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Legislatura 18ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 4-06447

Atto n. 4-06447

Pubblicato il 13 gennaio 2022, nella seduta n. 395
Risposta pubblicata il 7 ottobre 2022 nel fascicolo n. 153

LANNUTTI, ANGRISANI Luisa, BOTTO Elena - Ai Ministri della giustizia, per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale e per la pubblica amministrazione. -

Premesso che la strategia digitale del Ministero della giustizia è in linea con il quadro programmatico e normativo dell'Unione europea. Il quadro di riferimento di base è costituito da "EUROPA 2020: Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva", all'interno della quale è definita l'iniziativa faro "Un'Agenda europea del digitale". L'Agenda digitale italiana definita da alcuni provvedimenti normativi del 2012 (legge n. 35 del 2012, legge n. 134 del 2012 e legge n. 221 del 2012) è stata adottata il 3 marzo 2015 con l'approvazione dei due piani strategici sul digitale: strategia per la crescita digitale 2014-2020, che mette al centro le esigenze di modernizzazione e sviluppo digitale di cittadini e imprese; strategia italiana per la banda ultralarga (BUL) approvato dal Governo il 3 marzo 2015, banda larga per le connessioni ad internet con velocità da almeno 2 Mbps fino a 20 Mbps, mentre con banda ultralarga velocità superiori ai 30 Mbps;

considerato che:

il Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale e con il Ministro per la pubblica amministrazione, ha approvato il piano per la transizione digitale dell'amministrazione della giustizia necessario per garantire il completamento della riforma della digitalizzazione del processo civile e penale, l'adeguata dotazione tecnologica dei servizi tecnici e informatici del Ministero;

la realizzazione pratica del processo civile telematico (PCT) è demandata alla Direzione generale dei sistemi informativi automatizzati (DGSIA). Il Ministero della giustizia, a seguito dell'informatizzazione del processo civile e del processo penale, ha conseguito considerevoli risparmi di spesa e perseguito una maggiore trasparenza delle informazioni relative alle cause e alle sentenze per l'avvocatura e i cittadini. Il PCT ha inoltre introdotto il principio che l'informazione deve essere inserita "una sola volta" nel circuito telematico giudiziario da chi la produce e messa a disposizione in forma autentica e certificata;

la creazione del fascicolo elettronico con il collegamento interattivo permette il deposito degli atti, le copie dei verbali, il repository delle informazioni per mettere a sistema le basi dati del mondo della giustizia al servizio di tutti gli attori esterni. Per l'informatizzazione dell'amministrazione giudiziaria sono stati destinati 1.246.603.932 euro nel periodo 2017-2032. Il fondo è stato poi rifinanziato con le leggi di bilancio per gli anni 2018, 2019, 2020 e 2021. Riguardo poi alla digitalizzazione del sistema giudiziario, è fondamentale che sia garantito anche alle strutture degli edifici della giustizia l'accesso alla banda ultralarga per garantire la gestione efficiente della mole di dati che il sistema giudiziario dovrà trattare per effetto del processo civile telematico con la definitiva telematizzazione di giudice di pace ed UNEP; con il potenziamento del registro penale informatizzato (integrazione ed interoperabilità) con la massima condivisione dei dati tra i soggetti coinvolti; la digitalizzazione degli atti, gestione documentale, gestione delle notifiche (legge di stabilità per il 2016, legge n. 208 del 2015);

con il PNRR la digitalizzazione del sistema giudiziario è visto come un fattore importante trasversale anche per la transizione digitale del sistema che impatterà su tutti gli ambiti giudiziari. La riforma prevista è la "1.8, Digitalizzazione del sistema giudiziario" che prevede l'obbligatorietà del fascicolo telematico e il completamento del processo civile telematico. Punta anche alla digitalizzazione del processo penale di primo grado, esclusa l'udienza preliminare. E intende introdurre una banca dati delle decisioni civili gratuita, pienamente accessibile e consultabile conformemente alla legislazione;

con il PNRR sono stati stanziati 133 milioni di euro (con l'obiettivo M1C1-38, riforma 1.8) per la digitalizzazione del sistema giudiziario del Ministero con la scadenza per raggiungere la gestione elettronica obbligatoria di tutti i documenti e il processo interamente telematico nei procedimenti civili prevista per il 2023. Ad esempio, con l'obiettivo M1C1-130 saranno digitalizzati 3,5 milioni di fascicoli giudiziari relativi agli ultimi 10 anni di processi civili di tribunali e corti d'appello e agli ultimi 10 anni di atti relativi a procedimenti di legittimità emessi dalla Corte di cassazione;

secondo i dati diffusi dal Ministero dell'economia e delle finanze (portale Open Bdap), il Ministero della giustizia ha registrato una capacità di spesa dell'88 per cento, lasciando in bilancio una fetta consistente di risorse finanziarie che potevano invece essere meglio utilizzate per investimenti per più di un miliardo di euro. La spesa impegnata dal Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria per lo "sviluppo degli strumenti di innovazione tecnologica in materia informatica e telematica per l'erogazione dei servizi di giustizia" è stata di appena il 41 per cento rispetto al suo stanziamento definitivo di 291 milioni di euro;

ritenuto, ad avviso degli interroganti, che l'incapacità di spesa del Ministero della giustizia rappresenti una criticità e un forte limite nell'attuazione del PNRR e delle ingenti risorse messe in campo che rischiano di non essere utilizzate,

si chiede di sapere:

quali siano i motivi della scarsa capacità di impegno di spesa in conto capitale per 170 milioni di euro del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del personale e dei servizi per lo sviluppo del sistema informativo del progetto "rete unitaria della PA" e dei progetti connessi;

se sia stato creato il Dipartimento della transizione digitale nel Ministero della giustizia;

se nell'ambito della digitalizzazione e efficientamento della giustizia sia prevista l'interoperabilità dei dati giudiziari nella piattaforma digitale nazionale dei dati (POND);

se sarà garantito a tutti gli uffici giudiziari territoriali l'accesso alla banda ultralarga a garanzia della velocità di trasmissione del "traffico dati" previsto per i prossimi anni anche in materia di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi.