Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07081

Atto n. 4-07081

Pubblicato il 28 febbraio 2017, nella seduta n. 771

MANGILI , AIROLA , PUGLIA , SERRA , MONTEVECCHI , NUGNES , SCIBONA , GIARRUSSO , CATALFO , CAPPELLETTI , GIROTTO , PAGLINI , LEZZI , SANTANGELO , MARTON - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti. -

Premesso che secondo quanto risulta agli interroganti:

fonti di stampa risalenti alla giornata del 9 febbraio 2017 riportano le seguenti notizie: "Il Nucleo anticorruzione della guardia di finanza, su delega dell'Autorità nazionale anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, sta acquisendo atti e informazioni sulle gare d'appalto relative a 16 milioni di euro di fondi Expo stanziati e spesi per servizi telematici e infrastrutture informatiche per il Tribunale di Milano. Le fiamme gialle stanno raccogliendo il materiale negli uffici del Comune di Milano, in quanto stazione appaltante delle gare. Gli accertamenti amministrativi dell'Anac fanno seguito a segnalazioni arrivate dalla Corte d'Appello e dalla Procura generale di Milano. L'Anac sta effettuando in particolare accertamenti amministrativi sulle gare d'appalto per un totale di 16 milioni di fondi governativi stanziati per Expo e gestiti dal Comune, che in vista dell'Esposizione universale aveva affidato i lavori per il miglioramento e la semplificazione di alcuni servizi della giustizia nel Tribunale di Milano. Un affidamento avvenuto sulla base di un protocollo d'intesa, il 'Tavolo Giustizia' per Milano, firmato nel dicembre del 2009. I servizi riguardavano, tra l'altro, il processo civile telematico e alcune infrastrutture informatiche. Progetti, però, che in parte sarebbero stati affidati, come ha rilevato anche il Garante della Concorrenza e del Mercato, senza gara (con affidamento diretto) ad una società di Bologna, e in parte sono rimasti solo 'sulla carta', come i tanti monitor collocati anni fa davanti alle aule del Tribunale per informare gli utenti sui procedimenti in corso, ma non ancora funzionanti: 173 schermi montati fuori dalle porte delle aule di udienza e in altri luoghi di passaggio del tribunale che avrebbero dovuto dare le informazioni su tutti i processi in corso ma che, ancora oggi, non funzionano. Da quanto si è saputo, all'Anac sono arrivate con lettera due segnalazioni dalla Corte d'Appello di Milano e dalla Procura Generale sulla base di notizie di stampa. A parlare per primo di "milioni di fondi Expo per il Tribunale assegnati senza gara" era stato nel 2014 il blog 'Giustiziami.it'. Da quanto si è saputo, l'obiettivo dell'Anac ora è ricostruire l'iter degli affidamenti degli appalti e l'impiego dei 16 milioni di fondi. Spetterà alla Gdf, che sta acquisendo gli atti, redigere un'informativa per l'Anac, che poi andrà avanti negli accertamenti amministrativi. Nel caso emergessero profili penali l'Anac li segnalerà all'autorità giudiziaria e potrebbe, dunque, scattare un'inchiesta penale. Fa polemica, con un post su Facebook, il presidente della Regione Roberto Maroni. "Io sono a processo per un viaggio mai fatto, costato ai cittadini zero euro. Qui si parla di uno spreco di 16 milioni di soldi pubblici spesi per monitor inutilizzabili. Spero davvero che la stessa straordinaria 'solerzia' impiegata contro di me sia usata per accertare 'eventuali' responsabilità per questo 'eventuale' gigantesco spreco di soldi pubblici". Il suo riferimento è al processo in corso a Milano in cui Maroni è imputato per turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e di induzione indebita per la vicenda di presunte pressioni per far ottenere un lavoro alla sua ex collaboratrice Mara Carluccio in Eupolis e la partecipazione al viaggio a Tokyo a Maria Grazia Paturzo nell'ambito del Wolrd Expo Tour. Processo in cui, pochi giorni fa, ha testimoniato il sindaco Beppe Sala come ex commissario Expo" ("la Repubblica" edizione di Milano, del 9 febbraio 2017);

