Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02087

Atto n. 4-02087

Pubblicato il 6 agosto 2019, nella seduta n. 143

FAZZOLARI , CIRIANI , BERTACCO , CALANDRINI , LA PIETRA , MAFFONI , NASTRI , PETRENGA , RUSPANDINI , URSO , ZAFFINI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -

Premesso che:

il 21 marzo 2015, a Caen, i Governi di Italia e Francia hanno stipulato un accordo relativo alla definizione dei confini marittimi, rideterminando le linee di demarcazione tra le acque territoriali italiane e francesi e le zone sotto giurisdizione nazionale oltre i confini territoriali;

particolarmente in relazione a queste ultime, il trattato comporterebbe l'assegnazione dell'esclusiva economica alla Francia sulla "fossa del cimitero", tra Ventimiglia e Mentone, e su diverse zone a nord ovest della Sardegna, particolarmente ricche di fauna ittica anche pregiata (gambero rosso) e soprattutto vitali per l'economia delle aree interessate, di numerose flotte di pescherecci, di migliaia di famiglie;

le aree, oltre che particolarmente appetibili per le attività di pesca, rivestono notevole importanza anche dal punto di vista delle risorse naturali: sembrerebbe infatti che vi siano riserve di gas (stima di 1.4 trilioni di metri cubi) e di petrolio (stima di 0.42 miliardi di barili), il cui sfruttamento non sarebbe più di esclusiva competenza italiana;

a giudizio degli interroganti non è possibile intravedere alcuna motivazione per la quale il Governo italiano pro tempore abbia firmato un accordo particolarmente generoso nei confronti della Francia e decisamente svantaggioso per l'Italia, e nessuna motivazione in tal senso è mai stata esplicitata dal Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Paolo Gentiloni, dal sottosegretario con delega agli affari europei Sandro Gozi, rappresentanti del Governo italiano tavolo delle trattative e al momento della firma; considerazioni avvalorate dal pressoché totale silenzio che ha accompagnato la vicenda e dall'imbarazzato tentativo degli stessi di disconoscere gli effetti del trattato una volta portato all'attenzione pubblica;

il trattato di Caen, a norma dell'articolo 6, entrerà in vigore e produrrà effetti giuridici a seguito "dell'avvenuto espletamento delle procedure interne necessarie per l'entrata in vigore" dell'accordo, che nel caso dell'Italia è rappresentata dalla ratifica del Parlamento, finora non avvenuta;

in più di un'occasione la Francia ha agito come se il trattato fosse già in vigore, per il tramite addirittura di soggetti istituzionali come il Ministero dell'ecologia che, in occasione di una consultazione pubblica nel 2018 per definire le linee strategiche per la gestione del mare francese fino al 2030, ha pubblicato sul suo sito ufficiale delle cartine geografiche che riportavano i confini marittimi così come sarebbero stati se fosse entrato già in vigore il trattato di Caen; situazione analoga anche quest'anno, con una consultazione pubblica tenutasi tra marzo e giugno dal Governo francese in cui sono stati riportati, ancora una volta, confini marittimi errati;

oltre ai presunti "errori" cartografici la Francia ha più di una volta agito come se il trattato di Caen avesse già ridefinito i confini con l'Italia, come dimostrano i sequestri di pescherecci italiani in acque territoriali italiane, come se le stesse fossero già trasferite alla sovranità francese; sequestri sempre poi finiti con le scuse del Governo francese, consapevole della mancata ratifica del trattato di Caen;

i ripetuti atteggiamenti delle istituzioni francesi mirano a creare una situazione de facto per la quale, per prassi consolidata, il trattato di Caen rischia di essere considerato vigente anche in assenza di ratifica da parte dell'Italia, con conseguente adeguamento dei confini marittimi così come previsto nello stesso;

risulta quanto mai evidente che una situazione di questo tipo, nonostante non sia produttiva di alcun effetto giuridico, desti notevole preoccupazione, sia per le azioni unilaterali commesse a danno delle flotte italiane di pescherecci sia per la possibilità che, in un prossimo futuro, il trattato sia ratificato con la conseguente ridefinizione dei confini marittimi,

si chiede di sapere:

quali urgenti ed immediati provvedimenti intenda adottare il Ministro in indirizzo alla luce di tale comportamento, a giudizio degli interroganti inaccettabile, della Francia che, nel ripetitivo cadere in errore tenta, a tutti gli effetti, di mettere in atto una scorretta strategia volta a rendere giuridicamente efficace le norme del trattato non ratificato;

se non ritenga opportuno ritirare la propria adesione dal trattato di Caen che lede in maniera ingiustificata i nostri interessi nazionali.