Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00091

Atto n. 1-00091

Pubblicato il 5 marzo 2019, nella seduta n. 96
Esame concluso nella seduta n. 101 dell'Assemblea (21/03/2019)

BERNINI , MALAN , GALLIANI , GALLONE , GIAMMANCO , LONARDO , MALLEGNI , MANGIALAVORI , MOLES , RIZZOTTI , RONZULLI , PICHETTO FRATIN , VITALI , AIMI , ALDERISI , BARACHINI , BARBONI , BATTISTONI , BERARDI , BERUTTI , BIASOTTI , BINETTI , CALIENDO , CANGINI , CARBONE , CAUSIN , CESARO , CONZATTI , CRAXI , DAL MAS , DAMIANI , DE POLI , DE SIANO , FANTETTI , FAZZONE , FERRO , FLORIS , GASPARRI , GHEDINI , GIRO , MASINI , MESSINA Alfredo , MINUTO , MODENA , PAGANO , PAPATHEU , PAROLI , PEROSINO , ROMANI , ROSSI , SACCONE , SCHIFANI , SCIASCIA , SERAFINI , SICLARI , STABILE , TESTOR , TIRABOSCHI , TOFFANIN

Il Senato,

premesso che:

negli ultimi mesi si sono susseguite, a mezzo stampa, dichiarazioni da parte del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, in relazione al futuro di infrastrutture e grandi opere, molte delle quali già avviate;

l'eventuale ritrattazione degli accordi già assunti da parte del Governo su opere strategiche comporterebbero costi ulteriori a carico di cittadini e imprese;

questa superficiale gestione da parte del Ministro, che si lega ad una convulsa attività di comunicazione per dimostrare l'operatività del suo dicastero, si scontra con la realtà dei fatti che dimostrano come a distanza di quasi dieci mesi dal suo insediamento, il Ministro si sia distinto solo per infortuni, dichiarazioni avventate e gaffe, tra le quali si ricordano quelle relative: al tunnel del Brennero; alle promesse di ricostruzione in pochi mesi del cosiddetto ponte Morandi; alla nomina e subito dopo alla revoca nonché alle dimissioni di alcuni componenti della commissione ispettiva sul crollo; ai numerosi post pubblicati sui social network anche a seguito di eventi drammatici, che denotano l'assoluta sfrontatezza e superficialità nello svolgimento delle prerogative istituzionali a lui attribuite;

in riferimento all'alta velocità Torino-Lione, si è assistito in queste ultime settimane ad una gestione irresponsabile non solo dei rapporti diplomatici con la vicina Francia, in relazione al futuro di questa grande opera, ma anche ad una ritrattazione frequente delle analisi del rapporto tra costi e benefici, riscontrando da parte del Ministro più un "pregiudizio di parte" nella realizzazione dell'opera che la volontà di confrontarsi costruttivamente, con numeri alla mano, per sbloccare un'impasse che rischia di comportare gravi ripercussioni economiche al nostro Paese;

mentre i tecnici erano impegnati nella stesura dell'analisi, il Ministro, in un'intervista, esprimeva la propria opinione sull'alta velocità Torino-Lione, affermando che "la Tav è un enorme spreco di denaro pubblico, non avallato da effettiva necessità";

il Parlamento è in attesa della nuova analisi del rapporto tra costi e benefici (ACB), del gruppo di esperti presieduto dal professor Ponti, promossa dal Ministro (le cui linee seguono quelle della ACB iniziale) relativa all'ultimazione dell'opera, con un saldo completamente diverso e ora molto meno negativo, conseguente all'ipotesi di una "mini TAV". Tutto ciò farebbe pensare alla falsità della precedente ACB;

tali comportamenti del Ministro stanno bloccando le grandi opere e riducendo la nostra credibilità;

a giudizio dei firmatari del presente atto, è evidente, tra l'altro, come un'attenta analisi delle iniziative poste in essere fino ad oggi dal ministro Toninelli, non risultino in alcun modo in grado di incidere sulle criticità del nostro Paese contribuendo, al contrario, all'indebolimento delle opere infrastrutturali in un contesto di crisi devastante, che determina livelli di arretratezza totalmente insostenibili;

lo stesso Ministro, che come gli altri dovrebbe rappresentare una figura chiave della compagine governativa ed è chiamato ad essere e ad apparire trasparente rispetto ai propri impegni ed ai propri comportamenti, è venuto meno, ad avviso dei proponenti, ai suoi doveri essenziali;

si continua, inoltre, ad assistere ad una forte contrapposizione tra le due forze di maggioranza in relazione al futuro delle grandi opere che denota che la permanenza in carica dell'Esecutivo non consente di affrontare e risolvere alcuno dei gravi problemi del nostro Paese;

prima di assumere le funzioni di Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il sen. Danino Toninelli, il 1° giugno 2018, ha prestato giuramento dinnanzi al Presidente della Repubblica, secondo la formula rituale indicata dall'art. 1, comma 3, della legge n. 400 del 1988: "Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione";

il giuramento rappresenta l'espressione del dovere di fedeltà che incombe, in modo particolare, su coloro che svolgono funzioni pubbliche fondamentali, in base all'art. 54 della Costituzione, e pertanto, il Ministro ha assunto le proprie responsabilità sin dal giuramento;

il programma presentato dal Presidente del Consiglio dei ministri a nome del Governo prevede la ridiscussione della Tav, e comunque il suo completamento. Il presidente Conte nella sua illustrazione al Senato ha testualmente detto: "Con le nostre scelte politiche ci adopereremo per anticipare i processi - peraltro già in atto - di decarbonizzazione del nostro sistema produttivo" ed inoltre: "Ci impegniamo a governare questi processi aperti all'innovazione tecnologica nel segno dello sviluppo al servizio dell'uomo. Vogliamo rivendicare, anche in questo campo, un ruolo alto della politica, che sia capace di orientare e governare i cambiamenti della realtà sociale, economica e culturale. Non siamo disponibili a sacrificare l'ambiente e il progetto di una blue economy per scopi altri". Ed ha proseguito: "Dobbiamo ridare slancio agli appalti pubblici, che sono e possono diventare una leva fondamentale della politica economica del Paese" ed inoltre " Dobbiamo assicurare il rispetto rigoroso dei tempi di consegna delle opere, ma anche la qualità dei lavori e delle forniture e l'efficienza dei servizi";

quindi le decisioni assunte, e soprattutto quelle non assunte, dal ministro Toninelli risultano in evidente contrasto con lo stesso programma di Governo presentato al Senato dal Presidente del Consiglio dei ministri Conte e soprattutto contro l'interesse della nazione, che sta segnando, anche a causa del blocco delle principali opere pubbliche, una recessione economica già registrata negli ultimi due trimestri del 2018;

visto l'articolo 94 della Costituzione e visto l'articolo 161 del Regolamento del Senato della Repubblica,

esprime la propria sfiducia al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, e lo impegna a rassegnare immediatamente le proprie dimissioni.