in data 13 febbraio 2017 "Il Sole 24 ore" ha pubblicato: «La Procura regionale della Corte dei conti della Lombardia ha notificato il primo atto di citazione per un “danno erariale” nei confronti di Expo 2015 spa «superiore a un milione di euro» a carico dell'ex manager della società Angelo Paris, già arrestato nel maggio del 2014 e che ha patteggiato in sede penale, in relazione alla gara d'appalto per le cosiddette 'Architetture di servizi'. Si tratta in particolare della procedura di gara per l'affidamento «dell'appalto integrato concernente la progettazione esecutiva e l'esecuzione dei lavori di realizzazione delle Architetture di Servizio, afferenti al sito per l'Esposizione Universale anno 2015» aggiudicato al raggruppamento temporaneo di Imprese Impresa di Costruzione Maltauro. Già lo scorso luglio, la Procura della Corte dei Conti della Lombardia aveva notificato a Paris e anche ad Antonio Acerbo, anche lui ex manager arrestato in un altro filone e che ha patteggiato, «atti di contestazione erariale per oltre cinque milioni di euro». (...) L'attività investigativa diretta ed effettuata dalla Procura della Repubblica di Milano ha consentito l'avvio dei paralleli procedimenti di responsabilità erariale con l'ausilio del Nucleo di Polizia Tributaria Milano della Guardia di Finanza, istruiti dalla Procura Regionale Contabile, anche con l'utilizzazione del protocollo d'intesa stipulato con la Procura penale. Nel caso specifico sono stati contestati, il danno non patrimoniale all'immagine della società Expo 2015, nonché il danno patrimoniale da tangente, entrambi addebitati nei confronti di soggetto che all'epoca delle procedure di gara, oggetto di turbativa, rivestiva posizioni di rilievo primario nella gestione della società Expo 2015, già incise dall'esercizio dell'azione penale. (...) Il danno erariale da erogazione tangentizia a favore di pubblici funzionari connessa ad aggiudicazione di appalti, in particolare, è stato ritenuto configurabile poiché «nessun imprenditore ragionevole corrisponde una utilità ad un amministratore se non per ottenere un vantaggio superiore, o almeno pari, a tale erogazione, non potendo un homo economicus partecipare a gare e lavori pubblici per munifico spirito liberale o per diletto e, dunque, in perdita o in pareggio, sottraendo, irragionevolmente, all'utile di impresa le erogazioni tangentizie a funzionari corrotti: queste ultime devono fatalmente e logicamente essere accollate alla pubblica amministrazione, o attraverso meccanismi operanti sui prezzi di aggiudicazione o nella fase esecutiva dell'affidamento (perizie suppletive o varianti in corso d'opera)». (...) Nel fatto in contestazione, la pubblica gara, avente un importo a base d'asta 67 milioni di euro, è stata aggiudicata per l'importo contrattuale di 55,6 milioni, al netto del ribasso praticato in sede di gara, ma tuttavia -a seguito di varianti in fase esecutiva– tale importo è stato incrementato in svantaggio della società pubblica con l'addizione dell'ulteriore somma di 2,9 milioni»;

