Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01539
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Atto n. 3-01539
Pubblicato il 21 aprile 2004
Seduta n. 586
MARINO, ZANCAN, CALVI, MUZIO, PAGLIARULO. - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
la Giunta dell'Unione delle Camere penali italiane, con deliberazione del 16 aprile 2004, ha rilevato che:
"a Livorno un avvocato è stato sottoposto ad indagini preliminari con applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nell'ambito di un procedimento in cui rivestiva la qualità di difensore di uno degli indagati;
a suo carico è stata anche contestata una conversazione captata nel corso di un colloquio con il suo assistito presso il carcere dove questi era ristretto (colloquio avvenuto subito dopo che l'avvocato aveva interloquito con il pubblico ministero titolare delle indagini e senza che quest'ultimo lo avesse informato della sua posizione di coindagato e dunque della incompatibilità dell'incarico difensivo assunto);
la condotta del pubblico ministero è da considerarsi non soltanto non corretta, ma anzi palesemente ingannevole, laddove è stato consentito all'avvocato di recarsi presso le carceri per il colloquio con il suo assistito nonostante egli risultasse già iscritto nel registro degli indagati nell'ambito del medesimo procedimento e dunque con lo scopo (del resto dichiarato nel relativo provvedimento) di assumere elementi di indagine attraverso l'intercettazione ambientale all'uopo disposta con procedura d'urgenza ed operata;
la richiamata condotta del pubblico ministero si rappresenta, giusta la deliberazione sopra indicata, come una gravissima violazione della legge processuale ed in particolare dei commi 2, 3 e 4 dell'art. 106 del codice di rito, che, come è noto, impongono l'immediata declaratoria delle situazioni di incompatibilità del mandato difensivo e la conseguente rimozione delle stesse, nonché le necessarie sostituzioni a norma dell'art. 97 del codice di procedura penale",
si chiede di sapere se e quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare, promuovere e sollecitare, per quanto di competenza, rispetto alla gravissima violazione della legge processuale verificatasi a Livorno.