Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07304

Atto n. 4-07304

Pubblicato il 30 marzo 2017, nella seduta n. 798
Risposta pubblicata

ANITORI , CONTE , FUCKSIA , GAMBARO , ORELLANA , AIELLO , BILARDI , COLUCCI , D'ASCOLA , DALLA TOR , DI BIAGIO , DI GIACOMO , MANCUSO , PAGANO , TORRISI , VICECONTE , ROMANO , SIMEONI , QUAGLIARIELLO , D'AMBROSIO LETTIERI - Al Ministro della salute. -

Premesso che per quanto risulta all'interrogante:

con la delibera della Giunta regionale n. 1040 del 21 dicembre 2007, la Regione Lazio ha approvato la riorganizzazione delle strutture che erogano prestazioni di laboratorio, al fine di riqualificare e riorganizzare il settore; è stato creato, quindi un apposito Nucleo operativo tecnico (NOT), con il compito di coordinare le azioni e monitorare l'attuazione dei processi da avviare, in rapporto diretto con le aziende ospedaliere e le ASL del territorio regionale;

successivamente, nel 2014, il commissario ad acta per la prosecuzione del piano di rientro dai disavanzi regionali del settore sanitario della Regione Lazio, in attuazione dei programmi operativi 2013-2015, ha approvato, con decreto del 12 luglio 2014, il piano di riorganizzazione dei servizi della medicina di laboratorio nel settore pubblico, secondo un modello di rete che prevede la concentrazione delle attività complesse in laboratori di riferimento (Laboratorio elevata complessità-specialistico LEC-S), a cui spetta anche la funzione di coordinamento delle risorse di personale tecnologiche delle strutture periferiche (Laboratorio di base e di urgenza) ad essi collegati, nonché la definizione dei fabbisogni a livello di rete, in un'ottica di centralizzazione delle gare per sistemi macchina-reagenti. In tutti gli ospedali che erogano cure per acuti è prevista la garanzia di un'attività diagnostica di base e/o solo di urgenza;

attualmente, i laboratori LEC-S della Regione Lazio sono 8, di cui 5 collocati nel territorio di Roma Capitale (ospedali: S. Pertini, S. Eugenio, S. Camillo-Forlanini, S. Giovanni Addolorata, S. Filippo Neri) e 3 collocati nelle Province (ospedali: Belcolle di Viterbo, S. Maria Goretti di Latina, F. Spaziani di Frosinone); i laboratori periferici con funzione di base e/o di urgenza sono 29;

il modello previsto di nuova organizzazione dei laboratori pubblici, secondo la citata delibera, si basa sulla concentrazione degli esami di laboratorio e sulla centralizzazione delle attività complesse, legando funzionalmente fra loro tutti i punti di offerta; tale modello, nelle intenzioni del commissario ad acta, centralizzerebbe le attività complesse in centri di riferimento specializzati (hub) e concentrerebbe verso questi ultimi i servizi caratterizzati da bassi volumi di attività e/o da una elevata specificità; le strutture a minore complessità (spoke), invece, garantirebbero una attività diagnostica di urgenza e/o di base, consentendo di mantenere la funzione della Medicina del laboratorio in prossimità del luogo delle cure;

nel quadro di tale modello di riorganizzazione, relativamente al territorio della ASL RM D, il laboratorio di patologia clinica dell'ospedale Grassi di Ostia è destinato a costituirsi come laboratorio di base (spoke), svolgendo esami urgenti ed un limitato pannello di esami routinari ai pazienti ricoverati, e sarebbe afferente al LEC-S dell'azienda ospedaliera S. Camillo-Forlanini, che si qualifica come hub;

la legge regionale 31 dicembre 2015, n. 17 reca, all'articolo 6, una riorganizzazione delle ASL della Regione Lazio, che segue quella già prevista dal programma operativo 2013/2015, e che prevede la fusione di alcune di esse, per arrivare ad un riassetto con quattro ASL per l'intera area metropolitana di Roma rispetto alle 6 attualmente presenti: in particolare, dal 1° luglio 2017, le ASL RM1 e RM2 dovranno garantire i servizi sanitari per il territorio di Roma capitale e le ASL RM3 e RM4 per il restante territorio della città metropolitana di Roma Capitale;