dal quotidiano "La Stampa" del 13 febbraio 2017 si legge: «Paris, che venne arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione per gli appalti delle cosiddette “Architetture di servizio” di Expo, patteggiando poi un’accusa per associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta, secondo la Procura della Corte dei Conti della Lombardia, avrebbe causato danni «all’immagine» della «società pubblica» che ha gestito l’Esposizione universale e come danno «patrimoniale da tangente». Paris, all’epoca direttore pianificazione e acquisti di Expo 2015, era finito in carcere l’8 maggio del 2014 nell’inchiesta sulla cosiddetta «cupola degli appalti». Qualche giorno dopo l’arresto, poi, l’ex manager aveva ammesso a verbale di aver turbato le gare d’appalto che gli venivano contestate e, in particolare, quella per le cosiddette `Architetture di servizio´. Gara che venne vinta da un raggruppamento di imprese guidato dalla Maltauro spa e che è anche al centro degli accertamenti della magistratura contabile. E il 27 novembre 2014, poi, come gli altri arrestati, Paris aveva patteggiato una pena di 2 anni, 6 mesi e 20 giorni con 100 mila euro di risarcimento alla società Expo. Dalle indagini della Procura sono scaturiti i procedimenti paralleli sulla responsabilità erariale portati avanti dai magistrati contabili con l’ausilio del Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano. Già lo scorso luglio, tra l’altro, la Procura della Corte dei Conti lombarda aveva notificato a Paris e anche ad Antonio Acerbo, anche lui ex manager di Expo arrestato in un altro filone e che ha patteggiato, «atti di contestazione erariale per oltre cinque milioni di euro (atti equivalenti, in sostanza, alle informazioni di garanzia penali, ndr)». Ora la Corte dovrà fissare un’udienza e portare a giudizio Paris. La gara sulle `architetture di servizio´, come spiegano i magistrati contabili, aveva «un importo a base d’asta» di oltre 67 milioni di euro e venne aggiudicata per oltre 55 milioni «al netto del ribasso praticato in sede di gara, ma tuttavia, a seguito di varianti in fase esecutiva, tale importo è stato incrementato in svantaggio della società pubblica con l’addizione dell’ulteriore somma di 2.916.797,61». Nel caso specifico a Paris, oltre al danno all’immagine di Expo, è stato contestato, chiariscono i pm contabili, anche «il danno erariale da erogazione tangentizia a favore di pubblici funzionari connessa ad aggiudicazione di appalti», perché «nessun imprenditore ragionevole - scrivono i magistrati - corrisponde una utilità ad un amministratore se non per ottenere un vantaggio superiore, o almeno pari, a tale erogazione»;

inoltre, il quotidiano online "Il Giornale" del 18 febbraio 2017 informa che: «Sulla gestione della società Expo 2015, e sugli appalti affidati dalla medesima società direttamente o indirettamente, nella qualità di stazione appaltante, è in corso di deposito un ulteriore atto di citazione". Al netto del burocratese: è in arrivo dalla Corte dei conti un'altra tegola su Expo. Non solo. "Sono in corso di svolgimento - ha spiegato il procuratore regionale della Corte, Salvatore Pilato, nella relazione di inaugurazione dell'anno giudiziario - molteplici attività di approfondimento istruttorio", che andranno avanti per tutto il 2017. Il nuovo "atto di citazione" della Procura regionale sarà spedito all'ex manager della società Antonio Acerbo, già coinvolto nelle vicende giudiziarie penali insieme ad Angelo Paris. Lo stesso Paris ha ricevuto pochi giorni fa dai magistrati contabili la contestazione per un danno erariale (all'immagine e "da tangente") procurato ad Expo di oltre un milione di euro. Sul fronte penale Paris ha patteggiato nel 2014 una pena a più di due anni e mezzo nell'ambito del processo sugli appalti per le "Architetture di servizio". L'atto che riguarda Acerbo sarebbe invece relativo all'inchiesta penale sulle cosiddette "Vie d'acqua". All'ex subcommissario di Expo (ha patteggiato tre anni) è già stato notificato l'avviso, ora potrà presentare le proprie considerazioni, poi la Procura contabile deciderà se depositare appunto l'atto di citazione: una sorta di richiesta di rinvio a giudizio. Non è nota l'entità della cifra contestata. [...] Pilato ha sottolineato come l'attività istruttoria dei suoi uffici su Expo procede sia appunto in modo «conseguenziale» rispetto all'azione penale, sia in modo "complementare" e autonomo. Se la prima fase è quasi conclusa, la seconda è in pieno sviluppo anche grazie alla collaborazione con l'Anac. In questo senso le indagini ("carotaggi", nelle parole di Pilato) della Procura contabile sono in corso anche sulla vicenda, sollevata di recente dall'Autorità anti corruzione, dell'appalto da 16 milioni di fondi Expo stanziati dal Comune per servizi telematici e infrastrutture informatiche al Tribunale. Infine il bilancio dell'anno appena trascorso. I settori su cui la Corte dei conti si è concentrata sono le quote latte, con una quantificazione dei danni erariali in oltre 117 milioni. I casi di rimborsi illegittimi incassati dai gruppi consiliari della Regione, con più di 1,1 milione risarcito dai responsabili. I sequestri per 1,7 milioni in relazione all'«Operazione Smile», l'inchiesta sull'affidamento delle prestazioni dentistiche di alcuni ospedali. Particolare attenzione è stata dedicata, nel campo sanitario ma non solo, alle "situazioni di incompatibilità e di conflitto di interesse nell'esercizio non autorizzato di attività professionali extra-lavorative". Cioè alle violazioni contrattuali dei professionisti che svolgono attività parallele nelle sedi di lavoro, allungando le liste d'attesa. In totale nel 2016 la sezione giurisdizionale della Corte dei conti della Lombardia ha emesso condanne per 4,2 milioni, come ha riportato nella propria relazione il presidente Silvano Di Salvo»;

