Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07030

Atto n. 4-07030

Pubblicato il 21 febbraio 2017, nella seduta n. 766
Risposta pubblicata

MARINELLO - Al Ministro della salute. -

Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:

il signor O.P., originario della provincia di Agrigento, è stato ricoverato in data 8 gennaio 2016 presso il reparto di Neurochirurgia dell'azienda ospedaliera policlinico "Vittorio Emanuele" di Catania per essere sottoposto ad intervento neurochirurgico finalizzato alla risoluzione della patologia di "mielopatia compressiva in corrispondenza delle vertebre C3 e C4";

il signor P. è purtroppo deceduto in data 5 marzo 2016 presso l'azienda ospedaliera "Gravina" di Caltagirone, dove era stato trasferito in data 21 gennaio 2016 dopo essere stato sottoposto presso l'ospedale di Catania a due interventi, il secondo dei quali resosi necessario a causa delle complicazioni verificatesi durante il primo;

per fare chiarezza sulle circostanze che hanno determinato il decesso, a seguito del ricorso al giudice da parte dei familiari della vittima, il pubblico ministero del Tribunale di Catania ha disposto una consulenza tecnica e dato relativo incarico a tre esperti. Tali specialisti hanno individuato la causa della morte in una broncopolmonite originata dal batterio pseudomonas aeruginosa, che ha causato una grave infezione, fino allo shock settico e all'insufficienza multiorgano. Dai rilievi dei consulenti, il pubblico ministero ha ritenuto di chiedere al giudice per le indagini preliminari l'archiviazione del procedimento a carico dei sanitari in quanto, pur essendo stato accertato che la prima causa del decesso del signor P. sia stata un'infezione nosocomiale, non sarebbe possibile accertare quale sia stato il fattore determinante l'insorgenza di tale infezione;

considerato che, per quanto risulta:

la relazione medico-legale al pubblico ministero è stata sottoposta alla valutazione di due esperti incaricati dai familiari della vittima, che, dopo aver riscontrato passaggi a tratti lacunosi e a tratti contraddittori, hanno formulato critiche puntuali e sono giunti a conclusioni nettamente contrastanti con quelle della prima perizia;

in particolare, è stato rilevato dai consulenti di parte come l'infezione ospedaliera sia stata certamente contratta dal paziente presso il presidio ospedaliero, a causa del mancato rispetto delle linee guida e delle raccomandazioni per la prevenzione di tali polmoniti che sono statisticamente la prima causa di morte fra le infezioni contratte in ambiente ospedaliero;

infatti, vista l'assenza di preesistenti problemi polmonari del paziente, gli esperti hanno sottolineato che l'infezione è stata contratta oltre ogni ragionevole dubbio, necessariamente e alternativamente, o nel corso del secondo intervento cui è stato sottoposto d'urgenza il signor P., in data 11 gennaio 2016, per la rimozione di un ematoma derivante dalla lesione del nervo glossofaringeo e dalla lesione tracheale provocate dal personale sanitario durante il primo intervento, ovvero nei successivi giorni di ricovero presso il reparto di terapia intensiva e rianimazione del policlinico; in ogni caso, secondo gli esperti della parte offesa, l'infezione è stata causata dalla mancata adozione delle idonee misure igienico-sanitarie dell'ambiente, del personale o dei presidi medici e dall'inosservanza delle cautele e delle procedure previste per la prevenzione di forme di contagio in sede di terapia intensiva pneumologica;

inoltre, sembrerebbe aver contribuito alle complicanze respiratorie anche l'errato collocamento del tubo da sondino nasogastrico, finito nel bronco principale sinistro (apparto respiratorio), anziché nello stomaco (apparto digerente) a causa di una maldestra manovra durante il ricovero in rianimazione dall'11 gennaio al 16 gennaio 2016;

infine, nonostante quella che gli specialisti incaricati dai familiari della vittima chiamano "evidente sintomatologia" e nonostante gli esami radiografici, che permettevano di sospettare già dall'11 gennaio che il paziente fosse affetto da una grave pneumopatia infettiva, non sono stati eseguiti accertamenti idonei sulla natura del germe responsabile dell'infezione, procedendo quindi per 7 giorni con una terapia antibiotica di tipo "empirico", invece che mirato e calibrato sulle reali condizioni del paziente. La presenza del batterio ospedaliero è stata subito ed inequivocabilmente confermata dagli esami colturali eseguiti presso l'ospedale di Caltagirone, dove il signor P. è stato trasferito in data 21 gennaio 2016 in condizioni ormai disperate;

tenuto conto che, a quanto risulta:

durante i sei mesi precedenti il ricovero del signor P., da agosto 2015 a gennaio 2016, nel solo reparto di terapia intensiva e rianimazione del policlinico Vittorio Emanuele di Catania sono stati riscontrati, per stessa ammissione della direzione sanitaria, ben 14 casi, su 84 ricoveri, di contrazione di germi nosocomiali particolarmente resistenti, molti dei quali possono portare alla morte del paziente;

l'imparzialità e la terzietà nelle valutazioni tecniche medico-legali di due dei tre consulenti del pubblico ministero potrebbero sembrare non pienamente soddisfatte alla luce dei seguenti fatti: uno degli esperti ha accettato l'incarico di consulenza di parte proposto, qualche mese dopo la vicenda, proprio dall'azienda ospedaliera policlinico Vittorio Emanuele, in un altro procedimento civile pendente presso il Tribunale di Catania; un altro degli specialisti nominati dal pubblico ministero, come emerso in sede di conferimento dell'incarico, è risultato essere collega di lavoro di uno dei medici indagati a seguito del ricorso dei familiari della vittima,

si chiede di sapere:

se al Ministro in indirizzo non ritenga opportuno, nel rispetto dell'autonomo svolgimento dei procedimenti giudiziari, disporre tutte le verifiche ritenute più idonee ed efficaci per accertare l'eventuale sussistenza di responsabilità del personale sanitario tali da causare, anche indirettamente, la morte del signor P. e riconducibili a violazioni ed inosservanza delle regole e delle procedure di prevenzione, diagnosi e cura previste dalle norme in materia sanitaria;

se non ritenga che sia necessario predisporre un'indagine accurata da parte degli ispettori del Ministero in merito alle condizioni igienico-sanitarie del nosocomio catanese, al fine di ripristinare, qualora sia necessario, gli standard igienico-sanitari per la cura dei degenti.