successivamente a tale disposizione legislativa, con la delibera del commissario ad acta n. 52 del 22 febbraio 2017 è stato approvato il nuovo programma operativo 2016/2018 per il rientro dal disavanzo di bilancio del settore sanitario regionale: in tale documento, relativamente alla citata riorganizzazione delle ASL, si precisa che "il 2017 rappresenta un anno di transizione su cui costruire un percorso di ulteriore accorpamento che verrà attivato nel 2018"; relativamente alla riorganizzazione della rete dei laboratori pubblici, si evidenza, che "nel corso del triennio sarà necessario procedere ad una parziale revisione dell'assetto attuale coerentemente con i nuovi accorpamenti" previsti;

considerato che secondo quanto risulta all'interrogante:

il nuovo intervento sull'assetto dei laboratori regionali, evidenziato dal decreto n. 52 dello scorso febbraio, sembra necessario alla luce delle difficoltà pratiche riscontrate nel corso della riorganizzazione dei laboratori iniziata nel 2014; le principali criticità risultano all'interrogante essere le seguenti:

a) non sono state compiutamente realizzate, né la rete informatica, né quella dei trasporti: solo quest'ultima sarebbe in fase di avvio; inoltre, l'attuazione del nuovo servizio di trasporto comporterà inevitabilmente pesanti aggravi di costo per le ASL, che utilizzano il trasporto interno non esternalizzato, come nel caso del laboratorio Grassi di Ostia;

b) non è stato valutato un piano di georeferenziazione degli hub, per evitare di trasportare i campioni biologici in percorsi lunghi e caratterizzati da strade trafficate all'interno della rete urbana metropolitana;

c) nel decreto n. 219 del 2014 non vi è armonizzazione tra la rete dei laboratori e il piano di riordino delle ASL, perché redatti in momenti diversi, causando forme di organizzazione inefficienti;

d) considerare hub di riferimento i laboratori di aziende ospedaliere comporta, per gli stessi, ulteriori aggravi di carichi di lavoro, dal momento che numerosi esami prima eseguiti in più centri si andrebbero invece a concentrare in uno stesso presidio; soprattutto risulta improprio concentrare numeri elevatissimi di esami di routine in strutture ospedaliere, i cui fini istituzionali sono rappresentati da attività di ricovero, anche ultraspecialistiche;

a quanto risulta all'interrogante, inoltre, a dicembre 2016 i referenti dei laboratori hub sono stati invitati dall'ufficio Programmazione sanitaria ad attivare tutte le iniziative per applicare il decreto n. 219 del 2014, nonostante il successivo atto di febbraio 2017 n. 52, come detto, lasci presagire una nuova, quanto non meglio delineata, revisione del piano di riordino, da stilare entro giugno 2017;

tenuto conto che:

il laboratorio centrale dell'ospedale Grassi si caratterizza come una eccellenza nel suo genere, con 12 centri prelievo e attrezzature estremamente avanzate, in grado di competere anche per efficienza produttiva e qualità, con ogni altro nosocomio romano; oggi il laboratorio effettua 2,5-3 milioni di esami e test all'anno, dai più semplici a quelli più sofisticati;

tale laboratorio, inoltre, grazie ad una elevata automazione, assicura sia l'attività di urgenza, sia quella di routine. Il modello organizzativo adottato dal 2007 ha consentito di ottimizzare le risorse umane, finanziarie e strumentali, riducendo il numero delle provette da prelevare e diminuendo i tempi di attesa delle risposte con possibilità di refertare la maggior parte degli esami in 12 ore. È stata, inoltre, realizzata una rete di centri di prelievo distrettuali, collegati al laboratorio ospedaliero (con servizio di trasporto in house), che garantisce un servizio di elevata qualità anche agli e utenti che afferiscono ai tutti i centri prelievi della ASL RM3 (ad esempio Fiumicino, Palidoro Fregene, Ostia Antica, Acilia, eccetera);

il costo medio della prestazione è diminuito nel corso degli anni, grazie all'espletamento di gare pubbliche per la fornitura pluriannuale di sistemi per indagini diagnostiche e il laboratorio evidenzia una gestione economico-finanziaria virtuosa e dati contabili stabilmente positivi;

