Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-03488

Atto n. 3-03488 (in Commissione)

Pubblicato il 14 febbraio 2017, nella seduta n. 760

GIROTTO , PETROCELLI , CAPPELLETTI , DONNO , LUCIDI , SCIBONA , SANTANGELO , CASTALDI , SERRA , PUGLIA , MORRA , PAGLINI , GIARRUSSO , MORONESE - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dello sviluppo economico. -

Premesso che:

in seguito all'esito del referendum del 1987 che portò alla chiusura della produzione di energia nucleare in Italia, ai sensi del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, viene costituita la Sogin (Società gestione impianti nucleari), la società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi compresi quelli prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare, un'attività svolta per garantire la sicurezza dei cittadini, salvaguardare l'ambiente e tutelare le generazioni future;

oltre alle 4 centrali nucleari italiane di Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano (Caserta) e all'impianto dell'ex FN di Bosco Marengo (Alessandria), la Sogin gestisce il decommissioning degli ex impianti di ricerca Enea Eurex di Saluggia (Vercelli), Opec e Ipu di Casaccia (Roma) e Itrec di Rotondella (Matera). Ad essa è affidata anche la responsabilità del combustibile trattato in Francia, che dovrà rientrare in Italia entro il 2025, quello trattato in Inghilterra, che potrebbe rientrare nel 2022 e per il quale sono già in corso le trattative per la proroga della scadenza, e di quello conservato nella piscina dell'impianto Itrec, per i quali vi è una trattativa per il rimpatrio del combustibile verso gli Stati Uniti;

un approfondimento sulla situazione del combustibile allocato in Gran Bretagna e su quello stoccato nel centro di Rotondella si è tenuto nel corso dell'audizione informale di rappresentanti di Sogin presso la 10a Commissione permanente (Industria, commercio, turismo) del Senato del 16 novembre 2016 e nelle risposte alle domande depositate;

considerato che;

in merito alla trattativa del combustibile in Gran Bretagna, la Sogin ha dichiarato di aver da poco "rinnovato i contratti di stoccaggio e allo stato attuale il rientro è previsto a partire dal primo semestre del 2022. In caso di mancato rientro, ogni anno in più avrà carattere oneroso. Le condizioni economiche sono oggetto di trattativa". Per Sogin, la data indicativa del 2025 riguarda una direttiva del Ministero dello sviluppo economico che invita ad organizzare il rientro dal Regno Unito in tempi coerenti rispetto al rientro dei residui radioattivi dalla Francia e con la disponibilità del deposito nazionale;

in Gran Bretagna sono state riprocessate 1.600 tonnellate di combustibile irraggiato italiano a Sellafield, 920 tonnellate sono relative a contratti anteriori al 1976, mentre 680 tonnellate circa sono relative ai due contratti sottoscritti dall'ENEL dopo quella data: un contratto del 1979, per combustibile Magnox della centrale di Latina (573 tonnellate), e un contratto del 1980, per combustibile delle centrali di Trino e Garigliano (rispettivamente 52 e 54 tonnellate circa). Il riprocessamento ha prodotto circa 5.500 metri cubi di rifiuti radioattivi, e più precisamente 17,3 metri cubi di rifiuti ad alta attività, 847 metri cubi di rifiuti a media attività e 4.626 metri cubi di rifiuti a bassa attività. Sono questi i volumi che dovrebbero rientrare in Italia;

dalla "Relazione sulla gestione dei rifiuti radioattivi in Italia e sulle attività connesse" della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali, approvata dal Parlamento nel dicembre 2012, emerge che la parte inglese offre come opzione la possibilità di sostituire i rifiuti a bassa e media attività, che vengono condizionati in matrici cementizie, con quantità radiologicamente equivalenti di rifiuti ad alta attività, condizionati in vetro;

secondo le valutazioni fatte dalla Sogin, la sostituzione azzererebbe il volume di rifiuti a bassa e media attività da ricevere, elevando il volume di quelli ad alta attività solo da 17,3 a 18,7 metri cubi, e si tratterebbe di un incremento che non modificherebbe il numero dei contenitori, che sarebbero comunque necessari (4,2 per i rifiuti prodotti dal combustibile di Latina, uno per ciascuno per quello di Trino e del Garigliano). La maggiore quantità andrebbe infatti a colmare i vuoti all'interno dei contenitori stessi, lasciando quindi immutato il volume effettivo;

l'opzione di sostituzione offerta dalla Nuclear decommissioning authority (NDA), l'ente pubblico con funzioni analoghe a quelle dell'italiana Sogin, è ovviamente a titolo oneroso: per i quantitativi di rifiuti destinati a rientrare in Italia il costo della sostituzione sarebbe pari a circa 150 milioni di sterline;

una valutazione complessiva dei costi derivanti dalla spedizione di tutti i rifiuti, senza sostituzione, effettuata dalla Sogin, mostra una cifra pari a circa 270 milioni di sterline, alla quale andrebbe poi sommata quella necessaria per il deposito;

considerato infine che:

sulla base di una valutazione comparativa dei costi da sostenere nel breve e nel lungo periodo, il Governo ha scelto l'opzione di sostituzione e, tenuto conto degli aspetti di sicurezza, di radioprotezione e di protezione dell'ambiente;

il Ministro dello sviluppo economico, accogliendo la proposta avanzata dalla Sogin, ha emanato in data 10 agosto 2009 una direttiva con la quale impegna la Sogin stessa a definire con la NDA un accordo di sostituzione in cui vengano fissati anche i tempi di rientro dei rifiuti ad alta attività coerenti con gli analoghi tempi indicati negli accordi presi con la Francia,

si chiede di sapere:

se la trattativa per il rinnovo dei contratti di stoccaggio con il Regno Unito riguardi anche l'opzione di sostituzione, come indicata dal Governo, e quali siano le condizioni stipulate nell'accordo;

a quanto ammonti l'importo del rinnovo del contratto e se vi siano state valutazioni economiche da parte di Sogin sulla fattibilità dei costi sostenuti.