per la liberazione degli altri tre ostaggi;

in dichiarazioni l'ex governatrice di Nassiriya, Barbara Contini, aveva parlato, proprio in concomitanza del supposto passaggio degli ostaggi dal primo al secondo gruppo di sequestratori, a cui si fa riferimento nell'intervista del “Sunday Times”, di un riscatto pagato. In quell'occasione la Contini aveva addirittura anticipato, in tempi non sospetti, che dopo la morte di Quattrocchi non sarebbe accaduto più nulla agli ostaggi perché era stato pagato un riscatto;

le modalità di contatto con i rapitori e la "collaborazione" di alcuni tra questi che avrebbero intascato il riscatto fanno esplicitamente pensare al ruolo del Sismi in rapporto con i servizi siriani e che il blitz militare, se effettivamente realizzato, sia potuto avvenire senza colpo ferire grazie al pagamento di tale riscatto;

le funzioni dei quattro italiani, caduti nell'agguato, secondo l'intervistato, sarebbero state "qualcosa di più" di semplici guardie del corpo, e che ciò avrebbe determinato tutti gli sviluppi politici legati al sequestro,

si chiede di sapere:

su quali basi il Governo continui a smentire la versione del pagamento del riscatto e ad avvalorare quella del blitz statunitense, rispetto al quale affiorano, peraltro, ad avviso dell'interrogante, evidenti contraddizioni (come, ad esempio, il numero dei presunti arrestati nel corso dell'operazione), nonostante la genericità delle informazioni fornite dal comando militare USA;

se non si tratti di una versione di comodo, da offrire in vista di un'importante scadenza politica nel nostro paese, concordata con le forze armate statunitensi per accreditare la tesi della fermezza contro il terrorismo;

quale ruolo abbiano giocato la Croce Rossa Italiana e il suo responsabile in Iraq, dottor Scelli, che più volte si è espresso con toni sopra le righe nei confronti di ogni "insinuazione" riguardante riscatti o dubbi sulla "verità" fornita dal Governo italiano, comportamento tendente a rimettere in discussione quanto meno la tradizionale neutralità dell'organizzazione umanitaria.