Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00065 Testo 2
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Atto n. 1-00065 (
(Riformulazione del n. 1-00065)
Pubblicato il 5 marzo 2019, nella seduta n. 96
LAUS , MARINO , ROSSOMANDO , TARICCO , MARCUCCI , RENZI , MALPEZZI , MIRABELLI , VALENTE , COLLINA , FERRARI , BINI , CIRINNA' , MARGIOTTA , ALFIERI , ASTORRE , BELLANOVA , BITI , BOLDRINI , BONIFAZI , COMINCINI , CUCCA , D'ALFONSO , D'ARIENZO , FARAONE , FEDELI , FERRAZZI , GARAVINI , GIACOBBE , GINETTI , GRIMANI , IORI , MAGORNO , MANCA , MESSINA Assuntela , MISIANI , NANNICINI , PARENTE , PARRINI , PATRIARCA , PINOTTI , PITTELLA , RAMPI , RICHETTI , ROJC , SBROLLINI , STEFANO , SUDANO , VATTUONE , VERDUCCI , ZANDA , NENCINI
Il Senato,
premesso che un numero crescente di cittadini piemontesi, imprese, lavorati, associazioni, amministratori, sindaci, esponenti politici di tutta Italia, che chiedono con sempre maggiore forza il completamento e la realizzazione della nuova linea ferroviaria Tav Torino-Lione;
considerato che:
l'alta velocità Torino-Lione è un collegamento ferroviario internazionale che consentirà di connettere in modo più rapido il nord del Paese al sistema europeo dell'alta velocità/alta capacità. Essa rappresenta parte integrante del corridoio mediterraneo TEN-T, che dovrà garantire un collegamento stabile, a sud delle Alpi, tra l'Europa occidentale e quella centro-orientale, dalla Spagna fino al confine con l'Ucraina;
il corridoio ha una lunghezza di circa 3.000 chilometri e nasce per favorire gli scambi economici e rafforzare la competitività dei Paesi dell'Europa mediterranea, attraverso una rete ferroviaria al tempo stesso di alta velocità e alta capacità merci e passeggeri, che incroci anche i maggiori porti marittimi e fluviali, le grandi città e gli aeroporti. Le regioni lungo il Corridoio mediterraneo rappresentano il 18 per cento della popolazione europea ed il 17 per cento del PIL europeo;
in questa rete, il nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione si trova nell'intersezione dei due grandi assi di comunicazione tra il Nord e il Sud e tra l'Est e l'Ovest europeo: una linea per merci e passeggeri che si estende per circa 270 chilometri, di cui il 70 per cento in Francia e il 30 per cento in Italia. La parte fondamentale dell'opera è la sezione transfrontaliera, di cui l'89 per cento realizzato in galleria;
il tunnel di base del Moncenisio, lungo 57,5 chilometri, di cui 45 in territorio francese e 12,5 in territorio italiano, è costituito da due canne a singolo binario. Collega le stazioni internazionali di Saint-Jean-de-Maurienne e di Susa. Il costo della sezione transfrontaliera, certificato da una società internazionale, è di 8,6 miliardi di euro. Il 40 per cento dell'importo è cofinanziato dall'Unione europea, mentre la quota restante è suddivisa tra i due Paesi (35 per cento per l'Italia, 25 per cento per la Francia);
a partire dalla XIV Legislatura, tutti i Governi che si sono succeduti alla guida del Paese (Berlusconi, Prodi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni) hanno assunto impegni internazionali per la realizzazione dell'opera infrastrutturale e le rispettive maggioranze hanno approvato atti in Parlamento, che impegnavano l'Esecutivo in carica alla realizzazione dell'opera;
in particolare, nel corso degli ultimi anni, l'Italia ha sottoscritto un accordo con la Francia, in data 30 gennaio 2012, ratificato da entrambi i Paesi, per la realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione;
successivamente, in data 24 febbraio 2015, l'Italia e la Francia hanno sottoscritto un altro accordo finalizzato all'avvio dei lavori definitivi della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino - Lione;
in data 8 marzo 2016, durante l'incontro bilaterale Italia - Francia, svoltosi a Venezia, è stato sottoscritto un protocollo internazionale e in data 7 giugno 2016 è stato validato il regolamento dei contratti da parte della Commissione intergovernativa, che ha completato l'iter procedurale per la realizzazione dell'opera;
