Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06640

Atto n. 4-06640

Pubblicato il 22 aprile 2004
Seduta n. 589

MALABARBA. - Al Ministro della difesa. -

Premesso che:

non è stata ancora fornita risposta alle interrogazioni 4-03860 del 12 febbraio 2003 e 4-04095 del 12 marzo 2003, a firma dell’interrogante, riguardanti l'operatività dei laboratori di analisi mediche militari di Verona, Udine e Padova,

non è stata fornita risposta, nonostante le ripetute sollecitazioni anche in Aula, ad una lettera e successiva interrogazione sulla richiesta di dati relativi alle analisi eseguite sui militari che hanno partecipato a missioni all'estero, comprensivi anche delle risultanze degli esami eseguiti all'esterno di strutture militari;

si moltiplicano i casi, recentemente segnalati all'Associazione italiana assistenza vittime arruolate nelle Forze armate e famiglie, di militari che risultano ammalati dopo aver partecipato a missioni all'estero o che hanno operato nei poligoni di tiro; da ultimo il caso del maresciallo di marina Giovanni Pilloni, che ha partecipato a missioni nei Balcani, recentemente impiegato nella missione "Antica Babilonia" a Bassora e Nassiriya, primo soldato italiano a tornare con un tumore dall'Iraq;

anche quattro militari statunitensi in missione in Iraq sono stati contaminati dalle radiazioni causate dalle particelle di uranio contenute nelle granate sparate dall'esercito USA (“Liberazione”, 21 aprile 2004);

nella terza relazione Mandelli si auspica un prolungamento delle indagini, che invece non è stato concesso dal Ministero della difesa per motivi mai resi noti. La terza relazione Mandelli afferma che "esiste un eccesso, statisticamente significativo, di casi di linfoma di Hodgkin". Nella seconda relazione si legge: "Siamo in presenza di una carenza di conoscenza per cui non siamo in grado di escludere che l'uranio impoverito possa essere causa di tale patologia". Le relazioni Mandelli, dalle quali il Ministro della difesa trae la conclusione della assoluta innocuità del metallo, non negano la possibilità che la causa delle patologie denunciate da molti militari e civili sia legata alla contaminazione da uranio impoverito;

i militari italiani non sono stati sottoposti a rigorosi controlli prima e dopo la missione, ma anche negli anni successivi (la relazione Mandelli prevede controlli per 5 anni, che non vengono fatti). La quasi totalità dei militari colpiti da patologie gravissime si è dovuta curare a proprie spese perché non è stata riconosciuta la causa di servizio (ultimo caso Valery Melis);

proiettili all'uranio impoverito sono stati utilizzati nella guerra del Golfo, in Somalia, in Bosnia e nei poligoni di tiro di Salto di Quirra, Capo Teulada, Capo Frasca, Nettuno per testare se le corazze dei nostri carri armati sono in grado di proteggere da tali armi; nelle località dove insistono i poligoni di tiro la popolazione civile denuncia una preoccupante presenza di malformazioni alla nascita e un alto tasso di leucemie, linfomi e tumori,

si chiede di conoscere:

i dati relativi al numero delle analisi eseguite sui militari nei laboratori di Padova, Verona e Udine;

se questi esami vengano effettuati anche in altre strutture ospedaliere sul territorio;

se dalle risultanze degli esami risultino patologie possibilmente derivate da contaminazione chimica o radiologica creata dall' uranio impoverito;

se le analisi vengano effettuate alle scadenze previste dal protocollo Mandelli;

se il Ministro in indirizzo non ritenga, di dare seguito alle indagini della commissione Mandelli (così come suggerito dai suoi componenti) partendo da una rettifica dei dati statistici su cui si sono basate le relazioni, perché solo una piccola parte dei 40.000 soggetti presi in esame risponde al criterio di dover essere considerata soggetto a rischio (cioè solo coloro che abbiano soggiornato ed operato in prossimità di un obiettivo colpito da munizioni ad uranio impoverito o in aree dove siano stati individuati proiettili o frammenti di essi).