considerato che:

l’art. 14 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto un’autorizzazione di spesa pari a 1.486 milioni di euro per il periodo 2009-2015 per la realizzazione delle opere e delle attività connesse allo svolgimento del grande evento EXPO Milano 2015;

l’art. 41, comma 16-quinquiesdecies, del decreto-legge n. 207 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 14 del 2009, ha autorizzato il Ministero dell'economia e delle finanze a erogare, per l'esercizio 2009, a titolo di apporto al capitale sociale di EXPO 2015 SpA fino a un massimo di 4 milioni di euro, a valere sulle risorse stanziate per il 2009 dall'art. 14, comma 1, del decreto-legge n. 112 del 2008. Con il citato comma è stato autorizzato il predetto apporto al capitale sociale della Soge, precisando che tale apporto è necessario per permettere lo svolgimento di tutte le attività indicate dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 ottobre 2008 e, in particolare, di quelle previste dall'art. 1, comma 3. Quest’ultimo dispone che gli interventi consistono in: opere di preparazione e costruzione del sito; opere infrastrutturali di connessione del sito stesso; opere riguardanti la ricettività; opere di natura tecnologica (denominate «opere essenziali») e le attività di organizzazione e di gestione dell'evento, secondo quanto previsto nel dossier di candidatura approvato dal BIE (Bureau international des expositions), allegato 1 al decreto stesso;

l'art. 54 del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010 (come novellato dall'art. 56, comma 3, del decreto-legge n. 5 del 2012) ha previsto che per la prosecuzione, per gli anni 2010 e successivi, delle attività indicate al succitato articolo 41, comma 16-quinquiesdecies del decreto-legge n. 207 del 2008, fatto salvo il finanziamento integrale delle opere, può essere utilizzata, in misura proporzionale alla partecipazione azionaria detenuta dallo Stato, una quota non superiore all'11 per cento delle risorse autorizzate dall'articolo 14, comma 1, del decreto-legge n. 112 del 2008, destinate al finanziamento delle opere delle quali la Società Expo 2015 SpA è soggetto attuatore, ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 ottobre 2008, ferma restando la partecipazione pro quota alla copertura delle medesime spese da parte degli altri azionisti, a valere sui rispettivi finanziamenti;

il comma 16-quater dell'articolo 2 del decreto-legge n. 225 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 10 del 2011, ha trasferito 4,5 milioni di euro per la prosecuzione delle attività di infrastrutturazione informatica necessarie per le attività degli uffici giudiziari e della sicurezza collegate allo svolgimento dell’EXPO Milano 2015 (tale autorizzazione, inizialmente concessa fino al 30 aprile 2011, è stata prorogata sino al 31 dicembre 2012 dall'art. 15, comma 8-bis del decreto-legge n. 216 del 2011). All’articolo 2, il comma 37 ha esteso alla provincia di Milano la disposizione di deroga ai vincoli del patto di stabilità interno introdotta in favore del comune di Milano dal comma 103 dell’articolo 1 della legge di stabilità per il 2011 (legge n. 220 del 2010), con riferimento alle spese sostenute per gli interventi necessari per la realizzazione dell'Expo Milano 2015 per l'anno 2011;

all'uopo, l'art. 33, comma 37, della legge n. 183 del 2011 (legge di stabilità per il 2012) ha previsto, in via straordinaria, per l'anno 2012, per la provincia ed il comune di Milano, l'attenuazione delle sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità;