da un punto di vista di efficienza economica, numerosi studi sottolineano come l'attività di equilibrio per un laboratorio di analisi cliniche si raggiungerebbe attorno ai 2,5 milioni di test l'anno; oltre tale soglia di riferimento, non è rilevabile la convenienza inversa tra volumi di attività e riduzione dei costi, mentre l'eccessivo accentramento e sovradimensionamento delle strutture di laboratorio non consentono di risparmiare cifre significative, andando invece ad impattare negativamente sulla qualità dei servizi. Ricadute peggiorative potrebbero quindi riguardare i tempi di risposta degli esami di urgenza e routine utili ai trattamenti terapeutici o alle dimissioni, la sicurezza dell'operatore, il benessere del paziente e i costi dello smaltimento dei rifiuti sanitari;

tali cifre sconsiglierebbero un accentramento delle prestazioni di laboratorio dal laboratorio del presidio ospedaliero G. B. Grassi all'azienda ospedaliera S. Camillo-Forlanini, in quanto il primo integra la fattispecie virtuosa in termini di massa critica ed equilibrio finanziario, mentre il secondo appare di dimensioni già ragguardevoli (circa 4,5 milioni di esami annui) ed evidenzia perdite di esercizio per il 2015 pari a 161, 8 milioni di euro, il peggiore deficit sanitario italiano per un'azienda ospedaliera;

inoltre, i risparmi di spesa derivanti dal processo di riordino dei laboratori laziali, a quanto risulta all'interrogante, anche annunciati in varie occasioni, non sono stati sostenuti da adeguati modelli previsionali; d'altra parte, qualora pure rivenienti in qualche misura, saranno ridotti per l'ammontare degli ulteriori costi connessi all'implementazione delle azioni necessarie all'accentramento dei servizi nei laboratori hub, allo stato non quantificati, e potenzialmente rappresentati dall'elaborazione delle nuove reti informatiche dei trasporti;

osservato, inoltre, che a parere dell'interrogante:

se la riorganizzazione della rete dei laboratori regionali intende perseguire un modello di governance basato sull'efficienza, sulla confrontabilità dei risultati, sull'omogeneità dei livelli di riferimento e criteri interpretativi, essa deve essere ispirata non solo da parametri economico-finanziari, ma anche dalla necessità di rispondere alle esigenze sanitarie dei cittadini dei territori;

il concetto di efficacia clinica, che dovrebbe essere al centro di ogni processo di riorganizzazione dei laboratori regionali, presuppone un rapporto diretto e quotidiano tra il personale sanitario dei laboratori, presidi medici sul territorio e cittadinanza, fondato su prassi e procedure costanti e riconosciute. Ciò vale ancora di più nel caso del laboratorio Grassi, che rappresenta il punto di riferimento di un vasto e densamente popolato territorio, le cui certezze di assistenza sanitaria verrebbero necessariamente diminuite con la sostanziale destrutturazione del laboratorio stesso e il conseguente impoverimento del presidio ospedaliero nel complesso;

pochi giorni fa, infine, è stato inaugurato il nuovo centro dialisi all'interno del centro paraplegici "Gennaro De Rosa" di Ostia, struttura sanitaria che è parte integrante del ospedale Grassi: sembra, tuttavia, che tale centro, che a regime dovrà erogare circa 7.500 prestazioni dialitiche annue, non avrà a disposizione tutti i servizi di laboratorio necessari per la propria attività, proprio a causa della ridefinizione dell'organizzazione del laboratorio Grassi,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno attivarsi tempestivamente, nelle forme e nei modi ritenuti più efficaci, affinché, all'interno del processo di riorganizzazione dei laboratori della Regione Lazio, l'intervento sul laboratorio di patologia clinica Grassi di Ostia sia oggetto di nuova e ulteriore valutazione, alla luce degli effetti negativi che il previsto ridimensionamento dello stesso comporterà sulla tutela della salute di decine di migliaia di cittadini del territorio, a fronte di risparmi di spesa assolutamente incerti se non addirittura eventuali, e considerate le condizioni finanziarie stabili del laboratorio Grassi e quelle assolutamente precarie dell'ospedale S. Camillo-Forlanini, quale struttura centrale di riferimento per il laboratorio medesimo;

se non ritenga opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza, al fine di chiarire con adeguato preavviso, la configurazione delle azioni correttive alla strategia di riorganizzazione dei laboratori laziali, annunciate con il decreto n. 52 del 22 febbraio 2017 e per nulla ulteriormente delineate e, in particolare, se, per qualche profilo, potranno riguardare anche il laboratorio di patologia clinica del presidio ospedaliero G. B. Grassi di Ostia.