Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08085
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Atto n. 4-08085
Pubblicato il 21 settembre 2017, nella seduta n. 881
GIBIINO - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
la città di Catania, in ragione della peculiare collocazione geografica, sta affrontando, più di altre realtà territoriali, i disagi derivanti dalle migrazioni di popolazioni provenienti dall'Africa e dall'Asia;
l'assoluta imprevedibilità delle dimensioni di tale fenomeno ha trovato la città e le istituzioni locali del tutto impreparate ad affrontare la situazione di emergenza attraverso scelte che, da un lato, tenessero conto della necessità di una razionale distribuzione sul territorio cittadino della popolazione immigrata e, dall'altro, fossero in linea con il piano di sviluppo urbanistico e di riqualificazione sociale dei singoli quartieri cittadini;
in assenza di tali indispensabili accorgimenti politici, la città di Catania assisterebbe inerme alla scelta delle popolazioni migranti di inurbarsi, con i propri usi e costumi, nella zona di perimetro alla centralissima arteria cittadina del " Corso Sicilia";
corso Sicilia si sviluppa dal centro storico della città, e lo stesso, secondo la volontà politica della comunità locale, per come espressa dal piano regolatore di Catania, doveva costituire il suo cuore economico pulsante. Infatti, hanno lì sede tutte le direzioni compartimentali per la Sicilia orientale dei principali istituti di credito ed assicurativi; alle spalle del corso, si trova il mercato storico "fiera di Catania", fonte di sostentamento di un significativo numero di famiglie di commercianti e lavoratori dell'indotto, e irrinunciabile tappa di ogni itinerario turistico;
in ragione della centralità del quartiere e del prestigio delle attività professionali qui espletate, il corso Sicilia ha vissuto, nel suo sviluppo originario, l'insediamento urbano di una borghesia strutturata, composta da professionisti e imprenditori che nel quartiere hanno trovato, sostenendo onerosi investimenti immobiliari, residenza e domicilio professionale;
considerato che:
nelle quasi totalità dei casi le comunità allogene di corso Sicilia, come testimoniato dagli organi di informazione, invece di tentare un utile percorso di integrazione sociale sarebbero sostanzialmente dedite ad attività illecite che spaziano dall'ambulantato abusivo finalizzato alla commercializzazione, su larga scala, di merce di contrabbando ovvero oggetto di falsificazione commerciale, allo sfruttamento della prostituzione mediante la riduzione in schiavitù di donne anche minorenni, al traffico di sostanze stupefacenti;
come riportato dagli organi di stampa, il proliferare della commercializzazione abusiva di articoli contraffatti avrebbe suscitato il palese malumore dei commercianti locali i quali, oltre a sopportare gli oneri di concessione di autorizzazioni e licenze, gli oneri tributari e fiscali, devono affrontare la concorrenza sleale di soggetti che vendono prodotti "taroccati" senza avere licenza alcuna ed esenti da imposte e tributi;
la conflittualità tra i venditori italiani e gli abusivi stranieri sarebbe sfociata nel mese di agosto 2017, in due gravissimi episodi di violenza che avrebbero profondamente turbato l'opinione pubblica e la popolazione residente; in entrambi i casi è del tutto mancata un'attività di controllo del territorio da parte delle forze dell'ordine e della polizia locale;
le bancarelle dei venditori extracomunitari abusivi occupano illegalmente, per centinaia di metri, i portici di corso Sicilia, rendendo difficoltoso alla cittadinanza il passeggio sui marciapiedi ed impossibile la visione delle vetrine degli esistenti esercizi commerciali;
a causa di tale perenne occupazione abusiva, molti esercenti hanno preferito trasferire la propria attività in altra aerea della città, preferendo abbandonare una zona in cui è ormai impossibile operare in condizioni di legalità e sicurezza;
vani ed improduttivi sarebbero risultati tutti i tentativi posti in essere dalle forze dell'ordine; infatti, i venditori abusivi extracomunitari, momentaneamente sgomberati con sporadiche operazioni di polizia, ritornerebbero sui luoghi imponendo le loro attività illecite certi della loro sostanziale impunità;
altra piaga che affligge la zona, a seguito degli incontrollati flussi di migrazione, è quella della prostituzione. Durante la notte, e fino alle prime ore del mattino, il quartiere è "presidiato" da centinaia di giovani prostitute, per lo più di origine nigeriana, che non solo adescano il cliente per strada ma, addirittura, consumano il rapporto sessuale sulla pubblica via incuranti delle famiglie che vivono nel quartiere;