considerato inoltre che:

il decreto-legge n. 83 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134 del 2012, all'articolo 8, comma 1, ha previsto una reintegrazione degli stanziamenti originariamente previsti dall'art. 14 del decreto-legge n. 112 del 2008 per la realizzazione delle opere e delle attività connesse; a tal fine, è stata autorizzata la spesa complessiva di 28.421.967 euro nel periodo 2012-2015. Una quota di tali somme, pari a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014, è destinata alla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano per straordinari interventi conservativi e manutentivi del Duomo di Milano necessari anche in vista dello svolgimento del grande evento EXPO Milano 2015;

tra l'altro, la legge di stabilità per il 2013 (legge n. 228 del 2012), all'articolo 1, comma 214, ha disposto che, in considerazione della rilevanza degli impegni assunti dall’Italia nei confronti del Bureau international des expositions per la realizzazione dell’EXPO 2015, spetta al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in luogo della riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’art. 14 del decreto legge n. 112 del 2008, disposta in caso di scostamento finanziario riscontrato rispetto a quanto previsto, individuare idonea compensazione, a decorrere dall’anno 2013, nell’ambito delle dotazioni finanziarie delle spese rimodulabili di cui all’art. 21, comma 5, lett. b), della legge n. 196 del 2009, all’interno del proprio stato di previsione ed entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di stabilità;

risulta agli interroganti, inoltre, che nella seduta del CIPE dell'8 marzo 2013, siano stati assegnati 25,3 milioni di euro per l’acquisto di due nuovi treni destinati alla linea 1 della metropolitana di Milano, al fine di fronteggiare le mutate condizioni di traffico in accesso alla Fiera di Milano dove si terrà l’EXPO 2015;

considerato altresì che:

il decreto legge n. 69 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 98 del 2013, recante "Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia" con riferimento all'articolo 46, commi 1-bis e 1-quinquies, rubricato "EXPO Milano 2015", ha previsto l'assegnazione al Ministero degli affari esteri di un contributo di 1,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015, destinato alle attività di organizzazione logistica e comunicazioni relative alla partecipazione all’EXPO 2015, a sostegno della presentazione delle iniziative della cooperazione italiana, particolarmente nell’ambito della sicurezza alimentare. Il citato comma 1-bis dell’articolo 46 fa esplicito riferimento alla legge 26 febbraio 1987, n. 49, recante "Nuova disciplina della cooperazione dell'Italia con i Paesi in via di sviluppo", nell’ambito della quale il contributo viene erogato;

con riferimento al predetto articolo 46, comma 1-bis, del decreto-legge n. 69 del 2013 nel corso dell’esame al Senato è stato soppresso il secondo periodo del comma in questione, che poneva la copertura del relativo onere finanziario a carico del fondo per il pagamento dei canoni di locazione degli immobili conferiti dallo Stato ad uno o più fondi immobiliari, di cui all'articolo 1, comma 139, della legge n. 228 del 2012;

la copertura di tale onere attualmente è posta, nell’ambito dell’articolo 61, lettere b) e d-bis), a valere, quanto a 1,5 milioni per l’anno 2014, sul fondo speciale di parte corrente iscritto nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, allo scopo utilizzando l’accantonamento del Ministero degli affari esteri, e quanto a 1,5 milioni per l’anno 2015 sulle risorse del Fondo per gli interventi strutturali di politica economica (art. 10, comma 5, del decreto-legge n. 282 del 2004, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 307 del 2004);

risulta agli interroganti che il Senato abbia altresì modificato il comma 1-quinquies dell'articolo 46 menzionato, il quale prevede che le azioni indicate nel programma “City Operations” (finalizzato alla realizzazione dell'evento EXPO 2015, approvato con deliberazione della Giunta comunale di Milano del 15 giugno 2013) finanziate con quota parte del gettito derivante dall'applicazione dell'imposta di soggiorno nel Comune di Milano (fino all’80 per cento del gettito medesimo) e le relative spese, finanziate con le entrate derivanti dall’imposta di soggiorno, non sono sottoposte ai limiti di spesa previsti dall'articolo 6 del decreto-legge n. 78 del 2010 (che reca misure di riduzione della spesa delle pubbliche amministrazioni per studi e consulenze, per pubbliche relazioni, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza, per missioni, di formazione, per l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio di autovetture, nonché il divieto di spese per sponsorizzazioni) né sono contabilizzate ai fini del rispetto del patto di stabilità interno del Comune di Milano;

