Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01648

Atto n. 4-01648

Pubblicato il 14 maggio 2019, nella seduta n. 112

LANNUTTI , CASTALDI , PIRRO , ACCOTO , DRAGO , LEONE , GIANNUZZI , NATURALE , FENU , PRESUTTO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. -

Premesso che:

ANAS, con i suoi 6.000 dipendenti, è il gestore della rete stradale e autostradale italiana, 26.000 chilometri in tutto, di interesse nazionale, ed è una società per azioni sottoposta al controllo e alla vigilanza tecnica e operativa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;

il 40 per cento delle infrastrutture gestite da ANAS ha più di 35 anni, e usura e scarsa manutenzione hanno provocato negli anni danni fatali e incalcolabili, con aperture di inchieste e molteplici condanne;

negli anni ANAS ha visto la sua reputazione macchiata anche da inchieste e accuse gravissime che vanno dalla corruzione al disastro colposo per crolli e incidenti. Basti ricordare la maxinchiesta della Procura di Roma che nel 2015 ha portato alla luce un sistema corruttivo all'interno della Società, una "cellula criminale" "che gestiva un giro di mazzette", e che ha coinvolto Antonella Accroglianò, la "Dama Nera", potente ex capo del coordinamento tecnico amministrativo di Anas;

l'azienda è stata costantemente al centro di numerosi atti di sindacato ispettivo, oltre che per le vicende giudiziarie, anche per le inefficienze, compensi esorbitanti ai vertici societari e assunzioni in contrasto con le norme sulla selezione del personale dipendente delle società partecipate;

considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

tra il 2015 e il 2018, ANAS ha provveduto a un consistente rinnovo delle figure apicali conseguente al cambio di direzione (da Ciucci ad Armani). In particolare, si è proceduto a 13 assunzioni, già oggetto di interrogazioni parlamentari, che sarebbero avvenute in aperto contrasto con quanto previsto dalla determinazione Anac n. 8 del 17 giugno 2015, recante "Linee guida per l'attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza di società ed enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici", nonché con norme in materia di selezione del personale dipendente di società partecipate sancite dal decreto legislativo n. 175 del 2016;

tra i 13 assunti c'è Rocco Girlanda, già deputato di Forza Italia nella XVI Legislatura, sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti nel Governo Letta e segretario del CIPE, che avrebbe ricevuto l'incarico in ANAS senza che l'azienda "abbia provveduto ad attivare alcun iter di selezione né, altresì, a pubblicare alcun avviso di ricerca del personale per la posizione de quo, nella sostanziale mancata osservanza delle disposizioni di legge sopra richiamate", nonostante non sia in possesso di laurea o analogo titolo, come evidenziato nell'interrogazione 5-00291 dei deputati Gallinella e Ciprini il 31 luglio 2018; Girlanda è stato promosso "dirigente Affari istituzionali" dell'Anas "distaccato presso ministero Infrastrutture con stipendio di 180.000 euro l'anno"; nel febbraio 2010 fu sfiorato dall'inchiesta sugli appalti per il G8 per alcune intercettazioni con l'imprenditore Riccardo Fusi, nel marzo 2015 nell'inchiesta "Grandi appalti", e perquisito dai Carabinieri del Ros;

atteso che, per quanto risulta agli interroganti:

l'attuale gestione dell'amministratore delegato Massimo Simonini, subentrato ad Armani, non sembra aver dimostrato segnali di discontinuità col passato. Sinora è stato promosso solo un nuovo modello organizzativo della direzione generale ANAS con le delibere 27 febbraio ed 8 marzo, e con la disposizione organizzativa n. 7 dell'8 marzo, che dispongono a partire dall'11 marzo 2019 l'affidamento di nuovi incarichi che premiano alcune figure apicali delle gestioni precedenti, pure oggetto di interrogazioni parlamentari;

nel nuovo organigramma, in possesso degli interroganti, tra le figure apicali promosse vi è Emanuela Poli, una dei 13 assunti dalla passata dirigenza, che da "responsabile direzione affari istituzionali" sarebbe passata nello staff del presidente di ANAS. La Poli, ex CIPE, fino al 31 agosto 2016 è stata portavoce istituzionale della Salini-Impregilo, società incaricata di realizzare il ponte sullo stretto di Messina, assunta benché l'opera faraonica sia oggetto di un contenzioso tra Stato e Impregilo;