le operazioni di contrasto a tale increscioso fenomeno, purtroppo rare per scarsità di uomini di mezzi, poste in essere dalle forze di polizia, avrebbero accertato che le ragazze sono ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi da feroci organizzazioni criminali costituite dagli immigrati clandestini, che organizzerebbero il viaggio, in concorso con le organizzazioni di "scafisti", dai Paesi d'origine delle malcapitate donne;
tali attività di sfruttamento, compiute nelle ore notturne, oltre a mortificare il decoro del quartiere hanno letteralmente "tolto il sonno" agli abitanti. Le risse tra le prostitute, tra prostitute e clienti, tra clienti, tra prostitute e sfruttatori sarebbero ripetute. Al mattino le strade apparirebbero coperte da un tappeto di anticoncezionali che l'inefficiente servizio di nettezza urbana comunale trascura di raccogliere;
le chiamate notturne, puntualmente effettuate, alle centrali operative delle forze dell'ordine rimarrebbero sostanzialmente inevase per mancanza di uomini e mezzi da inviare sui luoghi, e di conseguenza gli abitanti del corso Sicilia sono quasi rassegnati a subire tale incredibile situazione;
la zona sarebbe ulteriormente umiliata dall'accampamento notturno di diverse decine di extracomunitari, verosimilmente fuggiti dai locali centri di accoglienza, che già dalle prime ore della sera, utilizzerebbero i portici del corso Sicilia e della vicina piazza della Repubblica come dormitorio e luogo adibito al soddisfacimento dei loro bisogni corporali alla vista dei residenti;
da quanto sopra, emerge chiaramente che nel quartiere si siano insediati migliaia di extracomunitari, per lo più dediti ad attività illecite, sprovvisti di regolare permesso di soggiorno o di altro titolo che ne legittimi la permanenza sul territorio italiano;
è evidente come, a causa della cattiva gestione dell'emergenza "immigrazione", i residenti, i commercianti e i lavoratori di corso Sicilia abbiano subito un deciso peggioramento del livello della qualità della vita. In particolare, è oramai impossibile girare con tranquillità nel quartiere senza il timore costante di subire azioni delittuose da parte di criminali e vagabondi, è gravemente peggiorata la situazione igienico-sanitaria, la quiete e la tranquillità pubblica sono praticamente inesistenti;
di conseguenza, sarebbero crollati gli investimenti immobiliari ed economici nel quartiere. Il valore degli immobili residenziali e di quelli adibiti ad ufficio sarebbe più che dimezzato. Numerose famiglie che avrebbero investito tutti i loro risparmi nell'acquisto della prima casa avrebbero avuto, attesa l'incapacità delle istituzioni nella gestione di tale emergenza, danni per diverse centinaia di migliaia di euro. L'apertura di attività commerciali sarebbe calata notevolmente, ad eccezione di quelle clandestine, e molte già esistenti cesserebbero;
evidenziato che:
l'unico presidio di polizia previsto sul territorio il commissariato sezionale di pubblica sicurezza "Centrale" è allocato nella non lontana zona del teatro Massimo. Tale commissariato versa in uno stato di grave carenza di personale e la sua dimensione e struttura funzionale sono del tutto inadeguate ad arginare l'emergenza di ordine e di sicurezza pubblica. Inoltre sul commissariato Centrale graverebbero tutti i servizi di ordine pubblico per ogni manifestazione nel centro storico nonché i servizi di vigilanza agli uffici giudiziari di Catania, determinando così l'impossibilità di impiego di uomini nel necessario controllo del territorio;
gli abitanti del quartiere avrebbero chiesto al Comune di Catania la dichiarazione dello stato di emergenza atteso che lo Stato italiano sembrerebbe avere perso la propria sovranità nazionale sulla zona oramai del tutto abbandonata all'illegalità diffusa,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della grave situazione descritta e quali iniziative immediate e concrete intenda approntare per fare fronte all'emergenza di ordine e sicurezza pubblica della città di Catania;
se non intenda provvedere, con la massima urgenza, all'istituzione nella città di Catania di un commissariato di Polizia "fiera-Corso Sicilia", con una dotazione di organico sufficiente a ripristinare nel quartiere legalità, ordine e sicurezza;
se non ritenga opportuno rivedere le politiche dell'immigrazione, pensando ad una gestione che veda il coinvolgimento delle comunità e delle istituzioni locali al fine di evitare che, attraverso insediamenti spontanei e non programmati, si creino situazioni di forte conflittualità tra migranti e popolazione residente;
se non ritenga opportuno predisporre delle misure di esenzione fiscale e tributaria ovvero di risarcimento per tutti i residenti del quartiere di corso Sicilia che hanno subito, per fattori a loro del tutto estranei, un ingiusto deperimento dei loro investimenti immobiliari.