al riguardo, la scelta compiuta dal Governo consiste nella volontà di introdurre tale modifica, allo scopo di fare rientrare le azioni e le relative spese finanziate con il gettito dell’imposta di soggiorno nei vincoli del Patto di stabilità interno;

come esplicitamente indicato nella scheda di lettura e profili finanziari elaborata dalla Camera dei deputati sul decreto-legge n. 69 del 2013 (n. 36/3 del 7 agosto 2013) "resta confermata l’esclusione di tali spese dai limiti previsti dall'articolo 6 del decreto-legge n. 78 del 2010";

sempre con riferimento al decreto-legge n. 69 del 2013, si segnala l'introduzione dell'articolo 46-ter, rubricato "Disposizioni in favore dell’Esposizione universale di Milano del 2015, il quale prevede ulteriori interventi in favore dell’Esposizione universale di Milano del 2015, che riguardano il possibile coinvolgimento della Consip SpA, in qualità di centrale di committenza, la possibilità di procedere ad assunzioni di personale a tempo determinato da parte delle società in house degli enti locali soci di EXPO, la revoca dei finanziamenti statali per opere il cui progetto definitivo non è stato approvato;

in particolare, il comma 1 del suddetto articolo consente alla società EXPO SpA, per lo svolgimento delle attività di propria competenza, di avvalersi di Consip, nella sua qualità di centrale di committenza, mediante la stipula di un’apposita convenzione, che preveda il rimborso delle relative spese a carico della società EXPO medesima e senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Il comma 2 consente assunzioni di personale a tempo determinato, necessario per la realizzazione di opere infrastrutturali essenziali e altre opere previste, nonché per la prestazione di servizi e altre attività, tutte strettamente connesse all'evento EXPO Milano 2015, fino alla conclusione delle medesime e comunque con durata non oltre il 31 dicembre 2015, da parte delle società in house degli enti locali soci di EXPO S.p.A. Sugli affidamenti diretti alle società in house, particolari caratteristiche assumono alcune procedure di affidamento diretto adottate a favore delle società in house degli enti locali soci, quale strumento giuridico autorizzato dalla disciplina specifica dettata per Expo e adottato dalla Società per la realizzazione di particolari progetti e/o servizi. Ai fini della realizzazione delle opere di competenza di EXPO, infatti, l’art. 4, comma 9, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 ottobre 2008 (ora sostituito dall’articolo 5, comma 9, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 6 maggio 2013, con il quale all’art. 8 è stato abrogato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 ottobre 2008), prevede che la Società "può anche avvalersi degli uffici tecnici e amministrativi degli enti pubblici interessati e può disporre di personale comandato dagli stessi". In conformità a tale previsione, ed al fine di adottare celermente le procedure a evidenza pubblica per l’affidamento dei lavori di costruzione del sito espositivo, la società ha deciso di avvalersi delle competenze, nonché degli uffici tecnici e amministrativi, di Metropolitane Milanesi SpA e di Infrastrutture Lombarde SpA. L’art. 5 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 6 maggio 2013 ha individuato i soci della società EXPO 2015 SpA: il Ministero dell’economia e delle finanze, il Comune di Milano, la Regione Lombardia, la provincia di Milano e la Camera di commercio di Milano, secondo le quote stabilite dal Ministero dell'economia e delle finanze. Altri enti locali o enti pubblici, secondo le procedure previste dalla normativa vigente sulle società per azioni, possono aderire alla EXPO 2015, previa definizione della rispettiva quota di partecipazione da parte del Ministero dell'economia e delle finanze. Le assunzioni sono effettuate anche in deroga agli specifici vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia di personale e nei limiti delle risorse finalizzate alla realizzazione delle opere, fermo restando il conseguimento complessivo dei risparmi di spesa previsti a legislazione vigente;

