Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01231

Atto n. 4-01231

Pubblicato il 12 febbraio 2019, nella seduta n. 90
Risposta pubblicata

DE BERTOLDI - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

secondo quanto risulta da un articolo pubblicato dal quotidiano "La Stampa" lo scorso 7 febbraio, nel corso di una intervista all'economista Alberto Clò, le ricadute economiche negative per il nostro Paese, a seguito delle ultime decisioni del Governo di sospendere tutte le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, nonché quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, saranno elevatissime e stimate fino a 15 miliardi di euro, anche in relazione ai danni e alle penali che il nostro Paese sarà costretto a pagare alle società petrolifere (a seguito del mancato rispetto dei contratti stipulati negli anni scorsi), nonché ai costi che con ogni probabilità saranno addebitati ai consumatori;

a giudizio dell'ex Ministro dell'Industria e consigliere dell'Eni, le preoccupazioni ambientali totalmente infondate da parte dei Ministri in indirizzo, che hanno determinato (a seguito degli ultimi provvedimenti normativi) la cessazione di ispezione e di ricerca di idrocarburi, non considerano evidenti realtà nazionali positive come Cervia o Milano Marittima, in cui le piattaforme marine posizionate nella Romagna, estraggono petrolio e gas in quantità rilevante da anni, senza che ci siano ripercussioni sul turismo o rimostranze da parte della popolazione locale;

il fabbisogno nazionale energetico, com'è noto da anni, rileva ancora Alberto Clò, è talmente elevato, che ci sarebbe la fondata esigenza di raddoppiare la produzione di petrolio, da 10 a 20 milioni di tonnellate all'anno, coprendo il 14 per cento del fabbisogno nazionale; pertanto la ricerca di nuovi giacimenti bloccata da anni, porterebbe certamente ulteriori scoperte frequenti nel Mediterraneo, ed invece le principali compagnie petrolifere mondiali, rinunciando ad investire nel nostro Paese, si indirizzano verso la Croazia, consentendo a quest'ultima di estrarre il petrolio in tutto il mare adriatico, senza alcun danno ambientale e turistico;

a giudizio dell'economista il nostro Paese ha perso ogni credibilità a livello internazionale, sia per le misure di politica economica ed industriale introdotte dal Governo, a partire dal suo insediamento (negative e penalizzanti per la crescita e lo sviluppo) sia per le continue contraddizioni e marce indietro dello stesso Esecutivo, quanto con riferimento alle sollecitazioni rivolte alle imprese italiane e straniere ad investire sull'energia e l'ambiente, il cui invito evidentemente è risultato impossibile da condividere, stante le scarse condizioni attuali;

a giudizio dell'interrogante, le osservazioni dell'ex Ministro Clò appaiono certamente condivisibili e inquadrano l'azione programmatica da parte del Governo, in tema di politica economica, energetica ed industriale, palesemente insufficiente e senza alcuna visione di crescita e di sviluppo per la competitività del sistema-Paese;

gli effetti economico-finanziari derivanti dalle decisioni adottate dal Governo, nonché la perdita d'immagine e di credibilità del nostro Paese a livello internazionale, che determinano la fuga di capitali all'estero e il disinteresse da parte degli investitori stranieri nei riguardi dell'Italia, rischiano di provocare infatti, a parere dell'interrogante, gravissime conseguenze sul futuro socioeconomico nazionale;

la necessità di invertire in maniera netta e radicale l'intera linea politico economica e finanziaria, nonché ambientale ed industriale, fino ad oggi dimostrata da parte del Governo, risulta a parere dell'interrogante urgente ed indispensabile, se si valuta peraltro, come i principali organismi istituzionali mondiali, di valutazione statistica ed economica, abbiano relegato il nostro Paese agli ultimi posti a livello europeo e mondiale, in termini di crescita e di sviluppo,

si chiede di sapere:

quali valutazioni i Ministri in indirizzo intendano esprimere, nell'ambito delle proprie competenze, con riferimento a quanto esposto in premessa;

se il Governo abbia stimato gli effetti economico finanziari derivanti dalle recenti decisioni di sospendere le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, scelte che evidentemente non hanno tenuto conto di come lo sviluppo della produzione degli idrocarburi rappresenti una primaria esigenza per la sicurezza degli approvvigionamenti e un'importante leva per rilanciare l'economia del Paese;

in caso invece abbia acquisito tali stime, se il Governo intenda rendere noto tali valori numerici previsionali;

quali iniziative normative di crescita e di sviluppo industriale e ambientale i Ministri intendano infine prevedere, nell'ambito delle proprie competenze, nel breve e medio termine, considerato come anche a causa delle decisioni di politica di economica e di bilancio, introdotte dalla legge di bilancio per il 2019 (legge n. 145 del 2018), il Paese sia entrato in una fase di recessione economica.