Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00347
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Atto n. 3-00347 (in Commissione)
Pubblicato il 6 novembre 2018, nella seduta n. 54
BELLANOVA , VALENTE , MALPEZZI , PINOTTI , ALFIERI , MARGIOTTA , FEDELI , LAUS , CUCCA , BOLDRINI , MESSINA Assuntela , ASTORRE , ROJC , FERRAZZI , PATRIARCA , RICHETTI , FARAONE , BITI , STEFANO , VERDUCCI , D'ALFONSO , TARICCO , PARRINI , PITTELLA , NANNICINI , MANCA , SUDANO , GIACOBBE , IORI , ROSSOMANDO , MARINO , COLLINA , SBROLLINI , MAGORNO , GINETTI - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico. -
Premesso che:
come riportato da diverse testate giornalistiche, il 31 ottobre 2018, 200 lavoratori del gruppo Comdata, il call center più rilevante sul territorio salentino per numero di occupati con circa 1.200 lavoratori a tempo indeterminato cui si sommano circa 800 tra lavoratori in somministrazione e collaboratori a progetto, hanno ricevuto comunicazione del mancato rinnovo del contratto in somministrazione in scadenza al 31 ottobre;
stesso destino avevano già vissuto decine di lavoratori nelle settimane passate. Tra loro anche lavoratori ormai strutturati, al lavoro sulle grandi commesse da oltre 18 mesi;
non è la prima denuncia pubblica contro gli effetti che, purtroppo in tutto il Paese, sta producendo il decreto-legge n. 87 del 2018, cosiddetto decreto dignità, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 96 del 2018;
già i dati Istat riferiti a luglio, primo mese di parziale applicazione delle nuove norme del decreto dignità, indicavano una crescita di sole 8.000 unità di contratti a tempo determinato, pari alla metà dell'aumento di giugno (pari a 16.000);
lo stesso presidente dell'Inps, a fronte della relazione di accompagnamento del decreto, si era espresso negativamente sugli effetti che avrebbe prodotto;
in un particolareggiato report anche l'associazione Aidp che riunisce e rappresenta i direttori del personale delle aziende aveva lanciato l'allarme sul rischio boom di partite Iva e "finti" lavoratori autonomi, considerandolo uno degli effetti imprevisti del decreto dignità. Quello che accadrà, si legge infatti nel rapporto, non sarà un aumento dei contratti di lavoro a tempo indeterminato piuttosto un aumento del turnover dei lavoratori a termine che lavoreranno solo due anni e verranno sostituiti con altri lavoratori allo scadere del periodo massimo. E rischio, sempre secondo l'analisi dell'Aidp, di un boom di partite Iva che a quel punto potrebbero rappresentare per i datori di lavoro una soluzione conveniente;
per settimane il Governo ha parlato del decreto come di una misura virtuosa, tesa a stabilizzare i posti di lavoro, anche se la stessa relazione tecnica che corredava il testo ha fatto emergere sin da subito non pochi dubbi;
con il decreto dignità la durata massima per i contratti a termine scende da 36 a 24 mesi e di conseguenza anche il trattamento di disoccupazione (Naspi) ha durata inferiore rispetto a ciò che un lavoratore avrebbe percepito se fossero rimaste in essere le precedenti regole. Ci si avvia dunque lungo un sentiero fatto di meno lavoro e meno tutele per i lavoratori,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto sta accadendo nella realtà salentina per ciò che riguarda il call center Comdata;
quali iniziative intenda adottare per porre rimedio alle problematiche conseguenti all'applicazione del decreto-legge n. 87 del 2018 e che di fatto stanno generando la perdita di numerosi posti di lavoro nel Paese.