tale accordo è stato ratificato con l'approvazione della legge 5 gennaio 2017, n. 1;
rilevato che:
nel Paese si è ormai diffusa una grave preoccupazione, fra cittadini e imprese, in relazione alla pubblicazione, in data 12 febbraio 2019, dell'analisi del rapporto tra costi e benefici sulla Tav Torino-Lione che, in linea con quanto già previsto nel contratto di governo, contiene un giudizio pesantemente negativo su un'opera infrastrutturale di grande rilevanza nazionale ed internazionale;
l'analisi sulla Tav Torino-Lione è stata oggetto di pesanti critiche per i gravi difetti logici con cui è stata condotta. Essa, fondata su dati risalenti al 2011 e quasi tutta incentrata sull'analisi dei costi presunti dell'opera, non tiene conto degli obiettivi di benessere sociale attesi dalla realizzazione della stessa in termini di maggiore interconnessione del Paese con il sistema delle reti TEN-T europee, di incremento degli scambi commerciali e di maggiore mobilità per i cittadini. Le conclusioni dell'analisi sono del tutto irragionevoli: essa tenta di dimostrare, al di fuori delle regole che disciplinano la redazione di una corretta analisi del rapporto tra costi e benefici, che l'opera avrà un costo ampiamente superiore a quanto preventivato e che il trasferimento modale dalla strada alla ferrovia sarà dannoso per le finanze pubbliche in ragione del minor gettito di accise per consumi di carburante e della contrazione dei pedaggi autostradali, nonché irrilevante per l'ambiente in termini di minore inquinamento. Il documento non valuta, tuttavia, se l'opera riesce a raggiungere lo scopo per cui è stata decisa e non calcola in modo analitico e completo i benefici non monetari (ambiente, salute pubblica, sicurezza, mobilità) che sono a fondamento di qualsiasi investimento pubblico;
una seconda stesura dell'analisi, richiesta dal Presidente del Consiglio dei ministri in ragione delle critiche sollevate sul testo, ha ridotto l'impatto negativo dell'opera da 7,6 miliardi di euro a 2/2,5 miliardi di euro, confermando per tale via l'inadeguatezza e i difetti logici che avevano contraddistinto il documento pubblicato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il 12 febbraio. Anche sull'aggiornamento dell'analisi sono state sollevate diverse critiche che, qualora fossero prese in considerazione, farebbero diminuire sensibilmente la perdita stimata fino ad arrivare ad un impatto positivo dell'opera;
alla luce dei fatti accaduti, emerge in tutta evidenza che il Ministro avrebbe sottoposto al Parlamento e al Paese nonché al Governo francese e all'Unione europea un'analisi palesemente infondata e oggetto di successivi "aggiustamenti" da parte del Presidente del Consiglio dei ministri;
per uscire dalla situazione di evidente contrasto fra le forze politiche della maggioranza, in data 1° marzo, secondo quanto riportato da numerosi organi di stampa, il Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ha espresso un parere positivo sull'ipotesi di realizzazione della "mini Tav" appoggiando la proposta avanzata dalla Lega come soluzione alternativa al progetto originario della Tav Torino-Lione;
in data 3 marzo il Vice Presidente del Consiglio dei ministri, Luigi Di Maio, ha nettamente respinto ogni ipotesi di realizzazione della "mini Tav", evidenziando il permanere di gravi divergenze di opinioni all'interno della compagine di governo;
la proposta di realizzazione della "mini Tav" appare del tutto irrealistica in quanto il progetto comporterebbe l'avvio di nuove procedure burocratiche, l'attuazione di interventi di ripristino di lavori già fatti, la perdita di ingenti finanziamenti, il pagamento di pesanti penali, la messa in crisi delle imprese coinvolte e la perdita di numerosi posti di lavoro. Essa si configura, quindi, soltanto come una maldestra exit strategy dalla situazione politica che si è venuta a creare nella maggioranza di Governo;