al riguardo, si ricorda che l’articolo 4, commi 9 e 10, del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 135 del 2012, ha disposto specifiche limitazioni nelle assunzioni per le società pubbliche che abbiano conseguito nel 2011 un fatturato da prestazione di servizi a favore di pubbliche amministrazioni superiore al 90 per cento, con esclusione di quelle quotate e le loro controllate, nonché misure di contenimento della spesa per il personale dipendente dalle società medesime. In particolare, per tali società è stata disposta l’applicazione delle disposizioni limitative delle assunzioni previste per l’amministrazione pubblica controllante (considerando comunque che per talune amministrazioni, quali enti di ricerca, o per taluni enti territoriali, sussistono differenziazioni rispetto alle misure di contenimento dettate per la generalità della Pubblica Amministrazione). Allo stesso tempo continua ad applicarsi l’articolo 18, comma 2, del decreto-legge n. 112 del 2008 (secondo cui le società a partecipazione pubblica totale o di controllo adottano criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi, anche di derivazione comunitaria, di trasparenza, pubblicità e imparzialità), salva comunque l’applicazione della disposizione più restrittiva in precedenza richiamata. Infine, è stato ridotto il ricorso a rapporti di lavoro di tipo temporaneo, stabilendo che le società in oggetto possano ricorrere a personale a tempo determinato o a contratto solo entro il limite del 50 per cento della spesa sostenuta per tali finalità nell'anno 2009. Il comma 3 reca una disposizione interpretativa dell’articolo 19, comma 2, dell’accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Bureau international des expositions sulle misure necessarie per facilitare la partecipazione all'Esposizione Universale di Milano del 2015, fatto a Roma l'11 luglio 2012, ratificato con la legge n. 3 del 2013;

considerato inoltre che:

l’articolo 19 del menzionato Accordo, ratificato con legge n. 3 del 2013, indica le agevolazioni fiscali in favore dell'organizzatore, cioè della Società «Expo 2015 S.p.A.» che ha il compito, secondo le competenze delineate dalla normativa italiana, di porre in essere interventi infrastrutturali e organizzativi necessari per la realizzazione dell'Expo Milano 2015. In particolare il comma 2 prevede che le disposizioni di cui all'articolo 17, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 (IVA), si applicano anche alle prestazioni di servizi, compresa la prestazione di manodopera, rese nel settore edile da soggetti appaltatori nei confronti dell'Organizzatore. Il quinto comma dell’articolo 17 del D.P.R. n. 633 disciplina il meccanismo della reverse charge (inversione contabile), in base al quale il destinatario di una cessione di beni o prestazione di servizi, se soggetto passivo nel territorio dello Stato, è tenuto all'assolvimento dell'imposta in luogo del cedente o prestatore. Previsto originariamente per le operazioni del mercato dell’oro e dell’argento, il sesto comma dell’articolo 17 lo ha esteso: a) alle prestazioni di servizi, compresa la prestazione di manodopera, rese nel settore edile da soggetti subappaltatori nei confronti delle imprese che svolgono l’attività di costruzione o ristrutturazione di immobili ovvero nei confronti dell’appaltatore principale o di un altro subappaltatore; a-bis) alle cessioni di fabbricati o di porzioni di fabbricato per le quali nel relativo atto il cedente abbia espressamente manifestato l'opzione per l'imposizione; b) alle cessioni di apparecchiature terminali per il servizio pubblico radiomobile terrestre di comunicazioni soggette alla tassa sulle concessioni governative, nonché dei loro componenti ed accessori; c) alle cessioni di personal computer e dei loro componenti ed accessori; d) alle cessioni di materiali e prodotti lapidei, direttamente provenienti da cave e miniere;

considerato infine che:

