Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00587

Atto n. 3-00587

Pubblicato il 6 febbraio 2019, nella seduta n. 88
Svolto nella seduta n. 89 dell'Assemblea (07/02/2019)

BERNINI , MALAN , CONZATTI , CALIENDO , DAL MAS , GHEDINI , MODENA , GALLIANI , GALLONE , GIAMMANCO , LONARDO , MALLEGNI , MANGIALAVORI , MOLES , RIZZOTTI , RONZULLI , VITALI , PICHETTO FRATIN , AIMI , ALDERISI , BARACHINI , BARBONI , BATTISTONI , BERARDI , BERUTTI , BIASOTTI , BINETTI , CANGINI , CARBONE , CAUSIN , CESARO , CRAXI , DAMIANI , DE POLI , DE SIANO , FANTETTI , FAZZONE , FERRO , FLORIS , GASPARRI , GIRO , MASINI , MESSINA Alfredo , MINUTO , PAGANO , PAPATHEU , PAROLI , PEROSINO , ROMANI , ROSSI , SACCONE , SCHIFANI , SCIASCIA , SERAFINI , SICLARI , STABILE , TESTOR , TIRABOSCHI , TOFFANIN - Al Ministro della giustizia. -

Premesso che:

all'esito di un lavoro tecnico durato oltre quattro anni, sviluppatosi anzitutto in seno alla "Commissione Rordorf", il 10 gennaio 2019 il Consiglio dei ministri, acquisito il prescritto parere non vincolante delle competenti Commissioni di Camera e Senato, ha approvato il testo definitivo, destinato alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, del nuovo codice della crisi di impresa;

senza che mai la questione fosse stata anche soltanto ipotizzata nei lunghi anni di lavoro tecnico preparatorio di questa importante e delicata riforma, il testo approvato dal Consiglio dei ministri aggiunge gli iscritti all'Albo dei consulenti del lavoro a quelli iscritti all'Albo degli avvocati e all'Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili tra coloro che possono essere nominati per svolgere le funzioni di curatore e liquidatore nelle crisi di impresa;

non essendoci mai stato un reale dibattito sul punto, sono totalmente ignote le valutazioni tecniche e giuridiche che hanno determinato questa scelta "last minute" da parte del Consiglio dei ministri;

come sottolineato anche in alcuni articoli di stampa, sia specializzata che generalista, lo svolgimento di tali funzioni da parte dei consulenti del lavoro esula completamente dall'oggetto della loro professione (articolo 2 della legge 11 gennaio 1979, n. 12, recante le norme per l'ordinamento della professione di consulente del lavoro) e, cosa ancor più significativa, l'esame di Stato per diventare consulente del lavoro non contempla né elementi di diritto commerciale, né elementi di diritto fallimentare, entrambi ben presenti invece nelle rispettive prove di esame di Stato delle due professioni (avvocati e commercialisti) che tradizionalmente svolgono le funzioni di curatori e liquidatori nelle crisi d'impresa;

la stessa relazione tecnica che ha accompagnato lo schema di articolato in Consiglio dei ministri recita in modo perentorio: "non si condivide l'osservazione, considerato che il compito di curatore, commissario o liquidatore richiedono competenze contabili e di gestione dell'attività di impresa e della liquidazione che non rientrano nell'ambito delle competenze tipiche del consulente del lavoro. Peraltro, quando la procedura dovesse richiedere tali competenze, il tribunale potrà avvalersi del potere che gli è attribuito dall'art. 49, comma 3, lettera b), di affiancare al curatore, immediatamente, esperti per l'esecuzione di compiti specifici";

senza dunque alcuna traccia delle relative ragioni tecniche e giuridiche a fondamento della decisione politica adottata, sono state attribuite a una professione funzioni ad essa estranee su materie che non rientrano tra quelle oggetto dell'esame di Stato per accedere al titolo professionale di consulente del lavoro;

da autorevoli agenzie di stampa, si apprende che la mattina dopo l'approvazione in Consiglio dei ministri, con tempismo perfetto, il Presidente del Consiglio dei ministri Conte e il vice Presidente del Consiglio dei ministri Di Maio si sono recati ad annunciare la "lieta novella" agli Stati Generali dei consulenti del lavoro, dove, con un trasporto degno più di un iscritto all'Albo dei consulenti del lavoro che non a un Ministro della Repubblica, equidistante tra le tante categorie professionali portatrici di interessi altrettanto legittimi quanto divergenti, quest'ultimo ha dichiarato in particolare: "Sono contento del fatto che, nell'ambito della riforma fallimentare che ieri è passata in Cdm, anche i consulenti del lavoro potranno accedere alla figura del curatore. Questo è un ruolo che fa fare un altro passo avanti a un Ordine professionale che un miglio alla volta, un miglio alla volta, sta accrescendo le proprie competenze",

si chiede di sapere quali siano le ragioni tecniche e giuridiche che hanno portato il Dicastero della giustizia a condividere la decisione di estendere la funzione di curatore e liquidatore nelle crisi d'impresa agli iscritti all'Albo dei consulenti del lavoro, nonostante un secco e motivato parere contrario delle strutture tecniche dello stesso Ministero, onde fugare che si tratti di decisione eminentemente politica, fortemente e immotivatamente voluta da componenti apicali dell'Esecutivo, che immediatamente si sono intestati politicamente quella che, in assenza di parere tecnico favorevole da parte del competente Ministero, palesa in modo a giudizio degli interroganti addirittura sfacciato la propria natura di entusiastica risposta a sollecitazione puramente lobbistica.