Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07532

Atto n. 4-07532

Pubblicato il 17 maggio 2017, nella seduta n. 824

COMPAGNA - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -

Premesso che:

esistono, in seno all'ONU, ben due agenzie per i rifugiati, entrambe nell'area denominata Palestina;

la prima si chiama UNHCR (United Nations high commission for refugees), fondata nel 1950, con il compito di occuparsi dei rifugiati di tutto il mondo (bilancio circa 6 miliardi di dollari e 8.000 dipendenti circa);

la seconda si chiama UNRWA (United Nations relief and works agency for Palestine refugees in the New est), con 30.000 dipendenti ed un miliardo e mezzo di dollari di bilancio, solo per dedicarsi a "persone il cui luogo di residenza sia stato in Palestina fra il '46 e il '48 e che abbiano perso casa e mezzi di resistenza nel conflitto del '48";

si tratterebbe, cioè, solo degli arabi sfollati del 1948 e dei loro discendenti maschi;

di qui, mentre l'UNHCR svolgeva e svolge una politica di integrazione di "assistiti" non più "rifugiati", ove abbiano trovato residenza e cittadinanza, l'orientamento dell'UNRWA è valso a favorire il ruolo di "rifugiato palestinese" permanente, spesso ereditario, fino a determinare per la maggioranza dei suoi "assistiti" di non aver mai messo piede (e così pure spesso i loro genitori) nei territori da cui deriva il loro nome;

dalla particolare funzione nel mondo arabo, l'UNRWA ha tratto motivo e giustificazione per un proprio ruolo di fiancheggiamento politico delle forze politiche che si sono negli ultimi anni intestate il cosiddetto sentiero dell'autonomia palestinese: Fatah in Giudea e Samaria, Hamas a Gaza;

non poche volte, strutture palestinesi (scuole e ospedali) si sono strumentalmente prestate alle operazioni terroristiche di Hamas, senza sollevare alcuna critica ONU, ma anzi con evidente collaborazione della burocrazia UNRWA;

tenuto poi presente che:

parte essenziale del sistema educativo palestinese sono le scuole dell'UNRWA, dove, con l'appoggio dell'ONU, si usano libri di testo confezionati dai Governi di Ramallah e di Gaza;

tali libri sono attentamente ispirati a ideali civili e politici di "pulizia etnica" nei confronti degli ebrei e, comunque, di una concezione della "revanche" esplicitamente razzista;

considerato che, a quanto risulta all'interrogante:

tali incitamenti e atteggiamenti avrebbero negli ultimi tempi indotto gli Stati Uniti, già all'epoca della presidenza Obama, e l'Unione europea a reputarli non più tollerabili;

la stessa UNRWA, anche perché preoccupata di un possibile taglio dei finanziamenti del Congresso americano, sembrava volersi adeguare;

la prospettiva di libri di testo meno indulgenti alla totale disumanizzazione degli ebrei e alla permanente legittimazione del terrorismo ha posto in crisi i rapporti finora idilliaci fra Hamas (e la stessa Autorità palestinese) da un lato e l'UNRWA da un altro lato,

si chiede di conoscere:

come il nostro Paese valuti questa nuova intenzione di presenza e azione, tanto diversa dal passato, delle Nazioni Unite contro terrorismo e razzismo in Palestina;

per quale motivo di tale nuova fase non si faccia alcun cenno nei programmi italiani di finanziamento ad UNRWA;

se ed in che misura i contributi (vistosissimi) che dalle Regioni italiane si indirizzano alle organizzazioni non governative per la cosiddetta ricostruzione di Gaza rispondano a finalità di autentica cooperazione e sviluppo e quali garanzie il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale possa fornire che essi non siano mai finanziamenti al terrorismo.