l'attuale dirigenza avrebbe promosso anche Claudia Ricchetti, anche lei tra i 13 assunti, approdata nello staff dell'amministratore delegato e del direttore generale, già responsabile dal 2 novembre 2015 della direzione legale ANAS. Come sollevato in altri atti di sindacato ispettivo presso la Camera dei deputati, Ricchetti sarebbe stata assunta non tenendo conto del decreto legislativo n. 175 del 2016, ovvero senza la prevista selezione ad hoc. Risulta inoltre che l'ex amministratore delegato ANAS Armani avesse conferito all'avvocato Ricchetti il potere di coordinare i difensori di ANAS, e benché non risulti abilitata al patrocinio davanti le magistrature superiori ha difeso ANAS di fronte al Consiglio di Stato, come si evince dal sito della giustizia amministrativa. L'avvocato Ricchetti compare tra i difensori di ANAS nelle cause: Consiglio di Stato: n. 2009/2018 Reg. Ric., n. 3018/2018 Reg. Ric., n. 10/2018 Reg. Ric. A.P., n. 6860/2017 Reg. Ric., esponendo così ANAS a gravi rischi per la validità delle difese. Inoltre Ricchetti risulta tuttora nella governance di "Gamenet", concessionaria di scommesse, incarico autorizzato da ANAS, ma che pone la questione del cumulo di incarichi, per di più come consigliere di amministrazione di società concessionaria in materia di giochi;

Adriana Palmigiano, direttore appalti e acquisti dal 2016, già in Enel e Terna, da dove arrivava Armani, confermata nell'incarico, nonostante i sequestri della Procura di Gorizia per indagini su 150 gare d'appalto nel Triveneto e in tutta Italia per un valore di un miliardo di euro, il 22 novembre 2018;

la gestione ANAS italiana ed estera ha visto alcune situazioni critiche e, secondo gli interroganti, in palese conflitto di interessi. In particolare, nonostante i cambiamenti auspicati per rendere più trasparente la gestione, a tutt'oggi è possibile riscontrare l'ennesimo caso di conflitto di interessi in ANAS International (AIE), che controlla società in molte parti del mondo per lavori di progettazione, direzione lavori e consulenza facendo leva sul know-how di ANAS: il nuovo amministratore delegato Guido Perosini, amministratore delegato unico di Quadrilatero SpA, società pubblica di progetto controllata da ANAS, con compenso di 120.000 euro, promosso amministratore delegato dell'AIE, la cui gestione non proprio trasparente era stato oggetto di atti di sindacato ispettivo; anche il suo predecessore, Bernardo Magrì, in carica fino al 10 ottobre 2018, era in palese conflitto di interessi, in quanto ricopriva anche la carica di direttore generale di una holding quotata in borsa (Astm, Sitaf, Tecnositaf, Sina, tutte società del gruppo Gavio);

Ugo Dibennardo, della Direzione e coordinamento territoriale ANAS, ex capo compartimento ANAS per il Veneto, nominato amministratore delegato di CAV-Concessioni autostradali venete SpA,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall'ordinamento, al fine di fugare qualsiasi ombra nella gestione di ANAS, una delle più importanti aziende pubbliche bisognosa di nuovi manager, in grado di supportare il "vento" di maggiore legalità, competenza e trasparenza;

se la conferma di Adriana Palmigiano sia compatibile con i sequestri della Procura di Gorizia;

se la promozione di Guido Perosini, amministratore unico della Quadrilatero SpA, società pubblica di progetto controllata da ANAS, non costituisca conflitto di interessi;

se non ritenga utile e quantomeno necessario promuovere, nei limiti delle proprie competenze, il rinnovo delle figure apicali per ridurre gli sprechi e gli "stipendifici", come auspicato dallo stesso Ministro nel recente passato e in linea con il "vento nuovo all'Anas", in modo da sottrarre una volta per tutte un'azienda strategica per il Paese al paradigma gattopardesco del "cambiare tutto per non cambiare nulla".