Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06900
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Atto n. 4-06900
Pubblicato il 15 giugno 2004
Seduta n. 615
IOVENE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno. -
Premesso:
che il 25 maggio 2004 il Consiglio comunale di Vibo Valentia è stato convocato per discutere e approvare il bilancio di previsione per il 2004 e il Piano triennale delle opere pubbliche;
che la seduta del Consiglio comunale in prima convocazione è andata deserta e il Consiglio è stato riconvocato, con gli stessi punti all'ordine del giorno, per il giorno successivo in seconda convocazione;
che nel Consiglio comunale del 26 maggio, dopo le relazioni dell'Assessore al bilancio Valerio Grillo e dell'Assessore ai lavori pubblici Francesco Basile, la maggioranza che sostiene il Sindaco Elio Costa ha chiesto, ed ottenuto, una sospensione dei lavori di dieci minuti per valutare le relazioni degli assessori intervenuti e per definire le proposte emendative da sottoporre al Consiglio comunale;
che, dopo oltre un'ora di sospensione, al rientro della maggioranza in seno al Consiglio comunale l'opposizione ha chiesto a sua volta una sospensione della seduta per valutare le proposte emendative della maggioranza e le modalità degli interventi;
che dopo appena dieci minuti dalla seconda sospensione, mentre i gruppi consiliari di opposizione erano ancora riuniti, il Presidente del Consiglio comunale di Vibo Valentia, Michelangelo Comito, richiamato l'appello, ha messo ai voti i due punti all'ordine del giorno che la maggioranza ha approvato senza alcuna discussione;
che questo atto, lesivo delle prerogative del Consiglio comunale e dell'opposizione, ha scatenato la ferma protesta dei Consiglieri di opposizione appena rientrati, che hanno occupato l'Aula del Consiglio comunale, durata tutta la notte, e incontrato il giorno successivo, 27 maggio, il Prefetto di Vibo Valentia, dott. Mario Tafaro, per lamentare le modalità di votazione del bilancio e del Piano triennale delle opere pubbliche;
che a seguito di quanto accaduto i consiglieri di opposizione hanno poi presentato al Presidente del Consiglio comunale una richiesta di convocazione del Consiglio comunale con all'ordine del giorno le dimissioni del Presidente stesso e del Sindaco della città;
che tale richiesta scaturisce dall'atteggiamento da essi tenuto nel corso della seduta del 27 maggio, nella quale il Consiglio comunale di Vibo Valentia ha approvato il bilancio ed il Piano triennale delle opere pubbliche in assenza dei gruppi consiliari di opposizione, espropriando così l'opposizione del suo ruolo in seno al Consiglio comunale e minando le prerogative del Consiglio stesso e di ciascun consigliere;
che il comportamento assunto dal Presidente del Consiglio comunale, dal Sindaco e dalla coalizione di centro-destra che amministra il comune si può imputare alla fragilità ed alla litigiosità della maggioranza, all’indeterminatezza del bilancio ed al timore che i problemi veri della situazione finanziaria del Comune potessero emergere chiaramente dal dibattito;
che l'equilibrio di bilancio per il 2004 si basa quasi esclusivamente sull'eventualità del recupero di quasi due milioni di euro di ICI non corrisposta e dal recupero di un altro milione di euro circa della tassa sui rifiuti (TARSU), senza che su questo vi sia alcuna certezza, con ciò pregiudicando i postulati dei principi contabili del bilancio stesso che, fra l'altro, ne prevedono la veridicità e l'attendibilità;
considerato:
che precedentemente l'Amministrazione di Vibo Valentia aveva approvato con una delibera di Giunta, la n. 384 del 16 ottobre 2003, e non con un atto del Consiglio comunale, così come prevede la legge (art. 42 del decreto legislativo n. 267/2000), l'esternalizzazione del servizio di riscossione tributi e la relativa gara di affidamento del servizio e che il Collegio dei revisori del Comune di Vibo Valentia, su richiesta dei Consiglieri di opposizione, ha emesso un parere negativo sul provvedimento, proprio perché materia di competenza esclusiva del Consiglio comunale;
che dopo ripetute richieste da parte della minoranza, nonché della Commissione di garanzia e controllo, il dibattito sviluppatosi in Consiglio comunale in data 21 maggio 2004 e conclusosi con il voto favorevole della maggioranza di fatto non sana gli atti viziati relativi alla gara d'appalto in quanto autorizzati da organo incompetente e che, conseguentemente, parte delle previsioni delle entrate del bilancio, individuate come recupero dell'evasione, sono prive della certezza e dell'accertabilità, nonché non appoggiate da titolo giuridico efficace;
che i comportamenti assunti dal Sindaco e dalla Giunta, dal Presidente del Consiglio comunale e dalla maggioranza in seno allo stesso Consiglio dimostrano la chiara volontà di sottrarsi al confronto ed al dialogo, violando il rispetto delle regole della vita democratica che attengono al regolare funzionamento del Consiglio comunale, violando inoltre le prerogative dell'opposizione e del funzionamento del Consiglio comunale, messo a tacere su uno degli atti più importanti per la vita dell'ente e, quindi, della città;
che il bilancio presentato, e approvato a maggioranza, invece di essere costruito su un’ampia partecipazione delle forze produttive e sociali, oltre che dal più ampio confronto tra le forze politiche, e con il concorso di tutta la città, è un bilancio approvato in tutta fretta, senza alcuna discussione di merito, che potrebbe avere pensantissimi contraccolpi come il dissesto finanziario del comune,
si chiede di sapere:
se non si ritenga opportuno intervenire affinché vengano garantiti e tutelati le prerogative ed i compiti del Consiglio comunale e di ciascuno dei suoi componenti;
se non si ritenga di intervenire per ripristinare il corretto svolgimento delle relazioni tra maggioranza ed opposizione in seno al Consiglio comunale quale elemento fondante della vita democratica;
se non si ritenga di intervenire immediatamente per riportare l'affidamento del servizio di riscossione dei tributi locali alle competenze del Consiglio comunale, così come la legge prevede.