il settimo comma del suddetto articolo 17 attribuisce al Ministro dell'economia e delle finanze la facoltà di estendere il meccanismo della reverse charge, mediante propri decreti, a ulteriori tipologie, purché rientranti fra quelle alle quali il predetto meccanismo risulta applicabile in virtù dell'autorizzazione prevista, in via generale, nella normativa comunitaria. Ed invero, con decreto del Ministero dell'economia del 10 luglio 2012 (Gazzetta Ufficiale n. 203 del 31 agosto 2012) è stata disposta l’applicazione dell'inversione contabile alle prestazioni edili rese nell'ambito dell'Expo Milano 2015. La disposizione in esame estende, in via interpretativa, le disposizioni di cui all’articolo 17, comma quinto, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 633 del 1972 (reverse charge), anche alle prestazioni di servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria previste al Capo IV, Sezione I (artt. da 90 a 96), del decreto legislativo n. 163 del 2006 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture). Il comma 4 prevede l’applicazione dell’aliquota IVA ridotta del 10 per cento (in luogo del 22 per cento) in relazione ai diritti per l’accesso all’Expo 2015 di Milano. Al riguardo, si ricorda che l’articolo 19 dell’Accordo, al comma 3, dispone che, ai fini dell'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto, le prestazioni rese dall'organizzatore per l'accesso all'Expo Milano 2015 non rientrano fra quelle esenti dall’imposta ai sensi dell'articolo 10, primo comma, n. 22), del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, cioè le prestazioni proprie delle biblioteche, discoteche e simili e quelle inerenti alla visita di musei, gallerie, pinacoteche, monumenti, ville, palazzi, parchi, giardini botanici e zoologici e simili. Il comma 5 demanda, al fine di garantire la tempestiva realizzazione delle opere dell’EXPO 2015 indispensabili per l’evento, a un decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, la revoca dei finanziamenti statali delle opere connesse all’evento, già incluse nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 ottobre 2008, il cui progetto definitivo non è stato approvato dal CIPE alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge. La revoca dei finanziamenti statali avviene su richiesta del commissario unico del Governo per l’EXPO, sentiti gli enti territoriali interessati, fino alla concorrenza del contributo in conto impianti dovuto dai soci inadempienti. Le opere connesse, già elencate in allegato al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 ottobre 2008, sono ora elencate nell’allegato 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 maggio 2013, con il quale all’art. 8 è stato abrogato il decreto del Presidente del Consiglio dei Minsitri del 2008. L’allegato 1 reca, invece, il dettaglio degli investimenti per opere infrastrutturali «essenziali» di Expo Milano 2015;

la legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità per il 2015), nella parte "Norme relative ad Expo", con riferimento al comparto sicurezza ha previsto quanto segue: in primo luogo è disposta la revisione dell'accordo nazionale quadro di amministrazione delle forze di polizia ad ordinamento civile e delle procedure per la contrattazione decentrata; inoltre, sono rinviate al 1° dicembre 2015 le assunzioni del personale dei corpi di Polizia e dei Vigili del fuoco, ad eccezione degli allievi agenti di Polizia di Stato del concorso 2014. In sede referente, è stato autorizzato lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi banditi nel 2012 e indetti nel 2013 per l'assunzione di personale delle forze di polizia, in vista di Expo 2015. Nel settore delle infrastrutture e delle reti (trasporti, energia e comunicazioni) si prevedono, da un lato, misure di razionalizzazione della spesa, con una specifica attenzione ai rapporti finanziari con i soggetti titolari di contratti di servizio pubblico nazionale (ENAV, Poste italiane, Trenitalia per il trasporto merci nazionale); dall'altro lato, vengono individuati specifici finanziamenti o misure di agevolazione per interventi ritenuti suscettibili di un impatto positivo sulla crescita economica (tra gli altri, opere di accesso agli impianti portuali e rinnovo parchi automobilistici trasporto pubblico locale), ovvero misure idonee a determinare un aumento di entrate per lo Stato (vendita frequenze banda "L"). L'esame parlamentare è intervenuto con misure concernenti la regolazione del settore aeroportuale, delle frequenze televisive e dell'autotrasporto, nonché per la realizzazione di Expo 2015,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto;

se intenda, nell'ambito delle proprie attribuzioni, attivarsi affinché l'organo competente verifichi la sussistenza dei presupposti per l'eventuale esercizio dell'azione risarcitoria, previo accertamento del danno erariale, di cui sarebbe responsabile EXPO 2015 SpA, in persona dell'ex manager della società Angelo Paris;

se intenda, inoltre, procedere alla richiesta di risarcimento del danno all'immagine cagionato alla pubblica amministrazione.