Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01430

Atto n. 4-01430

Pubblicato il 19 marzo 2019, nella seduta n. 99

DE PETRIS - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e per i beni e le attività culturali. -

Premesso che l'isola di San Giacomo in Palude si trova nella laguna di Venezia;

considerato che per 12 anni, a partire dal 1996, l'isola è stata data in concessione all'associazione Vas onlus (Verdi ambiente e società) dal Ministero per i beni architettonici prima e dal Ministero del tesoro poi, in quanto bene demaniale e sottoposto a vincolo paesaggistico dal decreto ministeriale 23 settembre 1960;

verificato che in tale lasso di tempo Vas è riuscita a preservare l'isola dal totale abbandono facendo costruire dal consorzio Venezia Nuova, per una spesa presunta di decine di miliardi di lire, il muro di cinta, l'abbattimento di una santa barbara dell'800, l'edificazione della casa del custode ed il pontile d'attracco dei vaporetti;

constatato che per circa 4 anni, dal 2002 al 2006, il Ministero per i beni architettonici e le soprintendenze di Venezia e Padova, in collaborazione con le rispettive università, hanno proceduto ad una campagna per il recupero e la messa in sicurezza di tombe e reperti risalenti al 1046, in quanto l'isola era sede di basilica cistercense, lavoro documentato e pubblicato dall'Università di Salerno in collaborazione con la Soprintendenza archeologica del Veneto;

considerato che:

nel corso degli anni Vas, dopo aver presentato un progetto di recupero dell'esistente a tutte le autorità competenti, per un finanziamento finalizzato senza successo e dopo aver avuto ampie assicurazioni dalla Regione Veneto, Comune di Venezia e Ministeri competenti che l'isola sarebbe diventata il centro del futuro parco nord della laguna;

da allora tutto si è fermato. Nel frattempo veniva contestato a Vas il mancato completamento del progetto iniziale, ma soprattutto il canone di concessione che passava da 5.000 euro all'anno a 80.000 euro, che Vas ha contestato e rifiutato. Da qui la decisione del Tesoro di annullare la concessione;

Vas presentava allora ricorso al Tar del Veneto, che in data 27 marzo 2014 veniva accolto rinnovando la concessione per altri 12 anni. Il Tesoro faceva ricorso in appello al Consiglio di Stato, che a fine febbraio 2015 annullava la sentenza del Tar del Veneto;

nel frattempo, alla fine del 2015 (26-27 dicembre) il Tesoro vendeva a Cassa depositi e prestiti l'isola, onde mettere in bilancio 2015, fortemente passivo, una sopravvenienza attiva. Cassa depositi e prestiti a questo punto si sentiva autorizzata a liberare l'isola,

si chiede di sapere:

quale sia stato il costo "virtuale" che Cassa depositi e prestiti ha versato al Tesoro;

se risulti veritiera la notizia che Cassa depositi e prestiti ha venduto recentemente l'isola alla società "Ago Renewables Spa" di Torino;

se risulti che, stando a notizie di stampa, la società acquirente avrebbe intenzione di utilizzare "spazi di uso collettivo", definizione che secondo l'interrogante potrebbe nascondere finalità ricettive ed alberghiere;

se i Ministri in indirizzo intendano far rispettare: i vincoli paesaggistici, come da decreto ministeriale del 23 settembre 1960; i vincoli, che peraltro hanno impedito all'associazione Vas di presentare negli anni '90 un progetto diverso e meno costoso di quello depositato, che prescindeva dalla ricostruzione di tutti i manufatti esistenti e completamente crollati; vincoli che rispettino il lavoro di scavo effettuato e per la maggior parte lasciato con le tombe e con i resti della basilica e poi ricoperto provvisoriamente, in attesa di riprendere altri scavi.