Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01129
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Atto n. 3-01129 (con carattere d'urgenza)
Pubblicato il 7 agosto 2019, nella seduta n. 144
RAMPI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -
Premesso che:
le manifestazioni per il ritiro completo del disegno di legge sull'estradizione verso la Cina e per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio legislativo di Hong Kong, Carrie Lam, sono giunte al nono fine settimana consecutivo e vi è un concreto pericolo che il Governo di Pechino sia in procinto di usare la forza militare per reprimere il movimento di protesta guidato dagli studenti;
a riprova di ciò, una quantità impressionante di unità dell'Esercito popolare di liberazione e della polizia armata si sta radunando proprio in queste ore al confine con Hong Kong, nella città di Shenzhen, in assetto da combattimento;
il 1° agosto 2019, durante una conferenza stampa, la portavoce del Ministero degli esteri cinese, Hua Chunying, ha dichiarato: "Se la Casa Bianca vuole davvero una Hong Kong pacifica, stabile e prospera, dovrebbe invitare i manifestanti violenti ad esprimere le loro richieste con mezzi pacifici anziché usare la violenza", aggiungendo tuttavia di non essere a conoscenza della reale situazione al confine tra Cina e Hong Kong;
il 30 luglio la stessa portavoce aveva affermano che le proteste a Hong Kong sono una "creazione degli Stati Uniti";
il 2 agosto il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha descritto le proteste di Hong Kong come "rivolte" e che la Cina dovrà affrontare da sé la questione. Si aggiunga che precedentemente, in data 23 luglio, aveva dichiarato che il presidente cinese Xi Jinping aveva agito "responsabilmente" avendo avuto pazienza a lungo,
si chiede di sapere:
quali iniziative necessarie e urgenti il Governo intenda intraprendere, anche attivandosi nelle opportune sedi internazionali al fine di scongiurare quello che si sta annunciando nella città di Hong Kong, ovvero una repressione nel sangue delle proteste di migliaia di cittadini nel tragico solco di quanto già avvenuto nel giugno 1989 a piazza Tiananmen;
se non ritenga altresì necessario e urgente, nonostante i legami commerciali sempre più stretti tra Roma e Pechino, assumere immediatamente una posizione ufficiale invitando le autorità cinesi a riprendere in tempio rapidi e a mantenere vivo il dialogo e i negoziati richiesti da mesi in maniera prevalentemente pacifica da milioni di cittadini di Hong Kong, che hanno a cuore il rispetto della libertà e il mantenimento del principio democratico "un Paese due sistemi".