rilevato che:
il Governo ha deciso di congelare da subito gli appalti già finanziati relativi alla Tav Torino-Lione, chiedendo alla Telt, la società italo-francese che coordina la costruzione dell'opera, di rinviare, fin dal settembre 2018, la pubblicazione dei bandi di appalto dei lavori già previsti e finanziati;
il 19 febbraio, alla luce della perdurante situazione incertezza e divisione nel Governo rispetto alla realizzazione dell'opera, il consiglio di amministrazione di Telt ha deciso all'unanimità un ulteriore rinvio della pubblicazione dei bandi di gara per la realizzazione dell'opera infrastrutturale. Nel corso del consiglio di amministrazione di Telt, il rappresentante della Commissione europea ha reso nota una comunicazione ufficiale di INEA che ha indicato come condizione per la conferma dell'intera contribuzione di 813 milioni di euro la tempestiva pubblicazione dei bandi, pena l'applicazione di una riduzione di 300 milioni di euro;
in data 5 marzo, il vertice di Governo convocato per affrontare la situazione della Tav Torino-Lione si è concluso con un rinvio di qualsiasi decisione alla data dell'8 marzo 2019. Nel frattempo, le organizzazioni di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori hanno ribadito il loro sostegno alla realizzazione dell'opera infrastrutturale;
osservato che:
le decisioni finora assunte dal Governo sulla Tav Torino-Lione, opera per la quale sono state già impegnate e spese ingenti risorse economiche, oltre a bloccare il Paese e mettere in difficoltà un rilevante numero di imprese e di lavoratori impegnati nella sua realizzazione, rischia di compromettere il pieno rispetto di accordi internazionali assunti dal nostro Paese per le grandi opere della rete TEN-T;
a sostegno della realizzazione del nuovo collegamento ferroviario Torino - Lione, sono state organizzate diverse manifestazioni spontanee nella città di Torino. L'ultima, ha visto tra i manifestanti la presenza di esponenti di maggioranza del Governo che insieme agli altri hanno manifestato per ribadire il Si alla Tav;
il Ministro dell'economia e delle finanze, trattando del tema della Tav, avrebbe recentemente dichiarato alla stampa che «nessuno verrà mai a investire in Italia se il Paese mostra che con un cambio di governo non sta più ai patti, cambia i contratti, cambia le leggi e le fa retroattive»;
la velocità della ripresa economica e la competitività del nostro Paese dipende in buona misura anche dalla realizzazione di importanti investimenti pubblici e privati. Sulle grandi opere infrastrutturali si misura la capacità del Governo di guardare al futuro e di dotare il Paese di un sistema connesso, integrato con il resto dell'Europa e capace di creare crescita. I recenti dati diffusi dall'Istat sull'andamento della nostra economia rendono ancora più urgente l'avvio e il completamento di importanti investimenti pubblici, in grado di riattivare un circuito virtuoso di crescita e occupazione, fra i quali assumono un ruolo prioritario quelli relativi alle grandi opere infrastrutturali, come la Tav Torino-Lione,
impegna il Governo:
1) ad adottare tutte le iniziative necessarie per consentire alla società concessionaria Telt di procedere con urgenza alla pubblicazione dei bandi di gara per la realizzazione della nuova linea ferroviaria Torino Lione;
2) a rendere noto a cittadini ed imprese e a comunicare al Parlamento il nuovo cronoprogramma per il completamento della Tav Torino-Lione in ragione del ritardo provocato nella pubblicazione dei bandi di gara da parte di Telt;
3) ad adottare ogni iniziativa utile a superare l'attuale blocco delle grandi e piccole opere, che, secondo alcune stime ammonterebbe a circa 36 miliardi di euro, e a riprendere finalmente un'adeguata politica di investimenti in grado di incidere nei prossimi anni sulla crescita dei posti di lavoro e sul tasso di sviluppo del nostro Paese.